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Patrik Schick a far parlare di sé dopo una grande doppietta alla Scozia agli Europei, che potrebbe aprire le porte a un suo ritorno ad alti livelli

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Alla prima partita dell’Europeo della sua Repubblica Ceca, Patrik Schick ha offerto al continente (e a una malcapitata Scozia) una prestazione maiuscola, da quell’attaccante che si era visto emergere alla Sampdoria e che poi non è più risciuto a essere.

Il tempo è ancora dalla sua parte, considerato che ha solamente 25 anni, ma da quando ha lasciato Genova la sua stella si è eclissata e, al di là dei numeri che ha messo assieme (a onor del vero tutt’altro che deludenti), la sensazione è che abbia bisogno di una svolta sul piano della fiducia. E che potrebbe arrivare con questo Europeo.

Il talento smarrito di Patrik Schick

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Che fosse un attaccante potenzialmente devastante, Patrik Schick lo aveva lasciato intendere appena ventenne alla Sampdoria, quando Marco Giampaolo se l’era visto arrivare dal semisconosciuto Bohemians Praga e lo aveva plasmato in una punta estremamente duttile da 13 gol in stagione. Pagato 4 milioni di euro, era stato rivenduto alla Roma per 42 dopo un solo anno in Serie A.

 

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Con quel fisico e quel controllo di palla, Schick sembrava perfetto per il gioco di Di Francesco, ma evidentemente tutti i soldi spesi per lui hanno finito per gravare in negativo sulle aspettative attorno al giovane ceco. Ci si sono messi anche gli infortuni (18 partite saltate in due stagioni per vari guai muscolari) e una seconda stagione complicata per i giallorossi, dopodiché il suo cartellino è stato passato in presito al RB Lipsia, e la scorsa estate ceduto definitivamente al Bayer Leverkusen per 26,5 milioni.

Doppietta all’esordio e un Europeo per il rilancio

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Due gol alla prima partita dell’Europeo, un imperioso stacco di testa nel cuore dell’area e poi un capolavoro della distanza: due reti che raccontano bene le qualità di Schick, robusto centravanti classico all’apparenza ma allo stesso tempo punta dai colpi improvvisi e fuori dallo spartito.

Jaroslav Silhavy ha deciso di dargli fiducia, perché in una Repubblica Ceca costruita sul modello coraggioso dello Slavia Praga, che ha portato al successo internazionale giocatori come Soucek e Coufal (non a caso, autore dell’assist dell’1-0 sulla Scozia), una punta con le caratteristiche di Schick è esattamente ciò che serve, sicuramente più di Krmencik e Pekhart.

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I due gol segnati alla Scozia sono sicuramente un ottimo biglietto da visita, ma è stata la prestazione complessiva a lasciare il segno: Schick è apparso in buona forma atletica e lucido nel portare il pressing sui difensori avversari. La sua è stata una partita di grande dispendio di fisico che non è però andata a discapito della precisione sotto porta.

Da dove può ripartire Schick

Sicuramente da queste due reti all’esordio continentale, ma non soltanto. L’attaccante ceco, sebbene da qualche tempo non faccia più notizia e in Italia risenta ancora della pessima fama delle sue stagioni romaniste, viene in realtà da due stagioni meno deludenti di quanto si possa pensare.

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Il fisico ha continuato a non assisterlo nemmeno in Germania, facendogli spesso saltare delle partite, ma quando c’è stato Schick è riuscito a mettere a referto 10 gol con il RB Lipsia e 13 con il Leverkusen (eguagliando quindi il suo record genovese). Non va sottovalutato che, nel primo caso, era inserito in un attacco con Yussuf Poulsen e Timo Werner, mentre nel secondo ha vissuto un calo di rendimento solo nel finale di stagione (comprensibile, visto il tipo di stagione che è stata).

Le critiche che gli sono piovute addosso di recente sono state per lo più ingenerose, e il centravanti ceco meriterebbe probabilmente di avvertire maggiore fiducia attorno a sé. È ciò che sta percependo in Nazionale, a quanto sembra, e l’Europeo ora può essere la sua occasione di rilancio.

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