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Primo in classifica nel campionato di sviluppo inglese under 23, Enzo Maresca è pronto a fare il salto in alto: il Celtic pensa a lui per il post Lennon

La stagione scozzese appena terminata ha visto i Rangers trionfare senza, praticamente, avere mai un avversario per il titolo. Infatti, il Celtic ha attraversato una stagione interlocutoria, che terminerà con un secondo posto in campionato andando a chiudere un’annata da dimenticare, in patria e non. Per questo motivo a pagare è stato Neil Lennon, esonerato – per la seconda volta dai Bhoys – qualche settimana fa.

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Lennon ha pagato l’involuzione dal punto di vista dei risultati ma anche del gioco, nonostante il Celtic fino a gennaio abbia tenuto tutti i calciatori più forti della rosa. Ora la società con sede nella metà cattolica di Glasgow cercherà un nuovo manager, tentando di nuovo il colpaccio dall’Inghilterra come ai tempi in cui i Bhoys puntarono su Rodgers. Il nome è quello di Enzo Maresca.

Il Celtic può ripartire da Enzo Maresca

Enzo Maresca è un manager molto giovane ma del quale si parla molto bene. Chi lo conosce lo dipinge come un tipo molto preparato, una sorta di spugna rapida ad assorbire ogni concetto calcistico che lo stuzzica. Attualmente, Maresca lavora al Manchester City, dov’è approdato la scorsa estate per allenare la squadra under 23 del club. E, da quasi un anno, sta approfittando della vicinanza con Guardiola per carpire più segreti possibili dal catalano.

enzo maresca

Fonte immagine: @goal (Twitter)

Le cose stanno andando abbastanza bene: il Manchester City, infatti, guida anche la Premier League 2, categoria destinata allo sviluppo di tutti quei ragazzi che rappresentano il futuro della prima squadra. Maresca, secondo i giornali inglesi, ha già dato una grossa impronta alla squadra, che in campo si muove con grande autorità. Difficile dire come finirà il campionato, ma le probabilità di vincere sono molto buone.

Perché il Celtic lo cerca

Il Celtic vuole Enzo Maresca per dare una ventata di novità a uno stile troppo britannico, di gioco e di interpretazione in campo. Infatti, nonostante i tanti calciatori di qualità, gli Hoops con Lennon hanno faticato parecchio a esprimersi, nonostante il 4-2-3-1 che in teoria avrebbe dovuto valorizzare la potenza offensiva della squadra ma, in realtà, ha funzionato a singhiozzo.

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Con Maresca il Celtic potrebbe imbastire un frizzante 4-3-3, modulo parecchio in voga da quelle parti (i rivali cittadini dei Rangers lo giocano, e anche bene), improntato improntato principalmente sul possesso palla, gli scambi rapidi e l’intercambiabilità di ruolo dei vari interpreti. Una cosa, a livello innovativo, che in Scozia manca e si è vista solo grazie a Gerrard e, appunto, a Rodgers.

Una nuova vita dopo Ascoli

Enzo Maresca, nonostante abbia solo 41 anni, ha già avuto modo di allenare in Italia. Ad Ascoli, più precisamente, dove ha svolto formalmente il ruolo di vice Fiorin ma, all’atto pratico, l’allenatore era proprio lui. Le cose non andarono bene, ci furono screzi con la società e, di conseguenza, il tecnico decise di risolvere consensualmente il contratto lasciando il posto vacante. Molto meglio invece è andata al Siviglia, dove fu Monchi a caldeggiare il suo arrivo.

In Andalusia, Maresca ha ricoperto il ruolo di assistente tecnico della prima squadra, prima di volare in Inghilterra al West Ham, dove è stato il secondo di Manuel Pellegrini. A Londra si avvicinò alla figura di Guardiola, folgorato dalla personalità del catalano: “Quando fummo mandati via avevo del tempo libero e ne approfittai per studiare il calcio di Pep – ha raccontato a La Gazzetta dello Sport – poi mi accordai col Manchester City: ero consapevole che si trattasse di un’occasione unica”.

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Se Guardiola è il presente, Sacchi è stato colui il quale lo ha convinto a intraprendere la carriera di allenatore: “Quando smisi di giocare, la prima cosa che feci fu andare a trovare Sacchi. Passai con lui mezza giornata a parlar di calcio: quell’incontro è una tappa fondamentale della mia vita” ha detto Maresca, amante della tattica e degli scacchi a tal punto da farne l’argomento centrale della sua tesi a Coverciano. Il futuro per ora è indecifrabile, ma la prospettiva di una panchina importante come quella del Celtic non può far altro che affascinare.

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