I tifosi del Millwall hanno fatto ritorno al proprio stadio, dopo le porte chiuse dovute alla pandemia, fischiando i giocatori in ginocchio per Black Lives Matter. Questo, però, è solo l’ultimo di una serie di discutibili episodi della storia degli hooligans del The Den.
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Una pioggia di fischi ha segnato l’inizio della partita di sabato tra Millwall e Derby County, nella Championship inglese. A scatenarli è stata la decisione dei giocatori della squadra di casa di inginocchiarsi in campo, in un gesto di vicinanza alla causa antirazzista di Black Lives Matter; un gesto, però, che i tifosi hanno più volte detto di non condividere, criticando il club sui social. Così, il weekend del ritorno dei tifosi negli stadi inglesi ha finito con l’essere segnato nuovamente da una polemica sul razzismo.
Ma una polemica tutt’altro che casuale: gli ultras del Millwall sono tra quelli più famigerati della storia del calcio inglese, con un palmares che conta più chiusure dello stadio che trofei. Fin dalla loro fondazione negli anni Settanta, i Bushwackers si sono fatti conoscere come uno dei più violenti gruppi di hooligans al mondo, e oggi trovano supporto anche a livello istituzionale.
DOVE E COME STANNO TORNANDO I TIFOSI ALLO STADIO?
Millwall, una storia di tifo violento
Non è certamente un club glorioso, il Millwall, che nella sua lunga storia ha disputato appena due stagioni in prima divisione, tra il 1988 e il 1990, ma ha finito per farsi conoscere per i suoi tifosi. La principale firm dello stadio The Den è nata nel 1972 con il nome di F-Troop, ma la storia del tifo violento a Bermondsey si può far risalire addirittura al 1906, quando ci furono incidenti nella sfida contro il West Ham, storico rivale del Millwall. Dagli anni Venti fino al 1950, lo stadio venne chiuso in quattro occasioni per episodi di violenza.
Further comments from yesterday’s game…. pic.twitter.com/7T25MmMDwI
— Wayne Rooney (@WayneRooney) December 6, 2020
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A partire dagli anni Settanta, questo club riottoso seguito per lo più da lavoratori del porto seguì una radicale evoluzione politica, venendo infiltrato massicciamente dal National Front, un partito neofascista che proprio in questo periodo visse una rapida ascesa. La nascita della F-Troop, poi rinominatasi Millwall Bushwackers, portò a un innalzamento del livello dello scontro.
Nel 1985, durante un match di FA Cup contro il Luton Town, i Bushwackers diedero il via a una rissa con invasione di campo e lancio di razzi, uno dei quali colpì il portiere del Luton; la partita fu sospesa prima della fine, ma gli scontri andarono avanti per quasi tutta la notte, mentre i tifosi del Millwall demolivano gli spalti.
Molti indicano gli incidenti del 1985 come una delle cause scatenanti della politica anti-hooligans del governo inglese, quella che avrebbe posto fine al problema. Ma in realtà altri episodi di violenza si verificarono negli anni Novanta; nel 2002, un match contro il Birimingham divenne occasione di nuovi scontri, che portarono al ferimento di 47 poliziotti. Di nuovo, nel 2009, la sfida di Football League Cup fu teatro di una battaglia tra i Bushwackers e gli ultras del West Ham.
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Negli ultimi anni, la dirigenza del Millwall si è impegnata molto per prendere le distanze dai tifosi violenti. La decisione di supportare Black Lives Matter doveva servire a ripulire l’immagine del club e sensibilizzare il pubblico verso la causa antirazzista. Inutile dire che i Bushwackers non la potevano prendere bene.
Per intenderci, lo scorso giugno diversi tifosi del Millwall si erano uniti alle proteste organizzate a Londra da destra e suprematisti bianchi contro BLM e in difesa della statua di Winston Churchill. Uno di questi, Bryn Male, affrontò da solo i manifestanti di BLM, finendo per essere accerchiato e malmenato, prima di venire salvato da uno di questi, che se lo caricò in spalla portandolo via.
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Sui social, i fan avevano già protestato per il gesto di inginocchiarsi da parte della squadra, così che venerdì allenatore e giocatori avevano rilasciato un comunicato in cui confermavano la loro scelta: “Questo gesto ci offre l’opportunità di mostrare pubblicamente il nostro sostegno alla lotta contro la discriminazione”. I fischi, però, sono arrivati lo stesso, causando lo sdegno del mondo del calcio inglese, da commentatori come Gary Lineker e Micah Richards, fino all’allenatore del Derby County Wayne Rooney, e ovviamente dalla Football League e dalla dirigenza stessa del Millwall.
In maniera abbastanza sconvolgente, invece, il governo britannico non ha voluto condannare l’episodio. Anzi, il Ministro dell’Ambiente George Eustice (un conservatore, in passato membro di UKIP, il partito di estrema destra che per primo sostenne la Brexit) è arrivato a criticare BLM e dicendo che, in fondo, i tifosi del Millwall hanno diritto a esprimere la loro opinione. Parole che hanno scatenato una forte polemica nel Regno Unito, rivelando ancora una volta che il paese non è affatto riuscito a fare i conti con i problemi degli hooligans e del razzismo.
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