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Mohamed Kudus sta confermando in Premier League la bontà del suo talento ammirato in nazionale e con la maglia dell’Ajax

Non a tutti serve una stagione di ambientamento all’arrivo in un nuovo campionato, sicuramente non a Mohamed Kudus che dal suo arrivo al West Ham in estate non ha fatto che demolire le difese della Premier League impressionate dal mix di tecnica e fisicità messa in campo dal centrocampista ghanese. Recentemente intervistato dal The Guardian, Kudus si è anche reso protagonista di un siparietto particolare nello scorso week end: dopo aver segnato contro il New Castle, ha chiesto la sedia ad un giovane raccattapalle per mettere in scena la sua ormai classica esultanza. Il problema è stato che il ragazzo si è rifiutato di cedergli la sedia, evitando che il calciatore esultasse alla sua maniera in casa del New Castle. Il giovane tifoso ha fatto subito il giro del mondo diventando idolo della tifoseria bianconera, ma quello che Kudus stava per festeggiare era il dodicesimo gol alla prima stagione con il West Ham, un qualcosa di enorme se si pensa che è solamente un classe 2000. 

L’innamoramento della Premier League per Kudus arriva da non troppo lontano: è il settembre 2022 e l’Ajax fa visita al Liverpool per la seconda giornata del girone A della Champions League poi vinta dal Manchester City. Gli olandesi arrivavano da una bella vittoria per 4-0 contro i Rangers di Glasgow e un eventuale buon risultato ad Anfield avrebbe aumentato la fiducia di una squadra non in ottima forma. Al minuto 27 il trequartista biancorosso infila Alisson di sinistro, pareggiando momentaneamente il gol di Salah e costringendo i Reds ad affidarsi a Matip per vincere la gara nel pieno dei minuti di recupero. Quel trequartista era proprio Kudus, che in quella edizione della Champions League segnò quattro gol in sei partite, bucando consecutivamente Rangers, Liverpool e Napoli nonostante le brutte prestazioni dell’Ajax. 

L’imprinting venne confermato qualche mese più tardi quando, sul finire di novembre, Kudus segnò due reti alla Corea del Sud nell’unica vittoria del Ghana nel Girone H del Mondiale in Qatar. La stagione del tuttocampista terminò quindi con diciotto reti e sette assist in quarantadue partite giocate con la maglia dell’Ajax, alimentando l’appetito di quelle squadre che avevano bisogno di un giocatore il cui mix qualitativo di tecnica e fisicità lo rendeva unico nel suo genere, capace di giocare su tutto il fronte d’attacco e di centrocampo. In estate il West Ham di David Moyes fu più veloce di tutti e sul finire di agosto versò 43 milioni nelle casse dell’Ajax per portarlo a Londra, dove Kudus arrivò dopo aver iniziato la stagione in Olanda con quattro reti e un assist in tre partite tra Eredivise (2-1-1) e preliminari di Europa League (1-3-0). 

In un’intervista al The Guardian il calciatore ha recentemente confessato che sarebbe potuto rimanere in Olanda dove conosceva il campionato e dove giocando nell’Ajax non c’era bisogno di andare sempre al cento per cento per vincere le partite. Avrebbe potuto scegliere la strada semplice ma, nativo di Nima nella provincia di Accra in Ghana, uscire dalla confort zone è ciò a cui è abituato da tutta la vita e la scelta del West Ham gli era parsa così naturale da rendere impossibile rifiutare l’offerta. Al suo arrivo a Londra la connessione con Bowen e Paquetà è stata a suo dire “magnetica”, tanto da portarlo sulla corsia di destra dove la sua tecnica può scatenarsi a piacimento, e dove il suo fisico costruito attentamente può imporsi contro avversari come Luke Shaw, definito il più difficile da affrontare. 

Kudus non è Antony 

Ala destra, trequartista, centrocampista, punta: a prescindere dal ruolo scelto per lui, Kudus riesce a rendere il suo calcio essenziale per il West Ham e complesso da arginare per la Premier League, che da tempo non aveva a che fare con un esordiente con numeri del genere. 

Per finire di raccontarvi di Kudus non possiamo non citare il paragone che in Inghilterra è argomento di discussione all’ordine del giorno quando il ghanese segna e il brasiliano invece no. Il brasiliano in questione è Antony, arrivato a Manchester un anno prima di Kudus a Londra, e pagato 95 milioni di euro dietro esplicita richiesta di Ten Hag. Il suo impatto è completamente da rivedere: otto gol alla prima stagione, due in quella corrente, che tra l’altro non lo ha ancora visto a tabellino in Premier League. Una comparazione suicida per l’esterno verdeoro che – ex compagno di Kudus all’Ajax – a Manchester sta decisamente fallendo la missione di colonizzazione della squadra allenata dal suo ex tecnico all’Ajax.  

Questo solo per alimentare ancor di più il mito di Kudus, trequartista o ala destra senza alcuna differenza in grado di impattare sulla Premier League come un meteorite proveniente da Nima, in Ghana, e di confermare che a Londra, sponda West Ham, le cose sanno farle davvero bene. 

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