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Il Manchester City è notoriamente una squadra con tanti grandi giocatori, ricchissima e molto attiva sul mercato. Eppure la sua rosa è abbastanza corta.

Trentasei minuti di gioco, e subito un cambio: Guardiola fa uscire l’infortunato John Stones e, al suo posto, entra Fernandinho. Un cambio strano, e se ne sono accorti tutti: Fernandinho, regista di centrocampo, va a giocare come terzino destro, ruolo in cui peraltro era insolito trovare lo stesso Stones, centrale di difesa. Se poi aggiungiamo che il brasiliano, 37 anni e mai particolarmente scattante anche quand’era più giovane, deve vedersela con Vinicius Jr., appare chiaro che qualcosa non torna.

Sono questi gli inaspettati problemi con cui si trova ad avere a che fare Pep Guardiola col suo Manchester City, e che, prima ancora della semifinale di andata di Champions League contro il Real Madrid, era apparsi nel turno precedente con l’Atletico, quando sulla fascia sinistra difensiva era stato schierato Nathan Aké, di ruolo difensore centrale.

La rosa corta del Manchester City

Non è una novità, chiaramente, che una squadra possa attraversare un periodo sfortunato e avere pochi giocatori a disposizione, specialmente quando ci si ritrova a fine stagione, ma di sicuro colpisce che problemi di questo tipo accadano a un club con il potenziale economico dei Citizens, in grado tranquillamente di coprire senza sforzi qualsiasi lacuna.

Di norma, il terzino destro sarebbe João Cancelo, ma ieri sera il portoghese era squalificato, e Guardiola ha dovuto adattarsi, considerata anche l’assenza di Kyle Walker. Ma un problema simile riguarda anche quello del terzino sinistro, dove senza Benjamin Mendy – sospeso a causa di una brutta storia di violenze sessuali, per cui è sotto processo nel Regno Unito – è Oleksandr Zinchenko, il quale però nasce centrocampista.

Sono queste le stranezze di un club che la scorsa estate ha speso 117,5 milioni di euro per Jack Grealish – al momento, il tredicesimo giocatore più utilizzato della rosa: sostanzialmente una riserva – mentre nel frattempo lasciava partire gente come Eric Garcia e Angeliño.

I numeri parlano abbastanza chiaro: a fronte delle immense potenzialità di investimento della società, Guardiola ha utilizzato appena 18 giocatori in questa stagione, e solo tre di essi superano attualmente i 2.000 minuti in campo.

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