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“Mi emoziona, non immagino le mie domeniche senza di lui: speriamo che scelga di giocare almeno un’altra stagione” così l’agente del macedone a Minuti di Recupero.

L’impresa di copertina dell’ultima sosta per le nazionali è quella della Macedonia del Nord, che ha centrato un risultato inaspettato, insperato e fuori da ogni pronostico, riuscendo a portare a casa 3 punti contro la Germania, peraltro in trasferta. Impresa di livello, considerando soprattutto il peso del match: una partita valevole per le qualificazione ai mondiali. Non poteva mancare nel tabellino la firma della leggenda Goran Pandev.

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La redazione di Minutidirecupero.it ha raggiunto Leonardo Corsi, agente proprio dell’attaccante del Genoa, per un commento a freddo sulla partita e, in particolare, sul peso di questo risultato.

Leonardo, a quanto pare a 38 anni si può ancora stupire, e soprattutto emozionarsi…

In genere non rilascio interviste, ma questo è un giorno speciale. La Macedonia ha battuto la Germania, a casa loro e prosegue la sua corsa verso il mondiale. Si tratta però solo dell’ennesima impresa di una squadra cresciuta tanto, come tutto il movimento calcistico macedone. La Macedonia è una nazione nata negli anni 90, giovane innanzitutto dal punto di vista politico. Dal 2003, quando per la prima volta sono stato lì, tutto il movimento è cresciuto notevolmente. Pandev in particolare ha dato un enorme contribuito, ma accanto a lui è nato un gruppo molto forte.

Qual è il segreto di questa Macedonia secondo te?

“Ci sono giocatori più navigati come Goran e Nestorovski, ma a loro si sono aggiunti ragazzi giovani che già con l’under 21 avevano ottenuto risultati molto molto positivi, come Ristovski, altro mio giocatore, ma anche Bardhi, Nikolov e ovviamente Elmas tra gli altri. Si è creato un mix interessante: talento, estro e disciplina tattica, conseguenza dell’influenza del calcio europeo in una realtà venuta fuori nel tempo. Elmas che è passato da giovane al Fenerbahce, e poi al Napoli, Ristovski ha fatto tutta la trafila in Italia, poi al Riijeka arrivando allo Sporting dov’è stato 4 anni ed ora alla Dinamo Zagabria. Sono giocatori di talento ed estro che, giocando in campionati molto importanti, sono potuti crescere. L’allenatore (Angelovski, ndr) inoltre, è stato anche lui molto capace. Ha saputo costruire un gruppo unito, creando consapevolezza. I risultati evidenziano che la Macedonia non si nasconde più. Centrata la qualificazione all’Europeo, normale conseguenza è dare tutto nelle qualificazioni ai mondiali.” 

Goran Pandev è immortale

Pandev come Ibra, leader che esalta il collettivo in campo e fuori.

Goran Pandev ha segnato l’inizio del cammino ispirando le generazioni a seguire. Piano piano Goran, a cui sono molto legato essendo suo agente dal 2003 con Pallavicino e Branchini nella Branchini e associati, è diventato un vero leader. Poche parole, mirate, buon cuore, caratteristiche che credo abbiano ispirato l’amalgama di questo gruppo: si vede che gli altri giocatori lo seguono, si vede che è un leader per questa squadra, in una maniera peraltro naturale. La partita con la Germania è eccezionale ma l’impresa vera è stata centrare la qualificazione agli Europei, questo risultato ne è solo una conseguenza”.

Fino a quando giocherà Goran?

“Da ieri tutti non fanno che pormi questa domanda e chiedermi se Goran smetterà di giocare al termine della stagione, ma io non ho il coraggio di chiederglielo. Non so di cosa potrebbe sapere vedere il calcio senza Pandev in campo, mi emoziono vedendolo giocare, ha quel quid in più rispetto a tanti altri giocatori. Con Pandev siamo cresciuti insieme, lui in campo io nella mia professione. Mi ha scelto come suo procuratore che non ero nessuno, è rimasto per 18 anni con me ed è un grande attestato di stima. Non oso pensare a cosa sarebbero le domeniche senza di lui, spero giocherà un altro anno almeno, e lottare per la qualificazione al mondiale”.

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La Macedonia può centrare anche questa impresa?

“Sono una squadra temibile, non mollano niente. Il primo sogno l’hanno realizzato centrando l’Europeo. Per quello che so Goran era disposto a sacrificare i diversi trofei vinti in carriera pur di ottenere una qualificazione all’Europeo, la soddisfazione data alla sua gente è stata enorme e per lui vale tantissimo. Lui, come tutti i macedoni, è molto legato alla sua terra. Anche in Italia si è trovato molto bene, è stato molto amato ovunque, questa è la cosa che mi viene ripetuta più spesso. Ovunque viene fermato e riceve attestati di stima, anche al di fuori delle piazze dove ha giocato. Non è una cosa comune. Ha lasciato evidentemente sempre un bel ricordo, in campo e fuori.” 

L’impresa della Macedonia: prima volta agli Europei grazie a Pandev

Un grande uomo ancor prima che un grande giocatore: Goran ha sempre fatto tanto arrosto e poco fumo, e si fa trovare sempre pronto, anche ora a 38 anni

Col mio amico Fabrizio Padania del Corriere, ai tempi della Lazio, si commentava spesso la qualità tecnica di Pandev. E come qualità ci metto anche il carattere: è essenziale, non regala niente. Se fa uno stop lo fa come pochi, ma non per questo regala tacchi, rabone e cose similari. Goran è una persona che cerca il risultato, non il riflettore. È un uomo di sostanza, lo si nota nel suo modo di giocare, intelligente e pragmatico, facendo la giocata quando va fatta, con un assist piuttosto che un tiro in base allo scenario. Ha una qualità tecnica fuori dal normale, quando smetterà sarà tosta, per questo vorrei vederlo giocare almeno un altro anno. Sono un suo grandissimo estimatore e lo sarò sempre: Pandev è un giocatore che ha qualità, forza fisica, baricentro basso, insomma, ha tutto, e questo gli permette di alzare il limite di età. Speriamo davvero che questa non sia la sua ultima stagione” 

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Di Andrea Falco

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