Skip to main content

Le polemiche nel mondo del calcio non si placano, specialmente in un periodo già intenso di competizioni e fitti calendari. I club, da tempo, si trovano a dover gestire con estrema attenzione la condizione fisica dei propri giocatori, dosando gli sforzi e adottando strategie di rotazione mirate per evitare sovraccarichi e infortuni. In tale contesto, le richieste degli sponsor, la necessità di offrire spettacolo e le pressioni dei tifosi spesso si scontrano con la realtà di una gestione atletica sempre più complessa.

La situazione è resa ancor più intricata da una novità che potrebbe trasformare radicalmente il prossimo Mondiale per Club, previsto nell’estate del 2025. Se tradizionalmente le squadre partecipanti potevano calibrare gli sforzi in base agli avversari, adottando formazioni diverse nei vari incontri, questa possibilità potrebbe non esistere più. Infatti, la FIFA ha imposto una regola che obbliga ogni squadra a schierare la propria miglior formazione possibile in tutte le partite del torneo.

La norma, pensata per garantire un livello competitivo massimo e offrire partite di alta intensità, ha già generato reazioni contrastanti. Allenatori e dirigenti temono un aumento del rischio di infortuni e vedono minata la propria libertà gestionale. Molti ritengono la decisione poco realistica in un contesto di impegni continui. Con il tempo che stringe, il dibattito è destinato ad accendersi ulteriormente e la FIFA dovrà affrontare le critiche con attenzione.