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Colpo dell’Inter nell’estate 2016 e poi oggetto misterioso, João Mario torna in Portogallo per rilanciare la propria carriera là dov’era iniziata, allo Sporting.

Nell’estate del 2016 pareva che l’Inter avesse realizzato il colpo che avrebbe potuto riequilibrare il campionato e riportare i nerazzurri a lottare per lo scudetto: 23 anni, João Mario arrivava da un sensazionale Europeo in cui era stato tra i protagonisti del titolo vinto dal Portogallo, pur in assenza dell’infortunato Cristiano Ronaldo.

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In poche uscite, però apparve chiaro a tutti che si era trattato di un clamoroso abbaglio, e che il lusitano non era un giocatore adattato alla Serie A: da potenziale stella, si trasformò in un clamoroso boomerang da 40 milioni di euro più ingaggio. La sua carriera, invece di prendere una scala ascedente verso il cielo, finì in una fossa, da cui ora prova a uscire con un ritorno nel club che lo lanciò, lo Sporting Lisbona.

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João Mario: l’affermazione

Il vivavio dello Sporting è uno dei più prolifici al mondo: da qui sono partiti Cristiano Ronaldo, Figo e Quaresma, solo per citarne tre. João Mario, che proviene da una famiglia di origini angolane, una ex-colonia portoghese, arriva a Lisbona con la madre che è un ragazzino, trasferitosi da Porto, dove aveva iniziato a giocare nel settore giovanile dei Dragões.

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Tra i ragazzi dello Sporting si afferma come uno dei centrocampisti più promettenti: ufficialmente è un trequartista, preciso nei passaggi e dalla visione di gioco superiore alla media, ma matura presto anche dal punto di vista tattico e arriva a ricoprire anche ruoli più bassi nel campo, come la mezzala o il regista arretrato. Domingos Paciencia, nel dicembre 2011, lo fa esordire in prima squadra in Europa League contro la Lazio; viene successivamente prestato al Vitoria Setubal, con cui si segnala come uno dei migliori giovani del campionato portoghese.

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Al suo ritorno allo Sporting, diventa titolare sotto la guida di Marco Silva, e con lui il club vince una Taça de Portugal e conquista un secondo posto in Liga. Nell’estate del 2015 fa parte della selezione di Rui Jorge che perde solo ai rigori il titolo europeo Under-21 contro la Svezia, ma che risulterà decisiva nella conquista di quello maggiore un anno dopo: oltre a João Mario, in squadra ci sono Raphael Guerreiro, William Carvalho, Bernardo Silva e Ivan Cavaleiro.

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João Mario, nell’Under-21, gioca prevalentemente da ala destra, ma poi in campo va ad accetrarsi sulla trequarti, dando modo a Bernardo Silva di svariare su tutto il fronte offensivo. Un anno dopo, Fernando Santos lo sposta sulla fascia sinistra, in una linea di centrocampisti offensivi che però tende molto ad accentrarsi, con Adrien Silva e Renato Sanches. Questi due tornei, disputati in un posizioni in cui non è solito giocare, sono quelli che lo renderanno uno dei giocatori più ricercati in Europa.

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João Mario all’Inter: cosa non ha funzionato

Il primo problema dell’esperienza interista di João Mario è rappresentato dalle aspettative: Thohir arriva a spendere 40 milioni per il portoghese, una cifra esagerata se pensiamo che, un anno dopo, Bernardo Silva passerà dal Monaco al City per 50 milioni. Oltre al prezzo, c’è un’incomprensione tattica: João Mario viene preso per giocare soprattutto come interno di centrocampo con Kondogbia e Banega, allontanandolo dagli attaccanti, che potrebbero beneficiare dei suoi passaggi.

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Al suo arrivo in Italia, la Gazzetta lo descrive facendo riferimento soprattutto ai duelli fisici vinti nella finale di Euro 2016 contro Pogba, e anche in seguito i media ne parleranno come di un giocatore di corsa e utile alla fase difensiva. “In Italia c’è un grande pregiudizio riguardo la fisicità e la lotta, piuttosto che dell’azione tecnica. L’Inter si aspettava da me più aggressività che tecnica” spiegherà in seguito.

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Ma è anche una stagione complicatissima, quella dei nerazzurri: alla firma del portoghese, in panchina siede Roberto Mancini, che poi si licenzia e viene rimpiazzato da un De Boer totalmente fuori posto in Serie A. Dopo 12 giornate, l’olandese salta e lo sostituisce Vecchi, che fa da traghettatore verso l’ingaggio di Pioli, che però resiste solo fino alla 35a di campionato, quando nuovamente Vecchi deve prendere posto in panchina.

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João Mario: gli anni del vagabondaggio

Dopo una stagione da 32 presenze, 3 gol e 7 assist, João Mario è già considerato un esubero da Luciano Spalletti, che per un po’ prova a trovargli una collocazione tattica, ma a gennaio 2018 ne caldeggia la cessione. L’Inter però non vuole vanificare il grosso investimento fatto su di lui, e così la dirigenza sceglie di non cederlo, ma piuttosto di trovargli una collocazione in prestito.

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Invece che aiutare il giocatore, questa soluzione però lo frustra ulteriormente, e João Mario si ritrova prima al West Ham e poi alla Lokomotiv Mosca, contesti anonimi in cui non riesce a incidere e le sue qualità di leadership, così evidenti nel Portogallo del 2016 nel suo modo di coordinare i movimenti dei compagni con i suoi passaggi, sembrano ormai un miraggio.

Lentamente, perde anche il posto in Nazionale. Gioca, senza brillare, i Mondiali del 2018, e dopo di essi diventa un riserva nelle prime partite di Nations League, per poi uscire dal giro dei convocati fissi di Fernando Santos. Ieri, nella chiusura del calciomercato portoghese, ha firmato per il ritorno allo Sporting Lisbona, ovviamente ancora in prestito dall’Inter, con cui ha un contratto fino al 2022.

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João Mario: lo Sporting per ricominciare

Al di là della formula, e di uno stipendio in gran parte pagato ancora dai nerazzurri, il ritorno di João Mario allo Sporting ha sicuramente un valore simbolico importante, per un giocatore che a 27 anni ha ancora tempo per tornare quello che avrebbe dovuto essere. Attorno a sè si trova, però, una squadra completamente da ricostruire, in cui avrà il ruolo di regista non solo tattico ma anche umano in una rosa giovane e inesperta.

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I Leões hanno perso molti dei loro pezzi pregiati (Matheus Pereira, al West Brom; Marcos Acuña, al Siviglia; Wendel, allo Zenit), e per sostituirli sono arrivati principalmente ragazzi che hanno ancora tutto da dimostrare (Nuno Santos del Rio Ave, Tabata del Portimonense, Pedro Gonçalves del Famalicão). João Mario fa parte degli elementi più esperti e, allo stesso tempo, talentuosi della rosa, che si è impreziosita anche con Antonio Adan, Zouhair Feddal e Vitorino Antunes, ma che punta forte sulle promesse Edu Quaresma, Nuno Mendes e Joelson Fernandes.

La stampa portoghese ha dedicato molto spazio al ritorno di João Mario, a cui in questa stagione non si chiede solo un rilancio sul piano tecnico, ma anche un salto di qualità a livello personale che lo renda il punto di riferimento di tutta la rosa. Dal suo arrivo all’Inter, ormai quattro anni fa, questo è il momento più significativo per il suo futuro come calciatore.

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