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La Nazionale femminile dell’Italia è al centro delle polemiche, con il post da ct rimasto ormai vacante. Tra i vari nomi, perché non puntare su Spalletti?

È caos nella Nazionale femminile, e non potrebbe essere altrimenti. Dopo il grande risultato dei Mondiali del 2019, in cui le Azzurre ragiunsero a sorpresa i quarti di finale, l’Italia delle donne ha inanellato due tremende delusioni, uscendo male al primo turno sia l’anno scorso agli Europei sia quest’anno ai Mondiali. Una situazione che ha generato molte discussioni e che è sfociata in una lettera di alcune giocatrici della Nazionale (sostanzialmente, quelle militanti in Roma e Juventus), in cui si lamentano di non essere state messe nelle condizioni ideali per raggiungere i risultati sperati. La lettera non fa accuse precise, ma nel mirino ci sono la ct (ormai a fine mandato) Milena Bertolini e la FIGC, colpevole di essersi disinteressata della squadra e di non aver mandato neppure un dirigente accompagnatore con la squadra in Australia e Nuova Zelanda.

Adesso, c’è grande interesse per capire chi prenderà il posto di Bertolini sulla panchina azzurra, ma anche questo aspetto sta generando dubbi e critiche. Secondo la Gazzetta dello Sport, già quattro allenatori avrebbero rifiutato il posto: Nicolato, Evani, Stramaccioni e Lombardo. Inizialmente si era ipotizzato di chiamare come ct Patrizia Panico, reduce da due stagioni tra alti e bassi alla guida della Fiorentina femminile ma leggenda riconosciuta del calcio italiano, ma questa ipotesi pare essere passata ora in secondo piano. Il nome di punta, in questo momento, è però tutt’altro che confortante.

Secondo varie fonti, la FIGC sarebbe pronta a ingaggiare come allenatore delle Azzurre Carmine Gautieri, 53ene ex calciatore con esperienza alla Roma, che viene però da lavori come tecnico molto poco convincenti. È allenatore dal settembre 2008, unicamente a livello maschile, e ha lavorato esclusivamente nelle serie inferiori. La sua ultima stagione completa alla guida di una squadra risale all’annata 2012/2013, quando chiuse 18° in Serie B col Lanciano. Un profilo che non sembra dimostrare quella volontà di lanciare davvero un progetto serio sul calcio femminile in Italia, come invece il presidente Gravina ha spesso annunciato. E allora perché non provare a lanciare una provocazione, pur sempre con un fondo di serietà: Luciano Spalletti alla guida della Nazionale femminile.

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I motivi per cui Spalletti è il nome giusto per la Nazionale femminile

Messa così, l’ipotesi sembra assurda: se Evani, Nicolato e altri hanno detto di no, perché dovrebbe fare diversamente Spalletti? Rovesciamo però la prospettiva: perché la FIGC non dovrebbe provare a contattarlo, innanzitutto? Spalletti è attualmente senza contratto, quindi è teoricamente disponibile a un nuovo incarico, ma soprattutto sarebbe l’allenatore in assoluto più adatto a diventare il ct delle Azzurre. Lo ha detto lui stesso, lo scorso giugno, che l’idea di allenare una nazionale lo affascina, ma al momento pare un sogno irrealizzabile: tutte le grandi selezioni hanno la panchina occupata, e con contratti che mirano quasi sempre al Mondiale del 2026 (come quello di Roberto Mancini). Quindi, se nazionale dev’essere, l’Italia femminile è la sua opzione migliore.

Questa è una squadra che ha bisogno di una rivoluzione tattica, di un gioco più organizzato e moderno rispetto a quanto visto ora. È una squadra che deve scrollarsi di dosso paure e insicurezze che in campo tutti hanno notato. È, ancor di più, una squadra che dev’essere riformata. Le vecchie glorie come Girelli e Bonansea, protagoniste in Francia quattro anni fa, sono a fine ciclo, e bisogna puntare sulle giovani. Tutte cose che Spalletti ha dimostrato di apprezzare e di saper fare bene: pochi allenatori al mondo sanno formare calciatori come lui. E nelle Azzurre avrebbe a disposizione ragazze molto promettenti, come Caruso, Greggi, Cantore, Beccari e soprattutto Giulia Dragoni, forse il mio talento Under-18 del calcio italiano, considerando anche i maschi.

C’è, infine, un aspetto puramente comunicativo che la FIGC dovrebbe considerare, in ultima analisi. I risultati tremendi delle Azzurre agli Europei e ai Mondiali rischiano di indebolire la Nazionale a livello mediatico: già è stato difficile vendere in Italia i diritti tv di questi Mondiali, figurarsi i prossimi Europei. In questo momento, la Nazionale femminile ha bisogno di una figura che calamiti l’attenzione dei media su questo progetto, che riporti interesse ed entusiasmo. E in questo Spalletti può essere qualcosa di diverso rispetto a chi ha invece declinato: per molti allenatori di medio livello, passare dal calcio maschile al femminile significa scomparire dai radar, ma per il tecnico che ha appena stupito l’Europa con il Napoli sarebbe l’opposto. La sola figura di Spalletti consentirebbe di tenere alta l’attenzione dei media su di lui e la sua squadra. Non solo in Italia: sarebbe probabilmente l’allenatore più prestigioso ad aver mai lavorato nel calcio femminile. E consentirebbe alla FIGC di scrollarsi di dosso le accuse di disinteresse verso le Azzurre. Poi forse non accetterà, ma una federazione che si rispetti, in questo momento, ha il dover di offrirgli la panchina.

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