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La maglia celebrativa dello Scudetto dell’Inter richiama una frase pronunciata da Conte quasi vent’anni fa, ma rappresenta il rilancio di un’Inter appena laureatasi campione d’Italia

A quasi un giorno dalla vittoria ufficiale dello Scudetto, l’Inter ancora festeggia con i suoi tifosi: sui social, grazie al grande engagement provocato da un successo atteso quasi 11 anni, ma anche in giro per le strade e per le piazze. Infatti, tutti hanno ancora negli occhi gli oltre trentamila fan nerazzurri che, al fischio finale di Sassuolo-Atalanta, hanno invaso Piazza del Duomo creando, peraltro, non poche polemiche.

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Tra bandiere, striscioni e cori, in mezzo alla folla oceanica è comparsa anche la tanto attesa maglia celebrativa dello Scudetto dell’Inter. Già spoilerata in settimana grazie a qualche voce uscita su Twitter, questa t-shirt ha fatto letteralmente il botto, perché i tifosi che l’hanno studiata hanno deciso di renderla a suo modo unica, completando l’accostamento di nero e azzurro con una scritta che non ha lasciato spazio alle interpretazioni.

Maglia celebrativa dello Scudetto dell’Inter: la frase beffa

Il nerazzurro la invade, una scritta la confeziona trasformandola in un pezzo unico, praticamente da collezione. “C’è poco da parlare, stiamo godendo” recita la maglia celebrativa dello Scudetto dell’Inter: una frase che, ai più, non suonerà nuova visto che rappresenta uno degli apici più alti della rivalità recente tra i nerazzurri della Juventus.

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Era infatti il 25 maggio 2002,  quando, vincendo contro un’Udinese per nulla combattiva, la Juventus alzava uno Scudetto insperato superando al fotofinish l’Inter di Hector Cuper e Ronaldo, nel frattempo seppellita di gol all’Olimpico di Roma da una Lazio che, grazie alla straordinaria prova di Poborsky e alla calamità Gresko, si impose per 4-2.

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A dire quella frase fu proprio Antonio Conte, ripreso dalle telecamere Rai mentre festeggiava con una bottiglia in mano negli spogliatoi dello stadio Friuli la conquista del campionato. Conte, questo va detto, è sempre stato visto come un simbolo di juventinità verace, ma da due anni a questa parte ha scelto una sfida professionale che lo ha portato a saltare dall’altra parte della barricata. E così, il suo sfottò, in poco tempo è diventato il simbolo del rilancio dell’Inter.

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