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Nel mondo del calcio, ogni dettaglio può fare la differenza, soprattutto quando si tratta di gestire i rapporti con i direttori di gara. Lo sa bene Beppe Marotta, oggi presidente dell’Inter, che durante un evento a Milano ha svelato un approccio interessante sulla gestione degli arbitri. Un metodo che, a quanto pare, affonda le radici nella sua esperienza alla Juventus.

Marotta, parlando durante la presentazione del libro Inter: il nuovo secolo di Beppe Severgnini, ha rivelato che l’Inter studia attentamente gli arbitri designati per ogni partita:

“Quando esce la designazione arbitrale studiamo anche l’arbitro che ci viene assegnato e che tipo di rapporto tenere con lui. Barella, per esempio, ha migliorato molto il suo atteggiamento verso i direttori di gara. Non studia solo gli avversari, ma anche gli arbitri”.

Questo approccio, affinato negli anni all’Inter, sembra avere una chiara origine: la Juventus. Durante la sua lunga esperienza come dirigente bianconero, Marotta ha spesso evidenziato l’importanza del rapporto con gli arbitri, non solo in campo ma anche a livello di comunicazione.

Il passato bianconero di Marotta

Ai tempi della Juventus, Marotta non ha mai nascosto le sue opinioni sulla classe arbitrale. Le sue dichiarazioni contro gli arbitri sono rimaste celebri e spesso al centro di accese discussioni. Alcuni episodi:

  • Juve-Roma 2010: Marotta espresse grande rammarico per l’operato dell’arbitro Rizzoli, accusato di decisioni discutibili.
  • Juve-Siena 2012: Definì l’arbitro Peruzzo “inesperto” per non aver concesso un rigore nel finale.
  • Bayern-Juve 2016: Dopo l’eliminazione in Champions, parlò di “arbitraggio molto parziale” che aveva condizionato la gara.

L’approccio di Marotta con gli arbitri, quindi, non è una novità. L’esperienza maturata alla Juventus gli ha permesso di sviluppare strategie precise, che ora applica all’Inter.

Le rivelazioni di Marotta sottolineano come l’Inter abbia saputo trarre ispirazione dalla Juventus anche fuori dal terreno di gioco. Lo studio degli arbitri, infatti, rappresenta un’arma in più per affrontare una stagione ricca di impegni e pressioni.

Questa metodologia, però, non si limita al lato tattico. Marotta ha spiegato come il miglioramento del comportamento di giocatori come Nicolò Barella sia stato frutto di un lavoro approfondito anche sulla gestione emotiva durante le partite.

Un passato che ritorna

Ironia della sorte, le stesse pratiche che Marotta oggi affina all’Inter furono spesso criticate quando era alla Juventus. Dichiarazioni forti contro la classe arbitrale e un rapporto non sempre sereno con i fischietti resero il dirigente un personaggio divisivo. Oggi, però, quelle esperienze si rivelano preziose per il successo dell’Inter. E anche in questo caso viene spesso criticato, basti pensare al concetto di Marotta League. In realtà è lampanche che l’Inter, grazie a queste accortezze, ha trovato una nuova chiave di lettura per affrontare le sfide di una stagione che punta in alto.