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Il Paraguay ha strappato un punto importante all’Argentina nel cammino verso Qatar 2022, confermando una piccola crescita da quando ad Asuncion è arrivato Berizzo

Un gol di Angel Romero ha regalato un altro punto in trasferta al Paraguay nelle qualificazioni a Qatar 2022. La selezione guaraní, che nelle prime due partite partite aveva messo insieme una vittoria e un pareggio, prosegue così da imbattuta il cammino verso una competizione che, dalle parti di Asuncion, non assaporano più addirittura dal 2002.

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È infatti dai tempi del compianto Cesare Maldini che il Paraguay non riesce a qualificarsi per un Mondiale. In vista della rassegna asiatica, che cadrà proprio nel ventennale dell’ultima esperienza internazionale della Albirroja, sarà Eduardo Berizzo a tentare l’impresa. Il commissario tecnico argentino, alla prima esperienza sulla panchina di una nazionale, ha accettato l’incarico che la federazione gli ha dato circa un anno e mezzo fa.

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Lo ha fatto perché, proprio come il Paraguay, anche il Toto aveva bisogno di rilanciarsi. La squadra in poco tempo è stata ridisegnata e, viste le premesse, non era affatto scontato che potesse tornare ad avere una propria fisionomia ben certificata in così poco tempo. Da anni il movimento locale produce meno talento, una mancanza figlia principalmente della malagestione a livello federale. Così Berizzo, per prima cosa, ha normalizzato l’ambiente. Il resto è venuto da sé.

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Berizzo e una nuova occasione

Eduardo Berizzo è stato presentato alla fine del febbraio 2019, quando all’improvviso Juan Carlos Osorio – rimasto in carica poche settimane – aveva sorprendentemente rassegnato le dimissioni, tirando in ballo le stesse ‘differenze di vedute’ che avevano portato già all’addio di Ramon Diaz. Pare che la federazione avesse promesso al colombiano un ruolo più da manager che da semplice selezionatore.

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Osorio avrebbe potuto dare indicazioni anche per quanto riguarda le selezioni giovanili, in modo tale da creare un imbuto gestionale che poi avrebbe permesso alla nazionale maggiore di sfruttare il lavoro fatto alla base. Berizzo si è presentato subito mettendo in chiaro le cose: “So di avere fiducia totale da parte della federazione – disse al momento del suo insediamento – c’è una buona base da cui partire”.

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Tutto è stato pianificato in ottica Qatar 2022. Quando Berizzo ha preso in mano la situazione, attorno al Paraguay c’erano solo macerie. Le prime partite, quelle che avrebbero dovuto preparare la squadra alla Copa America, vanno malissimo e la squadra riesce a ottenere solo una striminzita vittoria in amichevole contro il Guatemala. La manifestazione continentale termina agli ottavi, ma perdere solo ai rigori col Brasile fa scattare una molla.

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L’inversione di tendenza

“Ci siamo guardati negli occhi – ha raccontato Berizzo – perché sapevo che questo gruppo poteva ottenere di più”. Il cammino verso il prossimo Mondiale è comunque complicato, ma dal post Copa America in poi il Toto ha avuto tempo per sperimentare qualche novità. Per esempio, la squadra è tornata ad alternare due moduli particolarmente offensivi come il 4-3-3 e il 4-2-3-1.

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Durante il lockdown, il commissario tecnico ha visionato centinaia di partite, ore e ore di calcio per presentarsi pronto alla ripresa. Dopo il 2-2, anche abbastanza sfortunato, contro il Perù, è arrivata la vittoria in Venezuela e poi il pareggio della Bombonera. Prima della Copa America in programma la prossima estate, il Paraguay affronterà Bolivia, Cile, Colombia, Uruguay e Brasile. E, da quel momento, ci si potrà davvero fare un’idea più precisa sul valore della squadra.

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Berizzo è un tecnico di esperienza e, proprio per questo motivo, ha cercato di ricostruire prima la condizione mentale di un gruppo psicologicamente a terra, intervenendo solo in un secondo momento per le questioni di campo. Il nucleo dell’Albirroja ha un’età media molto alta, nonostante ad alcuni senatori sia stato dato in benservito: secondo Transfermarkt, solo Cile, Perù e Uruguay sono più ‘vecchie’ della squadra dell’argentino.

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Che, prima di sbarcare ad Asuncion, ha dovuto affrontare una battaglia molto importante contro un cancro alla prostata. La malattia gli era praticamente costata il posto al Siviglia, conquistato dopo il duro lavoro portato avanti sulle panchine di Estudiantes, O’Higgins e Celta. Dopo aver abbandonato l’Andalusia, ha provato a rimettersi in pista subito all’Athletic, ma i problemi personali non gli hanno permesso di lavorare come avrebbe voluto. Così, a malincuore, ha deciso di riavvicinarsi a casa.

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Come gioca il Paraguay di Berizzo

Due moduli, concetti basilari, chiari e di facile attuabilità. Così Berizzo si è approcciato alla sua nuova avventura professionale. Il Paraguay, pur rimanendo una selezione con diversi limiti, ora se non altro ha un forte identità tattica. La difesa si regge sulle spalle dell’ex milanista Gustavo Gomez e di Fabian Balbuena, perno del West Ham, mentre a metà campo le chiavi del gioco sono affidate a Cardozo Lucena.

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L’addio alla nazionale di Santa Cruz e Valdez ha aperto un buco nel ruolo di centravanti, che Berizzo al momento ha tappato con Dario Lezcano. Non avendo una vera e propria bocca da fuoco, il passaggio a moduli che prevedono due esterni offensivi ha aiutato molto. Sulle fasce, infatti, il Toto può contare sui gemelli Romero, entrambi stelle del San Lorenzo, o sulla coppia più conservativa formata da Omar Alderete ed Hernan Perez.

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Infine, l’uomo chiave del Paraguay rimane sempre Miguel Almiron, che nella squadra del ct argentino fa un po’ di tutto. Contro l’Argentina ha cominciato da esterno alto, mantenendo però una posizione molto centrale e legando i reparti. Rispetto agli esordi è diventato un calciatore molto più maturo, aiutato dal fatto di essere approdato in Premier League.

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E i giovani? Pochi, ma buoni. Uno su tutti Mathias Villasanti, mezzala capace di pungere in fase offensiva: ha 23 anni e gioca nel Cerro Porteño, ma a breve spiccherà il volo verso altri lidi. Con un campionato locale di basso profilo, andare all’estero diventa fondamentale. Per la propria carriera, ma anche per aiutare la selezione guaraní a rinverdire i fasti di inizio secolo.

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