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Juventus Bologna è stata una partita ricca di emozione, ma le proteste sono vibranti per il rigore non assegnato agli ospiti.

Il campo ha emesso la sua sentenza: la Juventus ha compiuto il primo passo falso della sua stagione pareggiando contro il Bologna con il risultato di 1-1. I tanti tifosi arrivati all’Allianz Stadium si aspettavano sicuramente di più dai bianconeri che hanno faticato molto nel primo tempo a esprimere il loro calcio, quello che si era visto ad esempio alla prima giornata di Serie A contro l’Udinese. I guizzi dei felsinei, la loro qualità tecnica e la tattica scelta da Thiago Motta hanno dato i loro frutti, tanto che la Vecchia Signora è riuscita a pareggiare soltanto all’80esimo minuto con il solito Dusan Vlahovic.

Non si sta parlando tanto, però, di quello che è successo in campo, perché un altro episodio sta rubando l’attenzione pubblica. Infatti, nel corso del secondo tempo, il Bologna si è visto negare un rigore piuttosto solare che ha acceso le polemiche. Ndoye era a pochi passi dalla linea di porta ed è stato travolto da Iling-Junior che, in un disperato intervento in scivolata, ha ostacolato l’attaccante rossoblù. L’arbitro ha lasciato correre e non è stato neppure richiamato al Var. Insomma, come se nulla fosse e le polemiche non mancano, ovviamente. In tanti stanno sottolineando come fosse praticamente impossibile non assegnare un penalty del genere, soprattutto si chiedono perché non sia andato a vedere l’episodio per poi cambiare la sua decisione iniziale. Questo mancato rigore arriva, poi, dopo i due dati ieri al Milan che erano stati concessi dopo contatti anche meno evidenti. I dubbi restano tanti, anche perché non è il primo errore di Di Bello in Serie A. Un arbitro molto sfortunato, bisogna dirlo.

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Juventus Bologna perché il calcio di rigore era da assegnare

Rivedendo da tutte le angolazioni la dinamica dell’azione, sicuramente il giudizio non cambia. Ndoye era veramente vicino alla porta e questo rendeva l’attaccante del Bologna in chiara posizione di vantaggio su tutti i diretti avversari. L’unico a poterlo bloccare era di fatto Iling-Junior che, però, era stato scavalcato in velocità dall’estero d’attacco di Thiago Motta che, quindi, era lanciato verso la porta e non piantato per terra come il difensore. Quando si è visto superato, l’inglese ha provato ad arrivare sul pallone in scivolata, ma la sfera non l’ha neanche toccata, almeno non in maniera distinguibile. Con l’anca, invece, abbatte chiaramente l’avversario che finisce per terra senza la possibilità di spingere il pallone in rete, che infatti resta quasi fermo. Il contatto tra i due, così vicino alla porta, è netto e, a quel punto, per evitare il rigore l’unico modo era prendere interamente il pallone. C’è poco da giustificare Di Bello, quindi, anche per la posizione dell’attaccante in area piccola. Insomma, ci sono pochi dubbi su quale fosse la scelta corretta, ma il calcio, anche in tempi di tecnologia, è questo e bisogna accettarlo.