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Dal Brasile una novità di regolamento che potrebbe diffondersi presto nel resto del mondo, limitando le eccessive rotazioni di allenatori che molti club operano ogni anno

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Una nuova regola vede la luce in Brasile, quando ormai mancano appena due mesi all’inizio del Brasileirão, il campionato nazionale del 2021, previsto al via il 30 maggio prossimo: i club non potranno avere più di due allenatori nel corso della stagione.

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Una rivoluzione approvata, dopo vari tentativi fatti negli anni passati, con 11 voti favorevoli contro 9 contrari, e molto probabilmente spinta dai grossi problemi economici delle squadre brasiliane, aggravati dalla pandemia. Cade un tabù che, dal Brasile, potrebbe anche estendersi ad altri paesi.

La nuova regola sugli allenatori

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Non più di due allenatori a stagione. Significa che, in caso di licenziamento del tecnico, un qualsiasi club brasiliano dovrà ponderare con attenzione il suo sostituto, perché una volta ingaggiato non potrà più più ingaggiarne un terzo. Nel caso anche il subentrante dovesse essere licenziato, il club dovrà far tornare il primo allenatore, se ancora sotto contratto, o ricorrere a un tecnico già presente in società.

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Fonte: @luxaoficial (Instagram)

La nuova regola di fatto estende ai club un principio già presente nei confronti degli allenatori stessi, che nell’arco di una stagione non possono allenare più di due squadre differenti, come fatto ad esempio da Thomas Tuchel, che ha iniziato la stagione alla guida del PSG e oggi si trova sulla panchina del Chelsea.

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Una decisione che arriva dopo un’annata catastrofica per gli allenatori in Brasile: nello scorso Brasileirão, si sono avvicendati complessivamente 59 tecnici per 20 squadre, vale a dire quasi tre ciascuna. Solo tre di esse (Gremio, Cearà e Atletico Mineiro) hanno mantenuto lo stesso allenatore dall’inizio alla fine della stagione, mentre Botafogo e Coritiba sono arrivate a cambiarne sei (il Coritiba addirittura richiamando tre volte allenatori già licenziati in precedenza).

Tra le panchine saltate, anche alcune abbastanza pesanti, come quella di Dorival Junior all’Atletico Paranaense, quella di Mano Menezes al Bahia, Ramon Diaz al Botafogo, l’ex-vice di Guardiola Domenec Torrent al Flamengo, Vanderlei Luxemburgo al Palmeiras e Cuca al Santos.

Dal Brasile all’Europa?

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Le eventuali conseguenze dell’estensione del limite di allenatori dal Brasile al calcio europeo potrebbero essere altrettanto significative, specialmente in Italia, dove tradizionalmente i cambi in panchina sono una pratica frequente di certi presidenti. Nella scorsa stagione di Serie A, Brescia (Corini, Grosso, Lopez) e Genoa (Andreazzoli, Motta, Nicola) hanno sforato il limite approvato ora in Brasile.

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Fonte: @_cuorerossoblu_ (Instagram)

Ma se in questa stagione i presidenti italiani si stanno mantenendo più cauti, all’estero non si può dire la stessa cosa. Nella Ligue 1 attualmente in corso, Rennes e Marsiglia hanno già cambiato 3 allenatori, mentre il Nantes è arrivato a quota quattro con l’ingaggio a febbraio di Antoine Kombouaré al posto di Raymond Domenech.

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In Bundesliga, anche il Magonza è al quarto tecnico della stagione, peraltro tutti cambiati nel giro delle prime quindici giornate. Drammatica, invece, la situazione dello Schalke 04 ultimo in classifica e peggiore squadra nei Big 5: il 2 marzo è stato chiamato il greco Dimitrios Grammozis, quinto occupante della panchina dei Minatori, dopo David Wagner, Manuel Baum, Huub Stevens e Christian Gross.

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