Victor Osimhen e il Napoli sono più vicini che mai e non per scelta delle parti in causa. Se nessuno pagasse la clausola del nigeriano, cosa succederebbe a Castel Volturno?
Con un contratto firmato fino al 2026 e una clausola rescissoria che oscilla tra i 120 e i 130 milioni, De Laurentiis si è sempre sentito sicuro riguardo il futuro di Victor Osimhen, prendendo in considerazione due sole strade: il pagamento della clausola rescissoria o la permanenza quanto meno fino alla fine della prossima stagione. Alla fine Osimhen è uno degli attaccanti più forti del mondo, ha qualità che tutte insieme non si vedono in un centravanti da tanto tempo e sa segnare in qualsiasi modo; quindi, quale sarebbe il problema? Il problema, se proprio vogliamo trovarne uno, sta nelle intenzioni della società partenopea e soprattutto negli atteggiamenti del nigeriano. Partiamo da un assunto: il valore della clausola rescissoria è oggi più vicino al valore ideale di Osimhen piuttosto che al suo valore reale. Nella stagione appena terminata ha giocato appena venticinque partite tra infortuni e lontananza per la Coppa d’Africa e i soli 15 gol segnati non sono sufficienti a reinserirlo tra i bomber più prolifici d’Europa. La discrepanza tra il valore percepito di Osimhen dai proprietari del suo cartellino e il valore attribuito dai potenziali acquirenti è quanto di più complicato da avvincere ci possa essere quando al tavolo delle trattative si trova Aurelio De Laurentiis, e spieghiamo il perché: il presidente del Napoli è da tempo irremovibile sul costo dei suoi gioielli principali, e lo è perché questo tipo di atteggiamento gli permette di mantenere la società in salute e di tenere in riga i procuratori, spesso bistrattati dal board dirigenziale azzurro. Quindi difficilmente scenderà dalla richiesta del pagamento della clausola per un’eventuale partenza di Osimhen e questo complica – non poco – la faccenda. Dall’altra parte della barricata infatti, i potenziali acquirenti non sembrano intenzionati a spendere quelle cifre per un centravanti che dal suo arrivo a Napoli ha saltato 62 partite per infortunio e sembra avere problemi alla spalla e al bicipite femorale, oltre ad una predisposizione ai dolori e alle recidive che lo tengono spesso lontano dal campo. Certo, Osimhen segna in ogni modo, ma se il numero di partite giocate e saltate quasi si equivale, il gioco rischia di non valere la candela, soprattutto per club che puntano ad andare molto avanti in ogni competizione a cui sono qualificati. Le alternative che oggi circolano riguardo il futuro del centravanti nigeriano rispondono a quattro piste diverse, ognuna delle quali porterebbe un futuro ben preciso per Osimhen. La meno probabile – ma quella che avrebbe più potere di acquisto – porta sempre in Arabia Saudita, precisamente all’Al Ahli, da dove farebbero ponti d’oro per il nigeriano. Altre due possibilità sono in Premier League: il Chelsea del neo tecnico Enzo Maresca e l’Arsenal di Arteta, che nel tentativo di smaltire l’ennesima delusione in Premier League si vorrebbe regalare un centravanti finalmente prolifico dopo l’errore madornale compiuto su Gabriel Jesus.
Infine, il Paris Saint Germain, sempre attento alle vicende italiane di mercato e desideroso di offrire in pasto ai propri tifosi nuovi idoli da acclamare al posto del futuro sposo del Real Madrid Kylian Mbappé. In questo caso però le notizie sono contrastanti e filtra che i francesi abbiano fatto un’offerta concreta per Kvaratskhelia – circa 100 milioni – ma che ancora non si siano mossi in alcun modo per Osimhen. Ora, sembra paradossale che ci sia questa discrepanza di valutazione, anche perché la stagione pessima del Napoli ricade sulla valutazione economica del nigeriano come su quella del georgiano, per questo sembra improbabile che si arrivi a quelle cifre per l’esterno ex MVP del nostro campionato. Ciò che è però rilevante è comprendere come il PSG potrebbe davvero portarsi a casa il tandem offensivo del Napoli, se però le parti in causa riuscissero a venirsi in contro e trovare una soluzione economica che soddisfi entrambe le posizioni.
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Se Osimhen resta al Napoli cosa succede?
La domanda che fino a questo momento sembrava improbabile ora sorge spontanea: se non si trovasse la quadra economica con nessuno dei club sopracitati, Osimhen potrebbe davvero rimanere a Napoli un altro anno? E in quel caso, cosa succederebbe in spogliatoio? É noto che da tempo il nigeriano abbia messo in piazza la propria intenzione di lasciare il Napoli e realizzare le proprie ambizioni lontano dal Vesuvio, ed è anche chiaro che una convivenza con due anni rimanenti sul contratto sarebbe complicata e aprirebbe una telenovela riguardo al futuro, alla clausola e al rinnovo potenziale che metterebbe De Laurentiis in una posizione di svantaggio, facendo si che mediaticamente – forse il vincitore della diatriba sarebbe proprio Osimhen. In realtà da tempo si vocifera di un preaccordo già presente con una big d’Europa ma appunto nulla di vincolante. Ecco che quindi l’entrata in scena di Antonio Conte – che dal canto suo pensiamo abbia già accettato come dato di fatto la cessione dell’attaccante – potrebbe cambiare le dinamiche, restituire Osimhen al Napoli, ricucire i rapporti con la tifoseria e con il presidente, ridurre gli eccessi del procuratore e – soprattutto – restituire il campo ad Osimhen e riportarlo a segnare a stare bene fisicamente. Un simile scenario renderebbe di certo più difficile la rivoluzione che il Napoli ha intenzione di fare, privando ADL dei soldi della clausola del suo centravanti, ma offrirebbe a Conte – se Conte effettivamente sarà – una macchina da gol da ricostruire, rivalutare, ricongiungere con la squadra, con buona pace del PSG e delle intenzioni di portare a Parigi il tandem d’attacco del terzo scudetto degli azzurri.