A 16 anni dall’ultima apparizione in Premier League e dopo varie tragedie economiche, il Leeds riabbraccia la massima serie sotto la guida di Marcelo Bielsa
C’è voluto un anno in più sulla tabella di marcia programmata dalla società, ma alla fine il Leeds è tornato in Premier League. A causa delle disposizioni d’emergenza, i tifosi si auguravano di festeggiare diversamente il rilancio di uno dei club storici del calcio inglese, romanzato da ‘maledetto United’ e protagonista delle serate di Champions League a inizio millennio.
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A sedici anni dall’ultima comparsata in prima divisione, gli Whites si riaffacciano lassù, dove una piazza dal grande potenziale e con un bacino d’utenza sterminato dovrebbe sempre stare.
Torna, anzi approda, in Premier League anche Marcelo Bielsa, pittoresco manager che nell’estate del 2018 aveva accettato, un po’ a sorpresa, di ‘retrocedere’ in una seconda divisione, sposando però l’ambizioso progetto di mister Radrizzani. La vittoria sul fanalino di coda Barnsley ha permesso al club di preparare i festeggiamenti, scoppiati dopo la sconfitta del WBA sul campo dell’Huddersfield.
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Era la stagione 2003/04 quando il Leeds lasciò definitivamente la Premier League senza più farci ritorno. Per il club con sede nel nord dell’Inghilterra, divorato dai debiti e da una crisi economica senza precedenti, cominciò un calvario senza fine, proseguito negli anni tra cambi societari, personaggi improponibili al comando e interi campionati giocati perennemente con penalizzazioni che arrivavano a pioggia.
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Dopo una puntatina in League One, la terza serie del calcio inglese, il Leeds passa nel 2014 a Massimo Cellino, che nel frattempo ha lasciato Cagliari per gettarsi nel ben più remunerativo calcio inglese.
Il nuovo patron però ha problemi abbastanza importanti dal punto di vista della giustizia: in Inghilterra la federazione ha il potere di impedire le scalate societarie a gente dalla dubbia condotta morale e Cellino, indagato in Italia per frode fiscale, ci mette quasi due anni e vari ricorsi a definire la propria posizione.
Estas cosas pasan cuando le piden grabar un saludo a BIELSA 😂😂😂 pic.twitter.com/3BYUnzgCCI
— TyC Sports (@TyCSports) July 18, 2020
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Andrea Radrizzani è un imprenditore milanese classe 1974, chairman – tra le altre cose – della piattaforma streaming Eleven Sport. Nel 2017 decide di rilevare il club da Cellino e, al primo colpo, sfiora la qualificazione ai playoff con un settimo posto.
Cacciato Christensen, il presidente convince Bielsa ad accettare il ruolo di allenatore: la prima stagione culmina con l’eliminazione agli spareggi da parte del Derby County, la seconda invece è storia recente. Bielsa, ripreso a chiacchierare con alcuni tifosi dopo l’ufficialità della promozione, ha conquistato tutti e, a suo modo, è già nella storia del Leeds United.
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WE ARE BACK!!! @PremierLeague
— Leeds United (@LUFC) July 17, 2020
Il ruolo fondamentale di Bielsa
Bielsa è un personaggio molto particolare e, non a caso, il suo soprannome è ‘Loco’, il pazzo. Ma, contestualmente, è anche un manager scafato, dogmatico, in grado di insegnare calcio. La narrazione distorta che la deriva storytellizzata del calcio ne ha fatto di recente non gli rende affatto onore. La sua carriera parla di intoppi, ma anche di capolavori come ai tempi dell’Athletic o come quando ha rivitalizzato una piazza morta come Marsiglia.
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Dopo la parentesi di Lille, ha scelto l’Inghilterra convinto dalle parole di Radrizzani, che gli ha garantito carta bianca su ogni aspetto gestionale. Dopo la delusione degli scorsi playoff, Bielsa ha deciso di fare tabula rasa chiedendo al club di cedere un bel po’ di calciatori. Radrizzani ha messo in cassa circa 30 milioni di euro, ma la cosa incredibile è che, per costruire una sorta di fuoriserie, il manager argentino non ha speso nemmeno una sterlina.
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Sì, avete capito bene: tra prestiti e parametri zero, Bielsa ha portato a Elland Road – uno dei teatri più affascinanti del calcio inglese – diversi calciatori di ottimo livello. Uno su tutti, Helder Costa, eclettico esterno offensivo portoghese arrivato dal Wolverhampton. Le sue caratteristiche si sposano in pieno con la filosofia ‘bielsista’ fatta di scambi rapidi e possesso palla, a tal punto che la società ha già contattato i Wolves per trattenere il calciatore.
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#Bielsa
Bilbao, Marsella, Chile, Leeds
No ganaste y te amaban
Eso es hacer escuela pic.twitter.com/PpEgTaYGPl— Santi 🔴⚫ (@santividalok) July 17, 2020
Continuità e la conferma dei big
Il resto lo ha fatto la conferma di tutti i big. Il Leeds ha costruito una squadra qualitativamente all’altezza delle migliori della Championship ma, contrariamente allo scorso anno, ha trovato una continuità impressionante di risultati, perdendo solo un paio di volte due partite consecutive e, soprattutto, inanellando una serie di vittorie decisive tra febbraio e marzo.
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La rosa è di grande livello. In porta si sono alternati l’esperto Kiko Casilla e il giovanissimo francese Illan Meslier, classe 2000, mentre la difesa – la migliore del campionato nonostante abbia perso un pilastro come Pontus Jansson – è stata comandata dal solito trio composto da Cooper, Ayling e Berardi. Un’altra grande scoperta è stato Jack Harrison, esterno sinistro dal grandissimo potenziale, capace di risolvere con i suoi colpi alcuni match molto delicati.
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E infine le stelle della squadra. Pablo Hernandez, anni 35, cervello spagnolo di qualità assoluta, autore di assist e gol pesantissimi e Mateus Klich, polacco e uomo d’ordine della manovra del Leeds, sono stati tra i migliori interpreti della stagione. Patrick Bamford, ex ragazzo prodigio del calcio inglese, rappresenta invece l’ennesima scommessa vinta da Bielsa. Di gol ne ha segnati 16, come gli anni passati in purgatorio dal Leeds. Che finalmente è tornato nel calcio che conta.
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