La maggior parte dei calciatori che finiscono nella rubrica ‘Stelle Cadenti’ si portano indietro paragoni che, col senno di poi, si rivelano essere dei veri e propri macigni per le carriere poco felici di questi ultimi.
Anche Ishak Belfodil è rimasto vittima di questo perverso meccanismo che una volta su 1000 risulta anche veritiero ma che nelle restanti 999 volte spesso si mostra fallace. Addirittura per lui si sono scomodati paragoni super ingombranti per quanto riguarda il mondo degli attaccanti, come quelli con Karim Benzema e Zlatan Ibrahimovic.
Ma le carriere parlano quanto il campo e quella di Belfodil, purtroppo, non si è avvicinata nemmeno minimamente alla stellare esperienza dei suoi rinomati colleghi.
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Pochi gol, flop e Ramadan: Belfodil, un attaccante poco prolifico
Ma perché l’algerino era stato accomunato a questi due straordinari attaccanti? Col senno di poi sembra quasi preoccupante sostenerlo ma in gioventù il ragazzo aveva manifestato doti da grande bomber, oltre che una discreta velocità unita a un’importante prevaricazione fisica sull’avversario di turno.
Alto il giusto, possente e con un esistente senso del gol: Belfodil rappresentava uno dei tanti picchi di una generazione algerino-transalpina che stava prendendo piede ferocemente nella Ligue 1 ancora non dominata dagli arabi e dal PSG. Proprio nel club parigino Belfodil approda intorno al 2005, dopo aver fallito qualche provino precedentemente.
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Dopo vari passaggi nelle selezioni giovanili viene acquistato prima dal Clermont Foot e poi dal Lione, il club che concretamente gli darà le prime possibilità di mettersi in mostra.
Dopo un buonissimo triennio nella squadra B, finalmente nel 2009 l’algerino esordisce in prima squadra. Ci rimarrà fino al 2012, alternandosi però sempre con le presenze nella rappresentativa minore. Ai tanti gol nella squadra B il ragazzo contrappone però delle faticose prestazioni con il “vero” Lione: in 13 partite ufficiali giocate con i francesi la casella dei gol non si riempirà.
Pur credendoci, il Lione sembra essere interessato a far guadagnare esperienza al suo giocatore. Così, nell’inverno del 2012 Belfodil si trasferisce in Serie A, precisamente al Bologna. Inizierà dallo stadio Dall’Ara l’avventura nostrana di un ragazzo che sognava davvero di diventare grande e che, invece, si perderà quasi subito nel nostro calcio.
Le esperienze in Emilia Romagna
I primi 6 mesi italiani non si rivelano forieri di novità positive per il giovane. Belfodil è infatti chiuso dalla pericolosa concorrenza di Di Vaio e di Acquafresca, di conseguenza giocherà soltanto 8 partite – per lo più spezzoni di gara – senza mai siglare una rete.
Dopo due anni di digiuno il Lione inizia a farsi qualche domanda sul reale valore della punta e valuta immediatamente di cederlo. Ad approfittarne è un’altra squadra dell’Emilia Romagna, ovvero il Parma: i ducali lo acquistano a titolo definitivo il 30 giugno del 2012.
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Per Belfodil è una stagione importante, poiché fare bene con una squadra del genere in Serie A potrebbe aprirgli porte anche più illustri. E l’algerino effettivamente svolge una prima parte di stagione davvero notevole, mettendosi in luce sia dal punto di vista del gioco che da quello realizzativo.
Il calo nella seconda parte di campionato non gli preclude comunque di festeggiare il termine di un’annata felice: per la prima volta in carriera da professionista si avvicina alla doppia cifra, chiudendo la stagione con 8 gol e giocando ben 34 gare.
Trovata la continuità e prese le misure con il nostro campionato, Belfodil si propone come un giovane talento da non lasciarsi sfuggire. Già precedentemente le big italiane avevano messo gli occhi su di lui, individuandolo come un ottimo prospetto in chiave futura.
La squadra che sembra più vicina a prenderlo è il Napoli ma durante il mercato estivo è l’Inter a piazzare il colpo della faina acquisendolo in comproprietà con i ducali nell’ambito dell’operazione che porterà Cassano al Tardini.
Anche la cifra sembra un bell’investimento: secondo La Gazzetta dello Sport per la metà del giocatore l’Inter arriva a sborsare 10 milioni. Per Belfodil sembra finalmente arrivato il momento della grande occasione, una chance da non sbagliare. Facile, però, indovinare come sia andata a finire.
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Belflopil
Ironia della sorte, l’attaccante verrà presentato insieme a un pari ruolo molto promettente per i nerazzurri: Mauro Icardi. Lui rappresenta – in teoria – il futuro, l’algerino invece un luminoso presente. Anche se i problemi cominciano a emergere sin da subito per una questione religiosa.
Belfodil infatti, da musulmano, segue il Ramadan, ovvero il mese che prevede la completa assenza di cibo, bevande e attività sessuali dall’aurora al tramonto. Il problema è però rappresentato dal fatto che, nell’occasione del suo trasferimento, il Ramadan capita proprio nel mese in cui l’inter svolge il ritiro precampionato. Mazzarri e la società cercano di aiutarlo come possono: la testimonianza rilasciata quell’estate dal Dottor Combi a Inter Channel è indicativa. “All’atto pratico c’è la necessità di rispettarlo.
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Una volta che Ishak ha saputo che da parte nostra lo rispettiamo lui si è aperto un pochettino e noi rispettiamo i suoi orari. Poi nell’orario nel quale è consentito mangiare e bere lo consigliamo come dosaggi in modo da prolungare l’apporto alimentare non solo di notte, ma anche di giorno in modo che possa essere più agevolato durante l’esercizio fisico. Di più non possiamo fare”, spiegò. Di conseguenza, Belfodil durante il ritiro si farà notare soprattutto per molti errori – tra cui alcuni clamorosi gol sbagliati – a causa delle “precarie” condizioni fisiche.
Il Ramadan termina e il campionato inizia, ma non arrivano novità positive: Belfodil risulta essere molto spesso un fantasma in campo, soprattutto perché il tecnico Walter Mazzarri lo ritiene ancora troppo acerbo tatticamente nonostante la poliedricità che gli consente di giocare in tutti i ruoli dell’attacco.
Nelle poche occasioni in cui gioca, peraltro, le sue prestazioni si rivelano decisamente insufficienti. Ad esempio quella contro il Verona, con tanto di espulsione per bizze in campo con l’avversario Moras.
In 6 mesi Belfodil gioca la miseria di 8 partite, rimanendo a secco in campionato e segnando un solo gol, in Coppa Italia, contro il Trapani. Veramente pochissimo per un calciatore che doveva risollevare l’attacco dei nerazzurri. Inevitabile, dunque, una sua cessione sin da subito.
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Non è un Paese per Belfodil
Nel giro di poco tempo Belfodil deve praticamente salvare la sua carriera. Ci prova andando a Livorno, in prestito. Il risultato è sconcertante: 17 presenze senza uno straccio di marcatura e labronici retrocessi in Serie B. Dopo il secondo flop consecutivo l’Inter decide di liberarsi immediatamente del giocatore e consente al Parma di riscattare l’altra metà del cartellino: Belfodil dunque deve ricominciare dai ducali, nuovamente.
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Parma potrebbe essere un ritorno in Purgatorio, per poi rilanciarsi nuovamente verso il Paradiso. Purtroppo stavolta l’esperienza ducale non sarà felice: dopo appena un anno e un solo gol, le parti rescindono il contratto. Così facendo, peraltro, Belfodil rinuncia anche ai crediti nei confronti del club, prossimo al fallimento.
L’algerino decide così di puntare sulla carriera estera: dopo aver militato nello Standard Liegi (ma prima aveva giocato negli Emirati Arabi Uniti, precisamente al Baniyas) si ricrea – seppur parzialmente – una carriera in Bundesliga. Werder Brema e Hoffenheim le squadre di cui ha vestito la maglia, con risultati anche discreti ma mai miracolosi.
Difficilmente Belfodil diventerà dunque come Benzema e Ibrahimovic, anche per via di un’età non proprio giovanissima (28 primavere per lui). Nel frattempo, i tifosi interisti continuano a ricordarlo come un clamoroso flop e sembra quasi impossibile rivederlo in Italia. Le vie del mercato sono infinite, certo, ma forse così non tanto.