Giovanni Martusciello è il nuovo tecnico della Lazio e dopo l’addio di Sarri siederà lui sulla panchina biancoceleste.
Un apprendistato può durare moltissimo tempo prima di essere completato, interi mesi passati sui libri o – nel mondo del calcio – a studiare gli avversari, a ripetere mnemonicamente i movimenti di ogni singolo modulo, ad apprendere come interfacciarsi con i giocatori in allenamento o durante le gare. Il periodo di studio di Giovanni Martusciello è durato forse fin troppo: iniziato nel 2006 nell’Empoli – squadra con cui terminò la carriera da calciatore – il percorso fino a diventare allenatore a tutti gli effetti si è snodato all’ombra di allenatori di primissimo livello come Spalletti e Sarri, per poi deflagrare un giorno di primavera ad Empoli, quasi sette anni fa.
Si, perché se da giocatore la gavetta tra Serie B e Serie C fu coronata con l’approdo trionfale in Serie A nel 1998, il suo arrivo su una panchina della massima serie non è stato altrettanto morbido. Sempre Empoli protagonista, stagione 2016-17: la squadra toscana arrivava da un periodo complesso e la scelta di Martusciello pareva in linea con la policy societaria, salvarsi e ricostruire una mentalità che permettesse alla squadra di rimanere in Serie A negli anni successivi. Purtroppo, la conoscenza dell’ambiente non bastò all’attuale tecnico della Lazio che nelle trentotto partite di campionato raccolse solamente trentadue punti, retrocedendo al diciottesimo posto dietro al miracolo Crotone.
Da quell’esperienza si capì che l’apprendistato doveva continuare e allora le stagioni successive si legò prima a Spalletti – come collaboratore tecnico nei due anni all’Inter – e poi a Sarri, con il quale aveva già lavorato all’Empoli. La prima e unica stagione di Sarri alla Juventus vide Martusciello protagonista fin da subito: in agosto il tecnico toscano si prese una brutta infezione e nelle prime due gare di campionato – contro Parma e Napoli – fu lui a condurre dalla panchina la squadra guidata da Cristiano Ronaldo. Le due vittorie ottenute non si ripeterono però all’ultima di campionato, quando nell’agosto 2020 contro la Roma Martusciello sostituì nuovamente Sarri in panchina.
La sua figura ha quindi già sfiorato la Serie A e l’immaginario dei tifosi, che ne hanno apprezzato lo stile impeccabile ma anche notato come l’apprendistato dovesse ancora terminare. E allora ecco che con la firma di Sarri alla Lazio nell’estate 2021 anche Martusciello vola a Roma dove per tre stagioni e 137 partite sarà l’ombra del tecnico toscano nei successi e negli insuccessi di una Lazio altalenante.
Martusciello alla Lazio: come giocherà?
Il secondo posto della scorsa stagione ha alzato le aspettative e le difficoltà riscontrate a causa dell’impegno europeo hanno complicato la gestione di Sarri che nelle scorse ore ha scelto di lasciare la panchina della Lazio. La scelta più logica per Lotito – sia in termini economici che di continuità per la rosa – è ricaduta su Martusciello, vice del tecnico toscano e quindi pronto a mantenere la rotta tattica tracciata nelle ultime tre stagioni.
Il 4-3-3 sarà quindi l’impronta che la Lazio continuerà a lasciare sui campi di Serie A fino al termine della stagione, ma con un contratto fino al giugno 2025 non è escluso che sul finire del campionato e – qualora i risultati gli dessero ragione – in estate, la squadra possa proseguire il proprio ricambio generazionale puntando sul 4-3-1-2 che Martusicello aveva proposto ad Empoli senza troppa fortuna.
Un cambio di modulo che non prevederebbe un cambio di mentalità: l’Empoli di Martusicello – seppur in mezzo a mille difficoltà – basava la propria filosofia sul possesso di palla e sulla costruzione del gioco, un tentativo costato caro per la qualità della rosa ma che alla Lazio potrebbe iniettare nuova linfa vitale nel corso di un pieno ricambio generazionale.
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