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Samir Nasri fu l’erede di Zidane nel corso della prima decade degli anni duemila. Algerino proveniente da un quartiere reietto di Marsiglia, il trequartista oggi ritiratosi ha avuto una carriera al di sotto delle aspettative.

Il mondo calcistico francese avrebbe puntato qualsiasi cosa avesse nel proprio portafoglio sul futuro di Samir Nasri. Il ragazzo classe ’87 nato e cresciuto nelle giovanili del Marsiglia aveva dimostrato di possedere il talento e la qualità necessaria a diventare il futuro dieci della nazionale, ma qualcosa non è andato come previsto. 

La sua carriera è così scivolata tra alti e bassi, tra Premier League e Turchia, tra squalifiche e notti di eccessi, che oggi lo hanno portato al ritiro a 34 anni compiuti.

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Samir Nasri: un talento incredibile

Inizia nel Marsiglia Samir Nasri, e ci gioca come numero dieci al centro di un progetto interessante che portò al club la coppa Intertoto nel 2006 e il secondo posto in Ligue 1 nell’anno successivo. 

Il talento dell’algerino incantò così il Velodrome per quattro stagioni, segnando 12 gol e fornendo 30 assist nelle 166 partite giocate con il club, prima di volare verso la Premier League.

L’approdo all’Arsenal, certificato con il pagamento di 16 milioni di euro all’Olympique, fa parte di quella fucina di talento assoluto costituita dai Gunners nella prima decade del nuovo millennio. Arsene Wenger lo vuole in squadra, e lo pone al centro del progetto ricevendone in cambio 126 match, 27 gol e 16 assist tra tutte le competizioni.

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Il talento è immenso, i risultati sono altalenanti per i Gunners ma Nasri continua a giocare su livelli altissimi, confermando le ottime prestazioni viste con il Marsiglia e, in precedenza, con l’under 17 della Francia vincitrice dell’Europeo di categoria nel 2004. 

Fonte immagine: profilo IG @SamirNasri

Il salto e l’arrivo Pep Guardiola

La consacrazione definitiva del talento di Nasri arriva però nel 2011, quando il Manchester City di Roberto Mancini fresco campione di FA Cup lo acquista dall’Arsenal per 27 milioni di euro. 

Il trasferimento al City sembra essere il necessario salto di qualità per un giocatore che ancora non aveva vinto nulla nella propria carriera, e che aveva bisogno di un trofeo per consacrarsi definitivamente. 

La prima coppa arriva nel 2012, al primo anno con il City, quando gli Sky Blues vincono la Premier League in quel magico anno di Aguero, Balotelli, Bellamy e Yaya Touré. 

É un Manchester City stellare che arriva a duellare per la prima volta da tempo con i cugini imperialisti del Manchester United, e Nasri è parte integrante di una squadra convinta dei propri mezzi e in grado di ribaltare le sorti storiche di una tifoseria intera. 

A seguire arrivano poi la Supercoppa Inglese all’inizio della stagione 2013, la coppa di Lega e un’altra Premier League, nel 2014, sempre da protagonista del City ora in mano a Pellegrini. 

Gli ultimi due anni a Manchester divengono però complessi per Nasri: il talento rimane, ma con l’arrivo di Guardiola nel tardo 2016, le notti brave del francese iniziano a diventare pubbliche e il giocatore viene allontanato. 

Giramondo per necessità

Dopo il Manchester City, la carriera di Nasri diventa una girandola di prestiti, scelte sbagliate e pochi, pochissimi gol. Passa al Siviglia nell’estate 2016 e ci resta una sola stagione fallendo la rinascita personale: 30 presenze, 3 gol e 3 assist che gli valgono il ritorno al City dal prestito.

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Finisce in Turchia all’Antalyaspor (8-2-2) fino al gennaio 2018 ma incorre in una squalifica per droga che lo allontana dai campi per un anno e farà cambiare la sua concezione del calcio: 

“Un episodio mi ha ferito molto gravemente e ha cambiato il mio rapporto con il calcio: la mia squalifica. Questa punizione decisamente ingiusta perché non avevo preso alcun prodotto dopante. Era solo un’iniezione di vitamine perché stavo male.”

Fonte immagine: profilo IG @SamirNasri

La fine di un sogno

Da quel momento la carriera di Nasri precipita: torna in Premier League, questa volta al West Ham, ma gioca solo 6 partite (fornendo 2 assist), da svincolato viene accolto dall’Anderlecht dove segna due gol in otto presenze prima di fermarsi per un anno. 

Al termine di questo stop, Nasri sceglie di ritirarsi il 26 settembre 2021, a 34 anni compiuti e con tanti rimpianti alle spalle. 

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Negli occhi – purtroppo – abbiamo le ultime immagini di un Nasri decisamente in sovrappeso nel corso della partita benefica giocata nella scorsa settimana con la maglia delle glorie del Marsiglia. Il talento dell’Olympique ha smesso da solo un mese, ma le immagini hanno parlato chiaro.

Nasri è un rimpianto del calcio internazionale, dal talento fulgido evaporato nel corso di una carriera mai definitivamente consacrata.

Fonte immagine: profilo IG @SamirNasri

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