La Juventus è stata condannata a 15 punti di penalizzazione in Serie A per il processo plusvalenze, ma gli altri 8 club coinvolti sono stati assolti: come mai?
Si è concluso con una stangata il processo sportivo sulle plusvalenze fittizie. O meglio, così è stato per la Juventus, che subirà una penalizzazione in classifica di 15 punti già in questa stagione. Ma nel processo andato in scena oggi presso la Corte federale, i bianconeri non erano l’unico club coinvolto. C’erano infatti altre 8 società con cui la Juventus aveva scambiato giocatori, generando le famose plusvalenze oggetto dell’indagine.
Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Sampdoria, Novara e Pescara: questi gli altri otto club sotto processo quest’oggi assieme alla Juventus. Ma, a differenza dei bianconeri, tutte queste società sono state assolte dalla Corte federale, e non potranno subire alcuna sanzione.
Juventus, perché gli altri club sono stati assolti
Un aspetto della sentenza che solleva molti dubbi, come quelli fatti notare su Twitter da giornalista del Sole 24 Ore Marco Bellinazzo: se “si contestano scambi di calciatori in cui il dolo rilevato grazie agli elementi nuovi trasmessi dalla Procura di Torino dovrebbe essere accertato, a rigor di logica, in entrambi i club coinvolti negli affari“, allora anche le altre società con cui la Juventus ha scambiato giocatori in maniera fraudolenta dovrebbero essere puniti.
I legali del club bianconero hanno infatti contestato “una disparità di trattamento rispetto a qualsiasi altra società”, annunciando un ricorso al Collegio di garanzia del CONI (che potrà solo annullare o confermare la sentenza della Corte federale).
Le motivazioni della sentenza odierna saranno rese pubbliche solo nei prossimi giorni, come da prassi, per cui al momento non è possibile dire con esattezza perché le altre otto società siano state assolte e la Juventus invece condannata. È però possibile fare qualche ipotesi. Innanzitutto, sui bianconeri pesano molti indizi, intercettazioni e altri elementi che, presi nel loro complesso, sottolineano l’esistenza di un sistema preciso e diffuso (il cosiddetto “metodo Paratici”: l’ex-direttore sportivo ha infatti ricevuto un’inibizione di 30 mesi).
Poi c’è anche il vasto numero di operazioni contestate. Infatti, se per le altre società si tratta di scambi occasionali, con un’incidenza sui bilanci minima, la Juventus ha condotto varie operazioni volte a ottenere plusvalenze che i giudici hanno ritenuto fraudolente, influendo sullo stato finanziario della società in maniera molto più massiccia.
C’è, in ultimo, l’aspetto delle stesse intercettazioni, alcune delle quali sono particolarmente pesanti. In un dialogo ottenuto dalla Procura di Torino, e poi trasmesso a quella della FIGC, Paratici dice a Corrado, dg del Pisa: “L’ho sempre fatto […] l’operazione devi farmela fare a me! Dammi retta, l’operazione la faccio io anche per il Pisa! Tu devi darmi solo le linee, la metto a posto io. L’ho fatto per il Genoa tutta la vita, l’ho fatto per l’Atalanta tutta la vita, l’ho fatto per il Sassuolo tutta la vita. […] Dammi retta, fammi fare a me l’operazione!“.
Frasi che non solo denotano la centralità dell’ex-ds bianconero nel giro di plusvalenze artificiose, ma sembrano sminuire il ruolo dei dirigenti degli altri club nel reato, concentrando su Paratici le responsabilità. E non è un caso che l’attuale dirigente del Tottenham abbia ricevuto una condanna molto pesante.