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Nel Mondiale di Qatar 2022, la Germania è stata eliminata nella fase a gironi: è il risultato più clamoroso di questa prima fase

Eliminata per mano del Giappone. E non ci stiamo riferendo ad una puntata del noto manga Holly e Benji (dove, per la verità, nello scontro diretto al 90′ la gara terminò 2-2). Il Mondiale per la Germania, considerata una delle favorite agli albori del torneo, è già finito, con la seconda eliminazione consecutiva nella fase a gironi.

Non è bastato il successo – seppur largo – contro la Costa Rica, i tedesch pagano oltre ogni modo la sconfitta nella gara inaugurale proprio contro il Giappone. Un ko a sorpresa, inaspettato, ma che ha condannato i tedeschi, non padroni del loro destino all’ultima giornata del girone. Ed i nipponici, battendo la Spagna, hanno centrato una qualificazione clamorosa, da capolista.

Una vera e propria onta per la Germania, anche perché le premesse per disputare una rassegna da protagonista assoluta c’erano tutte. Dalla vittoria nel 2014, i tedeschi hanno raccolto due eliminazioni ai gironi, proprio capitato all’Italia nel 2010 e nel 2014 e già si sprecano i paragoni su un futuro tutt’altro che roseo per la “Die Mannschaft“.

Germania, una rosa competitiva e l’errore di Flick

La Germania si è presentata con una rosa altamente competitiva al Mondiale; il processo di ringiovanimento della rosa è iniziato da tempo, anche perché in Germania i giovani talenti non mancano di certo ed il CT Flick ha attinto a piene mani dalle maggiori promesse già protagoniste in Bundesliga.

Ad iniziare dalla stellina del Bayern Monaco Jamal Musiala, fino al 24enne Raum, ormail pilastro mancino della difesa sia del Lipsia che della nazionale. Giovanissimi anche i due talenti del Borussia Dortmund, Adeyemi e Moukoko, rispettivamente 20 e 18 anni, senza dimenticare i talenti già affermati, dal 23enne Havertz al 26enne Sané, pilastro del Bayern.

Non mancano, ovviamente, i “senatori”, a partire dal capitano Neuer, fino ai difensori Rudiger e Sule, ai mediani Goretzka, Kimmich e Gundogan fino all’altro decano Muller.

Un mix, quindi, potenzialmente esplosivo che avrebbe dovuto – nelle idee di Flick – condurre la Germania il più avanti possibile nella rassegna. Ed il CT, nel postgara e ad eliminazione a caldo, non si è incolpato del disastro tedesco, affermando anche di non essere intenzionato a presentare le sue dimissioni.

Probabilmente, una delle cause del fallimento tedesco, è dovuta alla mancanza di un bomber; una sola punta di ruolo in rosa, il centravanti del Werder Brema Fullkrug, con Timo Werner lasciato a casa. Il numero 9, però, non ha mai giocato dal 1′, con Flick che ha puntato sul falso nueve, ruolo assegnato a Muller oppure Havertz. E le tante occasioni sprecate soprattutto contro il Giappone e la Spagna, sono costate carissime alla Germania.

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