La sfida tra Kosovo e Spagna del prossimo 31 marzo non è a rischio. Ma cos’è successo nelle ultime ventiquattro ore?
Quando politica e sport si fondono insieme, spesso ciò che ne viene fuori è una gran confusione diplomatica. Nelle scorse ore la Federazione del Kosovo si era espressa minacciando di disertare il match in programma contro la Spagna perché – come riportato da Marca – la Federcalcio Spagnola, nelle comunicazioni ufficiali, si era riferita allo stato balcanico come “Territorio” e non come “Stato”.
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Questa annosa battaglia della regione balcanica ha origini nel lontano 1389, quando in quel territorio i Serbi combatterono l’Impero Ottomano per impedirne l’avanzata nei Balcani. Tale battaglia, denominata in Serbo Kosovo Polje, diventò così una delle basi dell’identità serba, rendendo i successivi avvenimenti difficili da gestire.
Kosovo: perché la Spagna non riconosce lo stato balcanico
Come la Spagna, anche altri quattro stati dell’Unione Europea non riconoscono l’indipendenza dalla Serbia del Kosovo. Cipro, Grecia, Romania e Slovacchia hanno scelto di non dare adito alla dichiarazione di indipendenza unilaterale che il Kosovo ha diramato nel 2008, mantenendosi sul fronte opposto alla conclusone della vicenda.
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La Spagna è però un caso particolare: la scelta dello stato iberico di non riconoscere il Kosovo come realtà indipendente dalla Serbia è dettata dalle difficoltà a cui poi andrebbe incontro con le autonomie esistenti al suo interno, come le regioni Catalane e Basche.
Come la Spagna, anche la Georgia – con la Grecia e le Furie Rosse nel girone del Kosovo per la qualificazione ai prossimi mondiali – non riconosce il Kosovo come stato autonomo, per ragioni di politica interna relativa alle questioni dell’Abcazia e dell’Ossezia del Sud.
Contestazione kosovara
“Il presidente Agim Ademi ha ricevuto oggi una telefonata dalla Federcalcio spagnola. La RFEF si rammarica della notizia apparsa sui media nazionali e conferma che la partita Spagna-Kosovo si svolgerà secondo il regolamento e il protocollo FIFA e UEFA per le partite ufficiali”
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Il protocollo che la Federcalcio spagnola minacciava di non far rispettare prevede che, all’ingresso delle squadre, venga suonato l’inno nazionale ed esposta la bandiera del Kosovo, come accade in qualsiasi partita tra nazionali.
Il termine “Territorio” usato dalla Federazione spagnola nelle comunicazioni ufficiali relative alla partita contro il Kosovo è stato interpretato come una mancanza di rispetto nei confronti della Federazione kosovara. Per questo Agim Ademi ha deciso di intervenire per risolvere il contenzioso.
Un girone complesso
Inserito nel girone B con Spagna, Georgia, Grecia e Svezia, la squadra di Bernard Challandes non avrà calcisticamente vita facile. Inoltre, la situazione appena risolta con la Spagna potrebbe ripresentarsi con Grecia e Georgia, per le motivazioni sovra esposte.
Un episodio ulteriore in cui sport e politica si intrecciano rendendo, se possibile, la questione ancor più delicata.
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