Skip to main content

Alcuni dei giocatori convocati dall’Ecuador per questo Mondiale in Qatar hanno dei nomi di battesimo del tutto assurdi, che ricordano altri calciatori o sportivi del passato. 

Ayrton, Romario, Djorkaeff: è un tridente di grandi atleti, tutti campioni del mondo nelle rispettive discipline. Il primo rimanda a Senna, immenso pilota di Formula Uno; il secondo e il terzo a due ex-calciatori, vincitori della Coppa del Mondo nel 1994 col Brasile e nel 1998 con la Francia. Il “problema” è che questi sono anche nomi di battesimo di alcuni dei calciatori dell’Ecuador che scenderanno in campo in Qatar: Ayrton Preciado, Romario Ibarra e Djorkaeff Reasco.

Ecuador, i calciatori con nomi assurdi

Nella squadra allenata dall’argentino Gustavo Alfaro le stelle sono altre: Moisés Caicedo del Brighton e il vecchio Enner Valencia, per esempio. Tuttavia non sfugge all’attenzione degli appassionati questo trio di giocatori con nomi assurdi, ovviamente un omaggio ai campioni del passato. Ayrton Preciado è un esterno del Santos Laguna, in Messico. Ha 28 anni e un passato anche nella terza serie portoghese, al Leixoes. Ai genitori piaceva senza dubbio Ayrton Senna, visto che è nato nel 1994, pochi mesi dopo la tragica morte del campionissimo brasiliano sul circuito di Imola nel Gran Premio di Formula Uno di San Marino. Quell’anno il Mondiale di calcio lo vinse proprio il Brasile, che dedicò il trionfo ottenuto negli Stati Uniti a Senna, il cui funerale del resto aveva paralizzato l’intero paese. Uno degli attaccanti di quella squadra, e che attaccante, era l’immenso Romario de Souza Faria, per tutti solamente Romario.

“O Baixinho”, per la sua statura non proprio da colosso, nel Mondiale segnò 5 gol compreso quello decisivo in semifinale alla Svezia, e in generale è il quarto miglior marcatore nella storia della nazionale brasiliana con 56 reti in 70 presenze dietro Pelé, Neymar e Ronaldo. Abbastanza per diventare l’idolo del papà di Ibarra, che al suo figlioletto nato sempre nel 1994 decise di dare il nome Romario. Il primogenito si chiamava Renato ed è pure lui un calciatore, ma non sarà in Qatar. Inarrivabile come omaggio però quello di Djorkaeff Reasco, attaccante dell’Ecuador in Qatar, figlio d’arte visto che suo papà a sua volta era stato nazionale nonché convocato per i Mondiali del 2006. Neicer Reasco adorava il fantasista della Francia (peraltro di origine armena) campione del mondo nel 1998: talmente tanto da chiamare suo figlio così, col cognome dell’ex Inter. Non male nemmeno Piero Hincapié, difensore centrale dell’Ecuador. Forse i suoi genitori lo volevano chiamare Del Piero?

Leave a Reply

Procedendo, dichiari aver compreso e dai il tuo consenso affinché il tuo indirizzo IP e le informazioni del browser potrebbero essere processati dai plugin di sicurezza installati in questo sito.
×