Kobbie Mainoo è la nuova “Great sensation” dalle parti di Old Trafford, così grande da meritarsi una convocazione in nazionale maggiore a soli diciotto anni.
Che l’Inghilterra sia imbottita di talento tra il centrocampo e l’attacco non è una novità; in vista del prossimo Europeo la squadra guidata da Southgate è tra le favorite insieme alla Francia e la presenza di calciatori di livello mondiale come Jude Bellingham o Bukayo Saka non fa che confermare tale tesi. Questa crescita spasmodica del talento in rosa è una caratteristica che l’Inghilterra degli ultimi tempi sta rendendo propria e, per questo, l’inserimento di Kobbie Mainoo tra i convocati per le amichevoli contro Brasile e Belgio non sorprende nessuno. Lo shock della convocazione è ovviamente legittimo per un classe 2005, ma se si analizzano le caratteristiche del nuovo centrocampista del Manchester United si capisce perché Southgate non poteva fare a meno di farlo crescere insieme a Bellingham, Rice e compagni. Quando parla di Mainoo la prima caratteristica che Ten Hag cita è la compostezza, che fa il paio con la maturità da veterano che caratterizza le sue giocate e che non dovrebbe appartenergli vista la maggiore età raggiunta circa un anno fa. Compostezza è il termine corretto per analizzare il modo di essere centrocampista del ragazzo di Stockport, poco appariscente per volontà ma così efficace da prendersi tutte le luci di una partita come quella di sabato scorso contro il Liverpool.
Per presentarvi Kobbie Mainoo non è possibile esimersi dallo studio della gara vinta dal Manchester United, perché nonostante i Red Devils fossero in svantaggio per 2-1 nel momento della sua sostituzione (avvenuta all’ottantesimo), Old Trafford gli ha tributato una standing ovation a cui lui ha risposto chiamando il pubblico ad aiutare la squadra a ribaltare un match che sembrava concluso in anticipo. Compostezza quindi, ma anche tanto carattere e una tranquillità nella gestione della palla che ricorda quella di Jude Bellingham ai tempi della prima stagione con il Borussia Dortmund. Non assomiglia al centrocampista del Real Madrid per ruolo, ma gli si accosta per vibes che emette in campo, per la sicurezza con la quale contro il Liverpool oltrepassa tre avversari al centro del campo per poi servire il compagno libero sulla sinistra, o ancora per il dinamismo dimostrato nelle tre accelerazioni sulla fascia sinistra con le quali ha demolito le sicurezze difensive di Mcallister ed Endo. Se si osserva il video di YouTube, si possono studiare tutti i movimenti e i tocchi di palla che Mainoo ha eseguito nella gara di Old Trafford, e si può poi approfondire grazie al sito del Manchester United con statistiche che non vi riassumiamo (e che potete vedere QUI) perché toglierebbero poesia al racconto. Il The Athletic parlando delle sue giocate difensive ha definito il ragazzo capace di lavorare di “bisturi” in una squadra che difensivamente non sa utilizzare altro che il martello da demolizioni. Parafrasando, quando Mainoo compie interventi difensivi la precisione e la pulizia con le quali completa il gesto tecnico sono già distintive della sua presenza in campo, e di partite ufficiali ne ha giocate appena ventitré.
A proposito della sua ascesa, il Manchester United sta dedicando in queste ultime settimane diversi articoli e speciali sul suo arrivo all’Academy, sul percorso nelle giovanili al fianco di Garnacho, sulla vittoria della Youth FA Cup nel 2022 e sui suoi primi approcci alla prima squadra risalenti al dicembre 2022. Siamo quindi un anno e mezzo dopo l’arrivo sul pianeta dei grandi per Kobbie e sembra che tutto quello che doveva imparare per farne parte sia ormai parte del suo bagaglio. Ten Hag lo schiera mediano nel 4-2-3-1 al fianco di McTominay – altro giocatore che sta finalmente trovando la propria dimensione – in una posizione di grande responsabilità dove il ragazzo di Stockport sembra assorbire le pressioni per poi trasformarle in azioni concrete e dirette all’ottenimento di un fine ben preciso.
Kobbie Mainoo e Jude
Il fine, nel suo caso, è la costruzione di azioni utili ad ottenere la vittoria. Nessun arabesco particolare, nessun dribbling non necessario ad ottenere lo spazio utile alla giocata successiva. Quando contro il Liverpool si è spostato sul limite sinistro dell’area di rigore, i dribbling a cui la difesa dei Reds non ha saputo rispondere erano tecnicamente precisi, sintatticamente corretti, grammaticalmente orientati a guadagnare lo spazio necessario al passaggio potenzialmente vincente o al tiro con più percentuale di xG possibile. Riprendendo la definizione del The Athletic, Mainoo è un chirurgo della gestione della palla, sia in fase offensiva che difensiva, e l’Inghilterra di Southgate ha terribilmente bisogno di uno come lui.
Con le defezioni Trent Alexander Arnold, Calvin Phillips, Mason Mount e Curtis Jones, il centrocampo dei leoni richiede un nuovo innesto, anche solo per essere sicuri di non lasciarsi sfuggire un talento simile. Mainoo assaggerà quindi la compagnia di Jude Bellingham – che comunque è un classe 2003 – e di Declan Rice preparandosi per un’eventuale convocazione all’Europeo della prossima estate.
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