Tutto sul ricorso della Juventus al Collegio di Garanzia del Coni dopo la sentenza della Corte federale d’appello che ha penalizzato i bianconeri di 15 punti in classifica per via del “caso plusvalenze“.
Sono 90 le pagine scritte dai legali della Juventus per ribaltare la sentenza della Corte Federale d’Appello e chiedere l’annullazione di fronte al Collegio di Garanzia del Coni, che deciderà entro un mese.
Nel ricorso della Juventus si sottolinea come la stessa Caf avesse assolto tutti i deferiti per il caso plusvalenze il 27 maggio 2022, denunciando un’assenza di normativa sul tema e la mancanza di “parametri normativamente sanciti” per attribuire un valore ai diritti alle prestazioni sportive di un giocatore, con la conseguente impossibilità di valutare come “rilevanti” in sede disciplinare le plusvalenze generate dalle 15 operazioni di compravendita contestate alla Juventus.
L’appunto denominato “Libro nero di FP” e gli appunti sulle trattativa in corso, dove compare la X, “nulla contengono per attribuire il connotato di fittizietà ai valori di cessione delle suddette operazioni. In nessuna conversazione intercettata e in nessun documento acquisito si rinviene alcun riscontro di sorta per sostenere, ad esempio, che il valore del calciatore Vrioni, ceduto dalla Juventus per 4 milioni fosse pari a 600mila (valore attribuito dalla Procura Federale), oppure che il valore del calciatore Brunori fosse davvero contenuto in 400mila (valore attribuito dalla Procura) e non fosse, invece, maggiore come da operazione”.
Juventus ricorso lo scenario
In realtà le intercettazioni e le acquisizioni documentali delineano soltanto “uno scenario di carattere generale, in cui emerge l’interesse, anche per finalità bilancistiche, a concludere operazioni produttive di plusvalenze, oltre alla consapevolezza di aver concluso molteplici operazioni incrociate, ma nulla di più e soprattutto nulla che dimostri attività illecite o anche solo irregolari”.
Riguardo a questo, i legali della Juventus hanno sottolineato come si sia arrivati “ad una sentenza di condanna non correlata con l’atto di deferimento. La Corte d’Appello Federale, solo nel segreto della camera di consiglio, ha deliberato su un nuovo e autonomo tema decidendo, senza alcun contraddittorio con la difesa dei deferiti”.
In questo modo “tale procedimento si è così inevitabilmente risolto in una grave e palese violazione del diritto di difesa e del diritto al contraddittorio ai sensi dell’articolo 24 della Costituzione, oltre che dei principi del giusto processo, richiamati, come noto, anche dall’articolo 2 del Codice di Giustizia del Coni e dal 44 di quello della Figc”.
E sul sistema di plusvalenze “L’addebito di aver realizzato un sistema fraudolento in partenza è smentito già dalla preliminare considerazione per cui le plusvalenze hanno inciso solo in minima parte sul totale dei ricavi del club. Nel triennio dal 2018 al 2021 i ricavi della Società ammontano a 1,675 miliardi di euro, le plusvalenze contestate come fittizie nel deferimento sono pari a 60 milioni, rappresentando solamente il 3,6% del totale dei ricavi”.