Con il mercato di gennaio in chiusura, le società studiano potenziali colpi da piazzare al fotofinish: uno di questi può essere Mandragora al Torino
Rolando Mandragora resta o va? Se lo staranno chiedendo in questi giorni i tifosi dell’Udinese, soprattutto dopo le ultime novità che vedrebbero il talentuoso centrocampista lasciare il Friuli nelle ultime ore di mercato. Il centrocampista di proprietà della Juventus, infatti, potrebbe finire al Torino, rientrando nel capoluogo piemontese ma per vestire i colori granata.
Inutile dire che per Gotti, perdere Mandragora sarebbe un brutto colpo, soprattutto dopo averlo recuperato in pieno in seguito al brutto infortunio al legamento crociato procuratosi, guarda il caso, proprio durante l’ultima trasferta giocata allo Stadio Olimpico Grande Torino, in seguito a un brusco movimento dopo aver subito un tunnel da Meité. Il calciatore che, nella squadra di Nicola, probabilmente Mandragora andrebbe proprio a sostituire nel caso in cui l’affare si dovesse concretizzare.
Mandragora al Torino: la situazione
Cosa non affatto scontata, perché la situazione contrattuale di Mandragora è abbastanza intricata, visto che in ballo – per il suo eventuale approdo al Torino – ci sono addirittura tre società da accontentare. I granata, ovviamente, poi l’Udinese ma anche la Juventus, il cui veto sul calciatore sarà decisivo per decidere dove il classe 1997 continuerà la sua carriera.
Attualmente, Mandragora è in prestito ai bianconeri friulani, che però con la Juventus avrebbero concordato l’opportunità di prolungare il matrimonio anche per la prossima stagione. A Torino non hanno detto di no, anzi, lasciare il giocatore a Udine significa concedergli molto più spazio di quello che avrebbe agli ordini di Andrea Pirlo.
Perché Mandragora approdi al Torino, quindi, andrebbe prima risolto formalmente il prestito con l’Udinese, e poi successivamente bianconeri e granata potranno sedersi al tavolo per concordare le modalità. Voci dicono che il Torino prenderebbe Mandragora in prestito per 18 mesi con obbligo di riscatto, ma sulla squadra di Nicola pende l’ombra della retrocessione. In caso di B, le strategie – per motivi economici – dovrebbero giocoforza essere rivisti.
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Come sta andando Mandragora
Ripresosi dal brutto infortunio di luglio, Mandragora è tornato recentemente in campo ma Gotti, spesso, lo ha utilizzato solo per qualche spezzone di partite. Infatti, soltanto una volta l’ex Genoa ha giocato 90 minuti completi. Per il resto, la sua assenza ha portato l’allenatore dell’Udinese a studiare una squadra in grado di supplire alla mancanza, con palleggiatori come De Paul e Pereyra dai cui piedi passano la maggior parte delle iniziative.
Per questo, davanti alla difesa viene scelto quasi sempre un mediano con caratteristiche prettamente di rottura. Che sia Arslan o Walace, a schermo Mandragora non ha quasi mai trovato spazio, dirottato nel ruolo di mezzala sinistra nel quale, al di là del rendimento, al Torino dovrebbe incastrarsi tra Linetty, Baselli e volendo anche Segre.
Perché allora il Torino vuole Mandragora?
Bella domanda, alla quale non è facile rispondere. Innanzitutto, perché il mercato del Torino non è improntato sul soddisfare le necessità, ma sullo sfruttare occasioni. Del resto, se così non fosse, la dirigenza granata avrebbe preso un upgrade vero di Rincon. Tuttavia, Mandragora – pallino di Nicola, che lo ha allenato a Crotone e Udine – potrebbe provare a spostarsi nuovamente davanti alla difesa.
Mancino naturale, buon fisico – inteso come struttura, mentre la tenuta rimane un gigantesco punto interrogativo -, discreta visione di gioco: potrebbe riassumersi così le caratteristiche di questo ragazzo originario di Napoli, cresciuto nel settore giovanile del Genoa e passato, prima di accasarsi alla Juventus, fugacemente da un prestito al Pescara. Lui, per Nicola, è il profilo in grado di alzare il livello del centrocampo del Torino. Se funzionerà, sarà solo il tempo a dircelo.
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