L’esclusione di Mesut Ozil dall’Arsenal segna probabilmente il punto conclusivo della sua lunga esperienza ai Gunners, e sta già generando grosse polemiche, anche sotto al profilo politico.
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La notizia sembra clamorosa anche se, in realtà, era nell’aria da tempo: Mesut Ozil è fuori dalla lista dell’Arsenal per la Premier e per l’Europa League, il che significa che i Gunners non hanno intenzione di schierarlo nel corso della stagione, mettendolo di fatto alla porta.
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La decisione di Arteta è stata presa innanzitutto per motivi burocratici (l’Arsenal ha due stranieri over-21 di troppo nella rosa, così sia il tedesco che Sokratis Papastathopoulos sono stati tagliati), ma ciò non toglie che abbia deciso di privarsi di un calciatore di grande spessore e fama, a lungo considerato tra i migliori al mondo nel suo ruolo.
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Ozil, un ingaggio fuori scala
Le motivazioni più profonde dell’esclusione di Ozil sembrano essere principalmente economiche: il tedesco guadagna 20 milioni di euro l’anno, un’enormità per i Gunners, e pochi giorni fa il club ha dovuto riconoscergli un “bonus fedeltà” di 9 milioni per i suoi sette anni trascorsi a Londra.
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Per l’Arsenal, Ozil è divenuto un giocatore troppo ingombrante a livello salariale, e questo ha ovviamente reso molto complicata una sua eventuale cessione: a 32 anni appena compiuti, pochi club al mondo sarebbero disposti a offrirgli una cifra anche solo lontanamente simile a quella che guadagna ora, e probabilmente nessuno in Europa.
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Nella scorsa stagione, il centrocampista tedesco è stato vicino al Basaksehir, la squadra emergente del calcio turco che gode dell’appoggio del presidente Erdogan (amico personale di Ozil), molto interessata a portare a Istanbul il più noto calciatore di origine turca della storia del calcio. Del trasferimento si parlò ancora questa estate, ma non se ne fece niente.
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I dissidi con gli allenatori
Ma i problemi vanno oltre l’aspetto economico: Ozil non sembra aver legato con Arteta, e già in precedenza aveva avuto difficoltà con Emery. Nella scorsa stagione ha infatti giocato sensibilmente meno rispetto al passato (18 presenze in campionato e 23 complessive), e alla fine ci si è aggiunto anche un brutto infortunio alla schiena, che lo sta tenendo lontano dal campo da fine giugno.
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Da più di un decennio, Ozil è considerato uno dei migliori centrocampisti al mondo, un giocatore molto tecnico e ordinato, capace di tirare le fila dell’attacco; soprattutto è stato uno dei simboli della rinascita del calcio tedesco, sia per caratteristiche sia per le sue origini multiculturali. Negli anni, però, le sue prestazioni sono andate in calando, e sono in molti a ritenere che oggi non abbia più la brillantezza e la continuità di un tempo. Il fatto che l’Arsenal di Arteta esprima ormai un ottimo calcio anche senza di lui, non facilita le cose.
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A Ozil però si rinfacciano anche questioni di natura comportamentale, con atteggiamenti da primadonna che lo hanno portato a scontrarsi con i suoi ultimi allenatori e forse addirittura con i compagni di squadra: Emery ha raccontato infatti che sarebbe stato lo spogliatoio dell’Arsenal a opporsi all’elezione del tedesco a capitano.
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A tutto ciò si aggiunge anche un aspetto mediatico, la cui eco si è sentita soprattutto in Germania: se inizialmente Ozil era considerato un simbolo di integrazione positiva, la sua successiva vicinanza con il discusso presidente Erdogan (che è stato anche suo testimone di nozze) gli ha causato molte critiche e insulti, che ad esempio lo hanno portato a ritirarsi dalla Nazionale a soli 30 anni.
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La polemica in Inghilterra
Arteta ha spiegato che il taglio di Ozil è stato dovuto a questioni puramente tecniche, perché c’erano altri giocatori che meritano il posto in squadra più di lui (quasi le stesse parole usate circa un anno esatto fa da Emery), respingendo le motivazioni economiche e comportamentali sopra elencate e assumendosi tutta la responsabilità della decisione.
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Ozil, però, ha replicato con un duro comunicato diffuso sui suoi social, accusando l’Arsenal di aver tradito la sua lealtà e dicendosi deluso per il modo in cui è stato trattato da un club che ama. Immediatamente, il tedesco ha ricevuto l’appoggio di un influente commentatore tv come Gary Lineker e dell’ex-giocatore dell’Arsenal Jack Wilshere, che lo ha definito il miglior giocatore attualmente ai Gunners.
Spot on Gary, especially when you are the best player! https://t.co/3ZBTcEcHLa
— Jack Wilshere (@JackWilshere) October 21, 2020
La mossa dell’Arsenal, ad ogni modo, difficilmente vedrà passi indietro: l’obiettivo, come ormai avviene sempre più spesso, è quello di esasperare il giocatore per forzarlo ad andarsene il prima possibile, magari accettando una riduzione dell’ingaggio per giocare altrove. Se Ozil volesse mantenere grossomodo il suo salario attuale, le uniche destinazioni per lui potrebbero essere Dubai, il Qatar, ma è ancora forte la pista che lo porta a Istanbul, anche se difficilmente il Basaksehir dopo gennaio sarà ancora nelle coppe europee.
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Pressioni cinesi dietro il taglio?
Si è poi fatta strada una nuova teoria sull’esclusione di Ozil dall’Arsenal: Joshua Wong, celebre attivista di Hong Kong, ha sostenuto su Twitter che il tedesco sarebbe stato escluso dall’Arsenal per aver accusato il governo cinese di violenze contro la minoranza uigura. L’episodio risale al dicembre del 2019, quando Ozil pubblicò sui social un messaggio di supporto per la minoranza turca uigura repressa in Cina, e come conseguenza il governo locale interruppe le trasmissioni delle partite dell’Arsenal.
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Secondo Wong, la cui teoria sta trovando spazio sui media generalisti, l’Arsenal sarebbe stato costretto a mettere Ozil fuori squadra per riguadagnarsi la fiducia di un importante partner commerciale. Tuttavia la notizia, per quanto non da escludere, sembra un po’ una forzatura: l’esclusione è arrivata infatti a ben dieci mesi di distanza dall’accaduto.
[No one should be left out of the team for his words for justice]
1. I am deeply disappointed by @Arsenal's decision to take @MesutOzil1088 out of #PremierLeague squad, just because he has spoken out for #Uyghurs now detained in hundreds of internment camps in #Xinjiang. pic.twitter.com/tgZeiHdknq
— Joshua Wong 黃之鋒 😷 (@joshuawongcf) October 21, 2020
Non solo: Arteta, sedutosi sulla panchina dei Gunners pochi giorni dopo la presa di posizione di Ozil, ha continuato a far giocare regolarmente il tedesco fino a marzo, cioè al lockdown. Solo alla ripresa di giugno le cose sono inspiegabilmente cambiate, con Ozil che ha giocato poco e poi ha poi subito l’infortunio alla schiena per cui è fuori ancora oggi.
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Infortunio che comunque, fin dai primi giorni, aveva destato alcuni sospetti nei media, soprattutto vista la reticenza di Arteta a parlarne, che avevano fatto pensare a grossi problemi tra giocatore e società. Ma se l’Arsenal avesse inscenato tutto per escludere il giocatore, non si capisce perché Ozil non l’abbia denunciato nel suo recente comunicato, accusando i Gunners di punirlo per aver parlato dei diritti umani in Cina.