Terza nel Gruppo G di qualificazione a Qatar 2022, la Norvegia non parteciperà al prossimo Mondiale: eppure le premesse erano differenti
Prima della partita pareggiata 0-0 contro la Lituania, match che di fatto ha compromesso la qualificazione a Qatar 2022 della Norvegia, i calciatori scandinavi erano scesi in campo con uno striscione di protesta contro lo sfruttamento e le morti bianche collegate al paese emiratino.
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L’invito era quello di boicottare il torneo. Paradossalmente, la Norvegia manterrà la parola: terza nel gruppo G di qualificazione, la selezione nordica non è riuscita nemmeno a strappare il pass per gli spareggi, ai quali andrà la Turchia. Davvero un peccato, perché da loro ci si aspettava altro.
😢 Nos vamos a quedar sin el cyborg en Qatar. Como lo ha echado de menos la selección en estos dos últimos partidos… pic.twitter.com/irire0okXL
— Fútbol Noruego (@NoruegArg) November 16, 2021
Il flop della Norvegia
Infatti, nonostante l’enorme mole di talento a disposizione, la nazionale allenata da Stale Solbakken è rimasta dietro anche alla delusione dell’ultimo Europeo.
Nonostante la qualificazione sia praticamente sfumata nelle ultime due partite – dopo il pareggio con la Lituania è arrivata la sconfitta in Olanda -, avvisaglie di una possibile delusione ce n’erano già state.
A marzo, infatti, gli scandinavi avevano malamente perso in casa contro la Turchia, passando indirettamente mano e investitura a mina vagante del girone. E così, in Qatar, non vedremo per esempio Erling Haaland, nuovo fenomeno del calcio mondiale.
Né, tanto meno, una delle nazionali più moderne e fresche di questi ultimi anni. La Norvegia non sarà in Qatar e, numeri alla mano, è anche giusto così: rispetto a Olanda e Turchia ha vinto e segnato di meno, ma subito di più.
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Un futuro da scrivere
Tuttavia, il futuro della Norvegia si preannuncia comunque molto roseo. Negli ultimi anni la federazione ha lavorato molto bene a livello, trovando nei club dell’Eliteserien un’ottima sponda per coinvolgere quanti più talenti possibili nel giro del professionismo.
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Nell’ultimo anno anche un club, il Bodo Glimt, si è imposto in Europa giocando un calcio esteticamente godibile e, alcuni di questi ragazzi, sono già nel giro della nazionale di Solbakken, la cui stella è e rimane Haaland attorniato però da tanti altri ragazzi interessanti.
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I big, ovviamente, giocano tutti all’estero: Ajer nel Brentford, Thorsby nella Sampdoria, Odegaard nell’Arsenal e Sorloth nella Real Sociedad, dopo aver passato una stagione al Lipsia. Tutto questo non è bastato per volare in Qatar l’anno prossimo, ma al 2026 – a quasi 30 anni dall’ultima apparizione mondiale – la Norvegia può seriamente presentarsi come underdog.
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