I problemi di Gerard Lopez, già costretto a mollare il Nizza, stanno coinvolgendo anche il Mouscron, l’altra società nel portafoglio del magnate
Il mese scorso Fabrice Olinga ha segnato il suo primo gol in Jupiler League. La rete è arrivata nella sfida contro il Genk e ha regalato la prima, sorprendente vittoria, al Royal Mouscron, fanalino di coda della prima divisione belga. Ma l’attaccante kenyano, entrato nella storia come il più giovane marcatore della storia del Malaga, non sta affatto vivendo un bel periodo.
Anzi, assieme ai suoi colleghi e a tutto lo staff, Olinga sta passando la peggior parentesi dal 2015, quando è approdato al Mouscron arrivando dal massimo campionato cipriota. Zero progettazione, pagamenti ritardati, prospettive nulla: alla base di tutto questo c’è la crisi che sta vivendo Gerard Lopez, business man ispano-lussemburghese che, di recente, a causa dei grossi debiti collezionati si è ritrovato forzatamente a doversi liberare dal Lille.
Un paradosso bello e buono, visto che nel nord della Francia le cose dal punto di vista sportivo stanno andando molto bene. Nel frattempo, proprio a causa di alcune irregolarità finanziarie, il Mouscron è finito sotto osservazione e, proprio in queste settimane, dovrebbero concludersi le indagini sull’operato del club.
Perché il Mouscron rischia tanto
La scorsa estate, il Mouscron è stato costretto a presentare una richiesta di licenza alla federazione belga per la quinta volta in sei anni, dopo l’ennesima bancarotta dovuta questa volta alla gestione societaria precedente a quella di Lopez. Che, una volta sbarcato il Belgio, ha deciso nell’agosto 2020 do concludere l’acquisizione del club, che di fatto avrebbe rappresentato una sorta di serbatoio per il Lille.
Imitare il concetto di multiproprietà, sulla carta, poteva essere un’idea interessante, ma dopo poco più di un mese sulla testa dell’ex patron del LOSC sono calate come una mannaia le accuse di presunta falsificazione di documenti, utilizzo degli stessi falsi e frode fiscale ai danni dello stato.
Poi, a dicembre, Lopez è stato estromesso dal Lille dopo che i maggiori creditori del club francese, Elliott Management e JP Morgan, hanno perso fiducia nella capacità dell’imprenditore spagnolo-lussemburghese di far fronte ai debiti vertiginosi del club.
Ma, nonostante le pesanti accuse che potrebbero portare a conseguenze ben gravi, Lopez rimane il proprietario di Mouscron: “Il suo interesse per il campionato belga e le sue possibilità di lavorare al meglio a un progetto giovane rimangono invariati”, ha detto il presidente del club, Patrick Declerck, in una nota.
Il giochino di Zahavi
Prima dell’arrivo di Gerard Lopez, il Mouscron è appartenuto per 5 anni a Pini Zahavi, plenipotenziario agente israeliano che, in Belgio, è durato ufficialmente un anno, giusto il tempo per farsi sottrarre la società in quanto per i procuratori, secondo la federazione, è vietato possedere club calcistici. In un inchiesta pubblicata nel 2018 dalla procura, si rende noto che la polizia locale ha fatto irruzione in case e uffici appartenenti al club, sequestrando documenti e riportando nel mirino la figura di Zahavi.
Il controverso procuratore, secondo i giudici, non avrebbe mai smesso di tirare le fila del Mouscron. Il diretto interessato ha negato, rilasciando anche un’interessante intervista a The Guardian nella quale nega il proprio coinvolgimento, tanto è vero – dice – “che non ci sono state interrogazioni e formalmente non è stata mossa alcuna accusa”.
In realtà a credergli si fa enormemente fatica. Infatti, l’israeliano ha ufficialmente ceduto la società nel 2016 a Latimer International Ltd, una società che presenta Adar Zahavi, suo nipote, come principale azionista. Dopo aver preso il controllo del club, Zahavi junior ha nominato un altro noto agente, Marc Rautenberg, nel consiglio di amministrazione.
Prospettive grigie
Sei mesi pù tardii, lo svizzero ha lasciato il Mouscron dopo che i club belgi Oud-Heverlee Leuven, Westerlo e Sint-Truiden hanno presentato una denuncia congiunta, suggerendo che la sua presenza si traduceva in un coinvolgimento continuo dell’agente.
Una situazione poco chiara alla pari di quella odierna, con il Mouscron che, attualmente, in rosa vanta 12 calciatori arrivati da Lille in prestito fino alla fine della stagione. Olivier Létang, nuovo presidente dei Dogues, ha negato qualsiasi rapporto diretto: “Per quanto ci riguarda non esiste alcun rapporto legale, ma solo un contratto che scade a fine giugno”. Quando, a quel punto, il futuro del Mouscron sarà più chiaro.
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