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Davy Klaassen era considerato un potenziale campione ai tempi dell’Ajax. Dopo anni difficili in Premier, è riuscito a riemergere col Werder Brema.

Nella Bundesliga che dall’inizio della ripresa ha di fatto registrato una sorta di azzeramento del fattore campo (tantissime le vittorie in trasferta) riemerge prepotentemente la figura di Davy Klaassen, considerato fino a pochi anni fa uno dei giovani talenti più interessanti del panorama calcistico continentale.

In tanti si chiedevano dove fosse finito dopo il fallimento della sua parentesi in Premier League, da dove la sua carriera avrebbe dovuto prendere la strada più adatta a un giocatore del suo calibro, e che invece ha rischiato di inghiottirlo per sempre nell’anonimato.

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Da top a flop

Estate 2017. L’ambizioso Everton di Ronald Koeman, sborsa qualcosa come 145 milioni di euro per portare sull’altra sponda del fiume Mersey 9 nuovi giocatori. Tra questi, oltre al figliol prodigo Wayne Rooney, figura anche Klaassen, strappato all’Ajax dopo una corte serrata e una trattativa chiusa in gran segreto vista la folta concorrenza.

L’ex capitano dei Lancieri, smaltita la delusione della sconfitta nella finale di Europa League per mano del Manchester United di José Mourinho, è pronto a diventare uno dei simboli dei Toffees che l’hanno blindato con un contratto quinquennale.

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Sembra l’inizio di una grande storia d’amore, un’operazione molto simile a quella che qualche anno prima aveva portato Christian Eriksen al Tottenham nel 2013. Klaassen era stato promosso in prima squadra da Frank de Boer proprio dopo la partenza dell’ex “gemello”, divenendo con Peter Bosz il capitano di una nidiata di giovani talenti destinati di lì a poco a sconvolgere le gerarchie del calcio europeo.

Ben presto in realtà la deludente stagione dell’Everton travolge anche l’olandese, mai pienamente a suo agio nel progetto tecnico-tattico del tecnico suo connazionale. Le panchine cominciano ad accumularsi e così, tra il cambio di allenatore e la cocente eliminazione dall’Europa League (l’Atalanta tra andata e ritorno rifila 8 gol agli inglesi), a dicembre finisce ai margini della rosa con Sam Allardayce pronto a lasciarlo partire.

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Attorno al suo nome cominciano a circolare voci che vedono il Napoli di Maurizio Sarri tra le pretendenti più accreditate, ma alla fine Klaassen resta in Inghilterra fino alla fine della stagione. Dopo sole 16 presenze complessive e addirittura una con la formazione under 23, viene ceduto al Werder Brema per 12 milioni di euro.

Appare invecchiato nell’aspetto, provato da tredici mesi a dir poco deludenti, conclusisi con l’inevitabile cessione. Ad accoglierlo, una delle nobili decadute del calcio tedesco, una squadra di medio livello lontana anni luce da quella capace di vincere campionato e coppa nazionale nel 2004.

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Di nuovo protagonista

L’impatto con la Bundesliga è immediatamente positivo, Klaassen convince e diviene il faro della squadra guidata da Florian Kohfeldt, che inanella una serie di 13 risultati utili consecutivi, sfiorando la qualificazione in Europa League ma riuscendo comunque a cogliere il miglior piazzamento in campionato dal 2010.

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Quella in corso è invece un’annata travagliata per i bianco verdi, tornati incredibilmente per la salvezza proprio nelle ultime settimane grazie a tre successi esterni consecutivi e un pareggio in otto partite disputate. Oggi la squadra è riuscita a conquistarsi lo spareggio arrivando terzultima in Bundesliga: affronterà la terza della Bundesliga II.

Primatista di partecipazioni alla massima serie tedesca dopo aver superato gli acerrimi rivali dell’Amburgo, il Werder Brema si aggrappa dunque all’esperienza e alla leadership del redivivo Klaassen, 6 reti e 7 assist in stagione. Quasi un lusso per una squadra invischiata nei bassi fondi della classifica, soprattutto ripensando a tre anni fa, quando sembrava l’ennesimo giocatore totale partorito dalla scuola calcistica olandese.

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