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Nel post lockdown Koke è stato uno dei calciatori più incisivi di casa Atletico Madrid. E, contro il Barcellona, ha dominato il match confermandosi in grande crescita

La prima vittoria in Liga contro il Barcellona in 9 anni difficilmente, dalle parti del Wanda Metropolitano, verrà dimenticata in fretta. L’Atletico Madrid vola in campionato e si tiene dietro le due avversarie per la lotta al titolo. All’interno dell’ottima partita giocata dai colchonersos, è emerse veemente la prestazione di Koke Resurrecion Merodio.

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Koke è uno dei leader tecnici e carismatici dell’Atletico Madrid, scudiero fidato di Diego Simeone che, in passato, ha dovuto porre più volte il veto sulla cessione del suo centrocampista. Post lockdown, Koke si è rivelato nuovamente un valore aggiunto, un calciatore ritrovato che ha permesso alla squadra di ritrovare smalto, equilibrio, fosforo e organizzazione.

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Koke ha dominato il Barcellona

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Se Koke sta bene, tutto l’Atletico Madrid è felice. Il centrocampista, che contro il Barcellona ha occupato il ruolo di mediano davanti alla difesa con particolari compiti di impostazione, è stato uno dei maggiori beneficiare del cambio repentino di assetto tattico che il Cholo ha studiato per la sua squadra. Nel ruolo di doble pivote ha (ri)conquistato un posto saldo anche in nazionale, con la quale è stato protagonista della storica goleada alla Germania.

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Nel match vinto contro i blaugrana, Koke ha messo insieme numeri impressionanti, a tal punto che la sua prestazione è stata ripresa da tutta la stampa europea. Con 67 passaggi completati su 72 è stato il miglior passatore del match, completando una partita con oltre il 93% di precisione in questa speciale classifica. Con l’ingresso di Kondogbia si è spostato a destra, ultimando un match da 12,5 chilometri corsi complessivamente.

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Come lui solo Saul Niguez, altro polmone dell’Atletico Madrid. Entrambi fondamentali, viste le assenze forzate di Herrera e Torreira, in vista della prossima partita in Champions League. I colchoneros se la vedranno con la Lokomotiv Mosca, cercando di archiviare definitivamente la pratica qualificazione agli ottavi di finale

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Eppure c’è stato un momento nel quale Koke avrebbe potuto salutare definitivamente l’Atletico Madrid, club nel quale è entrato all’età di 6 anni ‘introdotto’ dal fratello Borja. Sulla sponda rojiblanca del Manzanarre ci ha passato una vita, ma nel 2019 – con il presidente Cerezo che doveva assolutamente monetizzare – sembrava scontato il suo passaggio al Manchester City.

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Guardiola avrebbe fatto carte false per allenarlo, ma alla fine l’Atletico ha ceduto – sempre ai Citizens – Rodri, tenendosi in rosa uno dei punti cardine di quella squadra capace di arrivare a sfiorare per ben due volte la vittoria in Champions League. Koke ormai è un simbolo e, più passa il tempo, più la percezione è quella che il ragazzo madrileno non lascerà mai il club. E, ai tifosi, questo scenario va benissimo.

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