Dopo tre sconfitte consecutive in campionato, José Mourinho si trova a dover fare i conti con un’improvvisa crisi del Tottenham, dalla quale non sarà facile uscire senza il contributo di Kane e Son.
La sconfitta di Stamford Bridge contro il Chelsea di Tuchel (1-0, rig. Jorginho) ha sancito forse del tutto una crisi, improvvisa quanto profonda, in cui il Tottenham e José Mourinho sono piombati da un mese a questa parte ma che, a ben vedere, affonda le radici nei primi segnali negativi del periodo natalizio.
Quella contro i Blues è stata la terza sconfitta consecutiva in Premier League, ma nelle ultime 10 partite di campionato il Tottenham ne ha vinte solo due (3-0 contro il Leeds e 3-1 a Sheffield, entrambe nella prima metà di gennaio) e, soprattutto, la squadra sta evidenziando problemi di sviluppo del gioco che non sembrano di facile soluzione.
Il Tottenham di Mourinho è di nuovo in crisi
Mentre il Chelsea, giovedì sera, è sembrato già ampiamente rivitalizzato da Thomas Tuchel, gli Spurs sono parsi svuotati di idee ed energie, e mai in grado di adeguarsi al gioco avversario. Nonostante un’ovvia reazione negli ultimi minuti, il dominio del Chelsea è stato tanto concreto quanto “automatico” nella sua semplicità, anche a causa dell’arrendevolezza che il Tottenham ha mostrato nella gestione della palla, con pochi e confusi tentativi d’attacco.
Anche gli infortuni ultimamente si stanno accanendo sugli Spurs, con l’assenza di Kane che si è aggiunta a quelle di altre due figuri centrali per Mourinho: Giovani Lo Celso e Sergio Reguilon. Con la lungodegenza di Dele Alli, e l’inserimento mai riuscito di Gareth Bale, togliere tre elementi di questa qualità nello stesso momento dall’undici titolare, vuol dire rimanere depotenziati in modo quasi irrimediabile.
Dopo la sconfitta di Brighton, una settimana fa, Mourinho aveva descritto i suoi come “una squadra in parte intristita” dal momento. Ma è anche evidente come gli Spurs non siano in grado di produrre soluzioni offensive efficaci che coinvolgano tutti i giocatori d’attacco, sottolineando quanto stia pesando l’assenza di Kane e il conseguente isolamento tattico di Son.
La dipendenza dal duo Son-Kane
Non è certamente un caso che le difficoltà del Tottenham si sono sempre più acuite nelle ultime settimane in concomitanza con il calo di rendimento di Harry Kane e Son, autentici trascinatori del gruppo allenato da Mourinho almeno fino a dicembre.
Un solo assist nelle ultime cinque partite, per Son, e appena tre gol nelle ultime nove per Kane, che ha saltato le ultime tre gare per infortunio svuotando completamente la trequarti d’attacco del Tottenham, e rendendo plastica la mancanza di riferimenti per i suoi compagni.
D’altronde, che il duo Son-Kane fosse decisivo per il Tottenham era ampiamente assodato, e il gioco proposto da Mourinho era (ed è) costruito apposta per valorizzare le loro invenzioni di qualità. Ma mai in passato erano stati una forza così esplosiva in coppia e, non a caso, fino a Natale il Tottenham era clamorosamente in corsa per la vittoria del campionato proprio grazie a loro.
Ridare spazio al talento (e rilanciare Dele Alli)
Estremamente decisivi in positivo, Son e Kane sono anche lo specchio delle difficoltà recenti del Tottenham: il coreano nelle prime 11 giornate aveva messo a referto 10 gol e 3 assist – ridotti a sole 2 reti e 3 assist nelle successive dieci – mentre Kane è passato dagli 8 gol e 10 assist della prima parte di stagione, al saldo 4/1 da metà dicembre in poi. Troppo poco per reggere da soli l’intera squadra, e quello che sta mancando a Mourinho ora sono proprio le alternative.
Qui rientra anche il tema-Dele Alli che nel corso del mercato di gennaio è a lungo sembrato poter essere in partenza, e che lo stesso manager portoghese pareva intenzionato a liberare. Quello che fino a un anno e mezzo fa era un potenziale fuoriclasse per il centrocampo degli Spurs e dell’Inghilterra, anche a causa di qualche infortunio in serie è stato sorpassato nelle gerarchie da Ndombele, e attualmente sembra soprattutto un elemento da reintegrare in squadra a livello morale e di influenza sui compagni.
Il primo obiettivo per Mourinho ora è la sfida interna contro il WBA, in programma domenica 7 febbraio all’ora di pranzo. Gli Spurs si ritrovano in una situazione in cui devono ricostruire la loro stagione una partita alla volta (due mesi fa erano primi in classifica, oggi sono in 9^ posizione a -14 dal Manchester City), conquistando punti e fiducia, e concedendo tempo agli infortunati di rientrare. Ridando, nel mentre, più spazio alla qualità e più idee nella produzione offensiva, per liberare del tutto il talento dei singoli e non dipendere dai soliti noti.
di Antonio Cunazza
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