Dopo aver passato la fase a gironi di Champions da seconda classificata, la Lazio deve affrontare i campioni in carica del Bayern Monaco agli ottavi di finale. Riusciranno i biancocelesti a centrare l’impresa?
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Superato il Gruppo F – che comprendeva Borussia Dortmund, Bruges e Zenit – la Lazio di Simone Inzaghi torna protagonista nella fase ad eliminazione diretta dopo vent’anni. Nel doppio confronto valido per gli ottavi di finale, l’avversario dei biancocelesti è il peggiore che potesse capitare. Si tratta del Bayern Monaco, detentore della coppa dalle grandi orecchie.
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Il club bavarese è indicato dalla maggior parte degli addetti ai lavori come il principale candidato alla vittoria finale. La facilità con cui ha passato la fase a giorni – conquistando 16 dei 18 punti disponibili – e la qualità della sua rosa sono elementi che spaventerebbero qualsiasi club. Una vera e propria corazzata quella del tecnico Hans-Dieter Flick, che merita di essere analizzata nel dettaglio.
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Bayern Monaco: reduce da una stagione pigliatutto
Oltre a rappresentare uno dei club alfa del calcio mondiale, il Bayern Monaco sta vivendo uno dei momenti più importanti della sua storia. Un ciclo iniziato il tre novembre 2019, con l’avvicendamento in panchina tra Niko Kovac e il suo assistente Flick. Sembrava una soluzione temporanea, ma il mister nato ad Heidelberg riesce nel giro di qualche mese a trasformare un grande club sul viale del tramonto in una vera e propria macchina da guerra sia sul piano dei risultati che del gioco.
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Dopo due sconfitte contro Bayern Leverkusen e Borussia Monchengladbach, il Bayern targato Flick decolla. Nelle 20 partire restanti di campionato conquista 19 vittorie e 1 pareggio, vincendo la Bundesliga per l’ottavo anno consecutivo. Un percorso accompagnato dalle altrettanto maestose cavalcate in Champions League e in DFB Pokal. Tanto nella massima competizione europea quanto nella Coppa di Germania i bavaresi realizzano un percorso netto di sole vittorie, prevalendo nelle due finali rispettivamente contro PSG e Bayer Leverkusen.
La collezione di trofei viene impreziosita da altre tre gemme, ovvero le conquiste nel mese di settembre di Supercoppa europea e tedesca (rispettivamente contro Siviglia e Dortmund) e il trionfo al Mondiale per club nel febbraio del 2021. Perle inserite in una stagione che comincia per il Bayern sulla falsariga di quella precedente, ovvero ai vertici della Bundesliga (con 4 punti sul Lipsia) e con il primo posto nella fase a giorni di Champions. Un susseguirsi di vittorie che dunque per la corazzata tedesca, che sembra non avere fine.
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Bayern Monaco: come gioca
La svolta data da Hansi Flick con il suo avvento non è stata solo sul piano dei risultati. Il suo Bayern, infatti, non ha cannibalizzato ogni competizione attraverso un gioco pragmatico e votato al risultato, ma grazie a prestazioni di grande livello estetico. Prove corali, cui ogni interprete ha l’occasione di recitare il ruolo del protagonista.
Il Bayern Monaco di Flick è il migliore dell’ultimo decennio?
Flick ha messo stabilmente in campo i suoi con il 4-2-3-1, con principi di gioco decisamente offensivi. Il suo credo tattico è basato sul recupero della palla il più in alto possibile, per poi cercare velocemente le punte. Un gioco verticale che non si basa su antiquati lanci lunghi, ma che coinvolge tutti i partecipanti all’azione offensiva attraverso scambi veloci.
Un calcio totale, per dirla all’olandese, che ha permesso a qualche elemento di conquistare per la prima volta le luci della ribalta e ad altri di esprimersi come non facevano da tempo. Due giocatori appartenenti alla prima categoria sono sicuramente Alphonso Davies e Joshua Kimmich. Il primo, partito nella scorsa stagione come alternativa a Lucas Hernandez per la corsia di sinistra della difesa, ha conquistato sempre più spazio diventando un vero e proprio treno capace di fagocitare qualsiasi avversario sulla sua fascia di competenza. Un attaccante aggiunto, decisivo sia in fase realizzativa che di rifinitura.
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Kimmich invece ha stupito per qualità e duttilità tattica. Agendo sia da centrocampista centrale che da terzino destro, è apparso il più delle volte come il direttore della straordinaria orchestra bavarese. Importante dunque in fase d’impostazione ma anche per i gol, come quello che ha deciso il Klassiker del post lockdown (che di fatto ha dato il titolo al Bayern).
Il Bayern Monaco è a caccia di nuovi talenti
Per applicare questo tipo di gioco, abbondano le alternative soprattutto sulla trequarti: da Coman a Ganbry, da Douglas Costa a Sané. Calciatori dai piedi ben educati che, al momento di attaccare, vengono supportati nel modo migliore da centrocampisti dalla propensione offensiva come Goretzka e Tolisso e da terzini di spinta come il già citato Davies e Pavard.
Formazione tipo (4-2-3-1): Neuer; Pavard, Boateng, Alaba, Davies; Kimmich, Goretzka; Gnabry, Muller, Sané; Lewandowski.
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Bayern Monaco: Lewandowski killer, Muller rinato
Oltre ai già citati Davies e Kimmich, sarebbero tanti altri i giocatori del Bayern che meriterebbero un approfondimento. Tra i nuovi acquisti spicca Leroi Sanè, arrivato in estate dal Manchester City e protagonista con 5 gol e 3 assist in 14 partite. Ci sono però due elementi che spiccano sugli altri per la loro incidenza e la loro importanza simbolica, ovvero Robert Lewandowski e Thomas Muller.
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Lewandowski è, quasi all’unanimità, considerato come il miglior numero 9 puro in circolazione. Un vero e proprio incubo per le difese avversarie, come confermano i numeri mostruosi della scorsa stagione: 34 gol in Bundesliga, 15 in Champions League e 6 in Coppa di Germania. Score che, se non fosse stato abolito a causa dell’anomala stagione causa Covid, probabilmente avrebbe portato il polacco ad aggiudicarsi il Pallone d’Oro del 2020. Un sogno che può comunque inseguire quest’anno, visti i suoi standard di rendimento (29 gol in 28 partite tra tutte le competizioni).
Se per Lewandowski la scorsa è stata la stagione della conferma e del miglioramento, per Muller è stata l’annata della rinascita. Dopo i primi dissidi con Kovac, il tedesco è tornato al centro del progetto con Flick. La sua capacità di risultare uno straordinario regista offensivo sta tutta nei suoi numeri, soprattutto in campionato: 8 gol e addirittura 21 assist. Trend confermato in questa stagione, da parte di un giocatore straordinario e mai sufficientemente celebrato.
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Bayern Monaco: punti deboli
Risulta davvero difficile trovare dei limiti ad una macchina da gol, spettacolo e risultati come il Bayern Monaco. Probabilmente, almeno per il momento, i bavaresi non hanno sempre quella fame e quella concentrazione totale mostrate in ogni singola gara della seconda parte della scorsa stagione.
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Nel corso della stagione, infatti, la formazione di Flick ha palesato qualche calo di tensione che le è costato dei punti in campionato. Emblematici i pareggi contro Werder Brema, Lipsia e Union Berlino, ma soprattutto la sconfitta contro il Borussia Monchengladbach. Un limite visto talvolta anche in Champions, dove però i bavaresi hanno sempre sopperito con la qualità dei propri interpreti. La Lazio dovrà quindi disputare due gare perfette, approfittando di ogni mina disattenzione dei più quotati rivali.
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