Messi arriva al PSG e indosserĂ probabilmente la maglia numero 10, ma quali sono stati i precedenti illustri possessori di quel numero a Parigi? Scopriamolo assieme
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Messi sarĂ un giocatore del Paris Saint-Germain: ieri sera, la famiglia reale del Qatar ha annunciato la firma dell’accordo col fuoriclasse argentino, che verrĂ ufficializzato nelle prossime ore dal club.
A Parigi, la Pulce potrebbe indossare ancora la maglia numero 10, che porta nell’Argentina e ha vestito per gran parte della sua carriera al Barcellona: Neymar infatti gliel’avrebbe offerta come segno di rispetto nei giorni scorsi, ma inizialmente Messi avrebbe rifiutato, in attesa di definire l’accordo col PSG. I transalpini, spesso accusati di avere una storia poco gloriosa prima dell’arriva della proprietĂ qatariota, hanno in realtĂ una bella tradizioni di numeri 10.
Messi e la lunga storia della 10 del PSG
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Safet Susic
Il primo grande numero 10 del PSG è stato lo jugoslavo Safet Susic, che oggi è considerato il piĂ¹ grande calciatore bosniaco di tutti i tempi. Il suo arrivo a Parigi, nel 1982, aveva 27 anni ed era acclamato come la stella del calcio balcanico: all’epoca, il club aveva appena conquistato il suo primo trofeo (la Coppa di Francia) e annoverava in rosa giocatori come Fernandez, Rocheteau e Ardiles. Trequartista geniale e dal dribbling sopraffino, Susic giocĂ² al PSG fino al 1991, vincendo un’altra Coppa di Francia e il primo campionato della storia del club.
RaĂ
Fratello minore di Socrates, RaĂ fu acquistato dal PSG nel 1993, quando aveva 28 anni e al San Paolo si era affermato come uno dei migliori calciatori del Brasile. Grazie alla sua classe, si impose subito come una delle stelle della squadra durante il periodo d’oro degli anni Novanta, vincendo un campionato, due Coppe di Francia, due Coppe di Lega, una Supercoppa nazionale, e una Coppa delle Coppe, raggiungendo anche la semifinale di Champions League nel 1995 accanto a George Weah. Nel mezzo, fu anche campione del mondo nel 1994.
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Jay-Jay Okocha
Genio e sregolatezza made in Nigeria: Okocha era stato la stella del clamoroso oro olimpico vinto dalle Super Eagles nel 1996 e aveva un dribbling ubriacante che a Parigi rievocava decisamente Susic. Cresciuto in Germania, arrivĂ² a Parigi nel 1998 a 25 anni, restandoci fino al 2002, vincendo una Supercoppa francese e una Coppa Intertoto. Purtroppo, erano giĂ gli anni del declino del club e il suo talento risultĂ² un po’ sprecato in una squadra non sempre in grado di supportarlo.
Ronaldinho
Nel 2001, il PSG fece il colpo che pareva destinato a rilanciate le ambizioni del club, assicurandosi la giovane stella del Gremio e da tutti ritenuto uno dei fenomeni del futuro. Ronaldinho era uno stupefacente attaccante dribblomane, in pure stile parigino, ma presto fu chiaro che Parigi gli stava troppo stretta: dopo un eccezionale Mondiale (vinto) nel 2002, venne ceduto al Barcellona e si affermĂ² come il piĂ¹ forte giocatore al mondo, probabilmente il migliore che il PSG abbia mai avuto fino a Messi.
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Vikash Dhorasoo
Non proprio il 10 che ci si aspetta: Dhorasoo era un buon regista di centrocampo che aveva vissuto anni d’oro all’Olympique Lione, che gli erano valsi un sorprendente trasferimento al Milan, dove perĂ² aveva faticato ad affermarsi. Nel 2005, a 32 anni, lasciĂ² Milano per Parigi, dove disputĂ² ancora una grande stagione, coronata col ritorno in Nazionale e il raggiungimento della finale mondiale del 2006. Dopo una sola stagione, perĂ², cambiĂ² aria, andando a chiudere la carriera al Livorno.
Ronaldinho sure did enjoy himself at PSG đŸŒŸpic.twitter.com/K76uIoiod9
— GOAL (@goal) October 16, 2020
Marcelo Gallardo
Oggi acclamato allenatore del River Plate, Gallardo è stato il primo 10 argentino del PSG e quindi primo “antenato” di Messi. Trequartista molto brillante, era stato giĂ una star del River da giocatore, lasciando un ottimo ricordo in Francia al Monaco, prima di tornare in Argentina; nel 2007 entrĂ² in rotta con Passarella, che lo allenava al River, e decise di tornare in Europa, firmando per il PSG. Aveva quasi 31 anni e non era piĂ¹ il giocatore di un tempo: a Parigi contribuì alla vittoria di una Coppa di Lega, prima di trasferirsi negli Stati Uniti.
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Stéphane Sessègnon
Oggi è probabilmente piĂ¹ noto per essere il cugino di Ryan e Steven Sessègnon, ma verso la fine degli anni Duemila era considerato una grande promessa del calcio africano: trequartista centrale o mancino, rapidissimo e – ovviamente – votato al dribbling, fu acquistato nel 2008 da Le Mans e divenne un idolo della tifoseria. Sessègnon aveva un grandissimo talento ma era poco portato al gol, e in quel PSG non riusciva a rendere al meglio: dopo aver vinto una Coppa di Lega, lasciĂ² il club per andare al Sunderland.
NenĂª
Esterno sinistro brasiliano incostante in campo quanto nella sua permanenza nei club, quando giunse al PSG dal Monaco, nel 2010, aveva giĂ 29 anni ma proprio nella capitale francese avrebbe vissuto i suoi anni migliori, scoprendosi bomber di razza. Fu l’ultimo numero 10 prima dell’arrivo della proprietĂ qatariota e anche il primo della loro gestione, venendo infine ceduto (proprio in Qatar), nel gennaio del 2013. A Parigi fece in tempo a perdere uno scudetto da protagonista (capocannoniere della Ligue 1 assieme a Giroud) e poi a vincerne uno da panchinaro.
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Zlatan Ibrahimovic
Non che necessiti di presentazioni, ma Ibrahimovic fu il primo vero fuoriclasse acquistato dal PSG made in Qatar. Ăˆ solo col suo arrivo che inizia veramente il nuovo corso del PSG, che torna a vincere lo scudetto dopo 18 anni di digiuno. La sua esperienza francese è immortalata in un numeri pazzeschi: 156 gol in 180 partite totali, quattro campionati, tre Coppe di Lega, due Coppe di Francia e tre Supercoppe nazionali.
Neymar
Dopo il breve intermezzo di Pastore, la maglia numero 10 del PSG è passata nel 2017 a Neymar, fuoriclasse brasiliano acquistato per la faraonica cifra di 222 milioni di euro. A Parigi, in particolare sotto la guida di Thomas Tuchel, si è evoluto in un tuttocampista moderno e in una stella assoluta, trascinando il club a vincere tre campionati, tre Coppe di Francia, due Coppe di Lega, due Supercoppe e, sorpattutto, a fare la prima finale di Champions League della sua storia. E ora si prepara a riabbracciare Leo Messi, con cui ha vissuto un periodo magico al Barcellona.
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