Il modello del Qatar per costruire dal nulla una tradizione calcistica è uno dei più avveniristici e ambiziosi al mondo: scopriamo l’Aspire Academy di Doha.
È la squadra ospite, e probabilmente molti non la considerano lontanamente competitiva, tant’è vero che questa sarà in assoluta la sua prima partecipazione ai Mondiali di calcio. Eppure il Qatar è tutt’altro che un comprimaria a livello internazionale, e lo dimostra il suo palmares, che pr quanto magro vanta l’ultima edizione della Coppa d’Asia, disputatasi nel 2019.
Un torneo vinto a sorpresa da questo paese ricchissimo ma minuscolo, con poche centinaia di migliaia di cittadini e senza grande tradizione nel calcio, ma che ha saputo costruire in tempio relativamente brevi una squadra capace di raggiungere la vetta a livello continentale, davanti a formazioni come Corea del Sud, Iran e Giappone. Come è stato possibile tutto ciò?
Modello Qatar: che cos’è l’Aspire Academy
Tutto ruota attorno a questa lussuosa e avveniristica accademia sportiva, fondata nel 2004 per volere di Jassim Al Thani, terzo figlio dell’allora emiro del Qatar e costata circa un miliardo di dollari. L’accademia punta a essere una scuola per la formazione di sportivi (calciatori, ma non solo) assolutamente all’avanguardia, grazie alle utilizzo delle migliori tecnologie, del migliore personale tecnico e medico, e dei migliori analisti di dati.
Oltre a questo, l’Aspire Academy si regge su una rete di relazioni nel calcio europeo di altissimo profilo. La sua parte commerciale è curata dalla Global Sport Marketing di Sandro Rosell, ex-presidente del Barcellona, mentre quella tecnica è stata affidata a Josep Colomer, ex-capo scout del club blaugrana (l’uomo che ha scoperto Messi, per intenderci). La sezione di scienza applicata allo sport è in mano a un italiano, Valter Di Salvo, che è anche nello staff della Nazionale di Mancini.
Periodicamente l’accademia di Doha seleziona i migliori giovani del paese e li inserisce in un programma di sviluppo destinato a formare i calciatori del futuro. La prima generazione uscita dall’Aspire Academy è grossomodo quella che compone la Nazionale del Qatar che prenderà parte ai Mondiali. Che a sua volta è quella che ha vinto la Coppa d’Asia nel 2019 e che, in precedenza, aveva conquistato il titolo continentale U19 nel 2014. Non solo i giocatori sono quasi gli stessi, ma anche l’allenatore: si tratta di Félix Sanchez Bas, pupillo di Colomer formatosi nel settore tecnico dell’U19 del Barcellona, prima di venire assunto all’Aspire Academy e, da lì, passare a guidare la selezioni nazionali del Qatar.
Il secondo punto: Football Dreams
A completare questo progetto interviene un secondo fattore, ovvero Football Dreams. Si tratta di colossale programma di scouting nato nel 2007, che permette di selezionare i migliori talenti Under-14 di tutta l’Africa e portarli a Doha con delle borse di studio, per formarli nell’Aspire Academy. Da qui, i migliori possono addirittura ambire a delle specie di stage nel calcio europeo.
L’accademia ha infatti una rete di piccoli club europei affiliati, alcuni (come il KAS Eupen, in Belgio) direttamente di proprietà della stessa Aspire, in cui possono essere inviati i giocatori più promettenti. In questo modo, iniziano a fare esperiernza diretta del calcio europeo e della vita nel Vecchio Continente, e possono entrare rapidamente nel giro del calciomercato UEFA, magari addirittura riuscendo a ottenere un passaporto europeo.
Questo finora è l’aspetto su cui il progetto del Qatar ha deluso maggiormente, perché ancora nessun prodotto dell’accoppiata Aspire Academy-Football Dreams è riuscito a sfondare in Europa. Anche talenti come Akram Afif e Almoez Ali, miglior giocatore della Coppa d’Asia 2019, alla fine sono tornati a giocare nel campionato qatariota, senza ricevere particolari offerte da società europee non direttamente finanziate da Doha.