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Problemi al Milan tra il direttore tecnico e il proprietario del club rossonero: il caso Zaniolo al centro delle polemiche, ma non soltanto. Cosa succede?

Il fallimento dell’operazione Zaniolo sembra aver minato duramente il rapporto tra i due nomi principali della governance rossonera: secondo la Gazzetta dello Sport, Paolo Maldini non sarebbe affatto contento della reazione del proprietario Gerry Cardinale alle sue ultime richieste per il mercato. Una situazione confermata anche da Tuttosport.

I problemi tra i due sarebbero esplosi a causa della recente questione legata all’attaccante della Roma, ma in realtà sembrerebbe esserci dell’altro. Anche perché la situazione generale dei campioni d’Italia, al di là del secondo posto in classifica, è tutt’altro che rosea, sia a livello tecnico che societario. Da ieri è infatti nota l’apertura di un’indagine della Procura di Milano per appropriazione indebita legata al recente passaggio di proprietà dei rossoneri.

Il caso Zaniolo e gli altri motivi di tensione nel Milan

“La squadra è comunque dentro i suoi parametri” diceva a Dazn Maldini dopo la sconfitta pesante contro la Lazio di lunedì sera. Una frase che per alcuni era una difesa di Pioli e dei suoi giocatori, per altri invece era una velata rassegnazione allo stato delle cose: il Milan, così com’è, non può andare oltre questo. Una stoccata, allora, verso la proprietà, che ha anticipato i problemi più recenti dovuti al caso Zaniolo.

Il Milan aveva i favori del giocatore per un trasferimento in questo gennaio, ma l’offerta faatta da Maldini non aveva convinto la Roma. Così, il direttore dell’area tecnica rossonera aveva chiesto a Gerry Cardinale i fondi per un rilancio. In un momento di difficoltà della squadra, e con l’impellente necessità di un colpo come quello di Zaniolo per riempire una lacuna nella rosa, l’operazione era vista come molto importante da Maldini. Ma alla fine la proprietà ha risposto di no.

Cardinale vuole seguire un progetto economicamente sostenibile e non ha approvato il sacrificio per arrivare a Zaniolo, scontentando Maldini. Ma questa situazione sarebbe solo la punta dell’iceberg: in estate, l’obiettivo del Milan era già quello di operare 2-3 innesti di valore per rinforzare la squadra in vista della Champions League. I nomi erano stati quelli di Origi, Botman e Renato Sanches, ma di questi solo il primo (svincolato) è stato raggiunto. Negli altri due casi, i rossoneri sono stati sorpassati da Newcastle e PSG, e hanno dovuto ripiegare su profili molto meno prestigiosi come Thiaw e Vranckx.

È facile supporre che già in quel momento Maldini avesse intuito che il nuovo proprietario non aveva intenzione di andare incontro alle sue richieste, e che il progetto di crescita tecnica della squadra sarebbe dovuto essere ridimensionato. Ma d’altronde il rapporto tra i due non è proprio partito benissimo, se pensiamo a tutto la storia del rinnovo dei contratti di Maldini e Massara. E sempre a proposito di possibilità di spesa e contratti da rinnovara, è ancora in ballo la questione di Rafael Leão. Tutte cose che non lasciano tranquillo il direttore dell’area tecnica rossonera.

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