Weston McKennie rompe il silenzio sul trasferimento di Moise Kean alla Fiorentina e lo fa durante un’intervista alla CBS, dove ha presentato il suo nuovo progetto benefico ‘McKennie’s Magical Youth Mission‘, dedicato al supporto delle comunità svantaggiate con particolare attenzione agli orfanotrofi.
“Non mi sta sorprendendo”, afferma il centrocampista della Juventus parlando dell’ottimo rendimento del suo ex compagno di squadra in maglia viola. “Ci ho parlato prima dell’ultima partita di Coppa Italia. Ha tutte le carte in regola: forte, veloce, ha qualità e sa fare tutto”. McKennie poi rivela un retroscena significativo: “Quando era qui c’erano molte persone che dubitavano di lui e molte persone contro. Era un po’ ingiusto. Solo perché è un attaccante e deve fare gol, ma è difficile farlo quando entri negli ultimi 10 minuti…”
Kean era stato spesso criticato nei suoi anni alla Juventus ma dopo l’infortunio di Vlahovic in tanti avevano bocciato la scelta di Cristiano Giuntoli di cedere l’attaccante alla Fiorentina. Nella squadra viola e con la fiducia giusta infatti Kean sta dimostrando tutte le sue qualità e i suoi gol hanno spinto il club allenato da Palladino di realizzare otto vittorie consecutive.
Il legame tra McKennie e Kean
Emerge dalle parole del nazionale americano un forte legame con l’attaccante italiano, testimoniato dal continuo supporto: “Gli ho anche detto che spero continui così perché lo merita”. Un sostegno che si basa sulla profonda convinzione che Kean “aveva solo bisogno di qualcuno che credesse in lui e gli desse fiducia, minutaggio, che facesse emergere quel lato di lui”.
Nel corso dell’intervista, McKennie ha anche parlato del suo recente gol in Champions League contro il Manchester City: “Sicuramente è stata una sensazione incredibile, soprattutto tornare dopo un piccolo periodo di stop per infortunio e segnare in quel modo è stato sicuramente un momento da ricordare per me”.
La testimonianza di McKennie getta nuova luce sulle dinamiche che hanno portato alla separazione tra Kean e la Juventus, evidenziando come la mancanza di fiducia e il limitato tempo in campo abbiano influenzato la decisione dell’attaccante di cercare nuove opportunità altrove, dove poi ha dimostrato tutto il suo valore.