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Marco Raduano è un boss pugliese che si è reso protagonista di una clamorosa evasione dal carcere di Nuoro lo scorso gennaio. Sul caso ci sono novità.

Lo scorso 24 febbraio la sua evasione, calandosi con le lenzuola da una finestra del carcere di Badu ‘e Carros (Nuoro), aveva fatto scalpore. Oggi, oltre un mese dopo, emergono novità sull’accaduto, con l’arresto di ben due persone coinvolte nella fuga del boss Marco Raduano. Nella mattinata di oggi, lunedì 3 aprile, sono stati comunicati gli arresti della moglie di Raduano e di un agente della polizia penitenziaria. Entrambi sarebbero responsabili, secondo gli inquirenti, di aver organizzato la fuga del malavitoso. Le indagini hanno portato alla luce un passaggio di denaro in cambio dell’introduzione all’interno dell’istituto di pena di uno o più telefoni cellulari.

Marco Raduano, nel frattempo, resta ancora latitante, dopo che si sono perse le sue tracce in seguito alla fuga del 24 febbraio dal carcere di Nuoro. Si tratta di un uomo di 40 anni, esponente di spicco della criminalità organizzata del Gargano e capo del clan Raduano, il più importante della mafia di Vieste. All’interno del mondo criminale pugliese era noto sol soprannome di “il Pallone”. La sua evasione ha fatto molto discutere non solo per la sua spettacolarità (le telecamere esterne hanno ripreso la sua fuga con le lenzuola), ma anche per il fatto che nessuno era mai fuggito dalla prigione di Badu ‘e Carros. Il Sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria aveva denunciato da tempo la carenza di personale della struttura. “Quel che è successo è di inaudita gravità. – aveva detto Donato Capece, segretario del sindacato Sappe – È la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più”.

Marco Raduano che reati ha commesso

Raduano stava scontando una serie di condanne destinate a tenerlo in carcere fino al 2046. I reati di cui è stato ritenuto colpevole sono traffico di stupefacenti con l’aggravante mafiosa, omicidio e vari reati contro la persona, contro il patrimonio e in materia di armi e stupefacenti. Nell’ottobre 2019 il suo clan malavitoso era stato sgominato dalle Forze dell’Ordine, con l’arresto di 15 persone per crimini legati la traffico di stupefacenti. Lo scorso 3 febbraio, pochi giorni prima di evadere, Marco Raduano era stato condannato in Cassazione a 19 anni di carcere più 3 di libertà vigilata, nell’ambito del processo Neve di Marzo.