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I fratelli Williams sono oggi due icone dell’Athletic Bilbao, un club noto per impiegare solo giocatori baschi, ma nonostante ciò molto inclusivo.

L’esordio di Iñaki Williams nel dicembre 2014 è considerato ancora oggi un momento storico: da quel momento in avanti, l’attaccante bilbaino ma di origini ghanesi è diventato un’assoluta icona del club biancorosso. Oggi, a 29 anni, è ancora una bandiera dell’Athletic Club, anche se per molti osservatori Iñaki non ha mantenuto le grandi promesse fatte all’inizio della sua carriera. Promesse che oggi sono passate sulle spalle del fratello Nico, più giovane di otto anni e nato a Pamplona (dove la famiglia si trasferì da Bilbao, e dove infatti è cresciuto anche Iñaki). Se il secondo dei fratelli Williams è oggi considerato uno dei calciatori più interessanti in Spagna, il primo resta comunque una leggenda dell’Athletic Bilbao, un club noto per una sua politica di mercato alquanto restrittiva.

Società simbolo dei Paesi Baschi, negli anni si è imposta come un punto di riferimento anche politico, nella difesa della propria identità basca. L’Athletic Club si è autoimposto una regola che permette di ingaggiare solamente calciatori che provengono dalle regioni basche (sia il Paese Basco propriamente detto, quello di Bilbao e San Sebastian, sia la Navarra che i territori baschi francesi). Tuttavia, all’interno di questo confine così insolito, la formazione bilbaina ha saputo negli anni dimostrare di essere estremamente inclusiva. Sebbene sia figli di genitori immigrati dal Ghana, i fratelli Williams sono considerati baschi a tutti gli effetti, essendo cresciuti tra Bilbao e Pamplona.

Quello basco è un nazionalismo insolito, tendenzialmente aperto e inclusivo verso le comunità migranti, e ciò si riflette anche sulla squadra di calcio. L’Athletic Bilbao ha saputo negli anni rinnovare la sua politica di reclutamento tenendo però ben fermi i suoi principi. Il concetto di basco è andato espanendosi a livello semantico, affermandosi sempre più in senso culturale, non necessariamente legato alle origini famigliari, e di certo non al colore della pelle. D’altronde, i fratelli Williams sono solo il più recente e visibile esempio di questa concezione aperta dell’identità culturale che l’Athletic veicola.

Prima dei fratelli Williams: altri esempi della multiculturalità basca dell’Athletic Bilbao

Un tempo, i biancorossi di Bilbao accettavano solamente giocatori originari dei territori baschi iberici, ma questa filosofia ha iniziato ad aprirsi ben prima della nascita dei fratelli Williams. Negli anni Settanta faceva infatti capolino nella squadra maggiore Luis de la Fuente, attuale ct della Spagna, nato nella Rioja ma con un padre di Bilbao. Da quel momento, complice anche la fine della dittatura franchista e il venir meno della necessità di difendere strenuamente una rigida idea di “baschità” repressa nella vita politica, i figli dei baschi nati fuori regione hanno potuto essere considerati parte del club. È successo così che negli anni Ottanta ha fatto il suo esordio il portiere brasiliano Biurrun, nato a San Paolo da emigranti baschi e poi rientrato in Spagna per giocare, crescendo nel settore giovanile della Real Sociedad e vestendo poi anche la maglia dell’Osasuna.

I baschi nati all’estero sono diventati abbastanza frequenti, negli anni successivi. Il più noto è il difensore venezuelano Fernando Amorebieta, all’Athletic Bilbao tra il 2005 e il 2013, ma nello stesso periodo gioca una manciata di partite anche Javier Iturriaga, nato a Città del Messico, dove i genitori si erano trasferiti per lavoro. Nel 1996 è caduto un altro tabù, con l’ingaggio di Bixente Lizarazu, il primo basco francese nella storia dei bilbaini. Nel 2010, l’Athletic Club ha accolto nel proprio settore giovanile (e poi in prima squadra) Aymeric Laporte, difensore francese che addirittura aveva solo un nonno di origini basche.

Iñaki e Nico Williams fanno parte dell’ultima frontiera esplorata dagli Zurigorriak, ovvero i figli degli immigrati nei Paesi Baschi. Prima dei due fratelli di origini ghanesi, però, nel 2011 aveva già fatto il suo esordio Jonas Ramalho, primo nero a vestire la maglia dell’Athletic, nato a Barakaldo da una famiglia di origine angolana. Ma un altro caso recente, anche se poco conosciuto, è quello di Cristian Ganea, difensore rumeno nato a Bistrita ma cresciuto a Basauri, divenuto poi professionista nel paese d’origine dei genitori e rientrato in Spagna per giocare alcune partite con l’Athletic Bilbao nel 2018. Più noto è invece Yuri Berchiche, attualmente in rosa: è nato a Zarautz, ma la madre è basca ma suo padre è algerino. Tutti esempi di un club che ha saputo mescolare sapientemente la tradizione e la difesa della propria identità con l’evoluzione della società moderna.

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