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Il Bayern Monaco è il club principe del calcio tedesco, ma negli ultimi tempi sembra in confusione totale e incapace di ristrutturarsi.

Perdere lo scudetto dopo aver vinto le undici precedenti edizioni ci può stare, perderlo in questa maniera decisamente meno. I bavaresi hanno subito una serie di risultati pessimi nelle ultime settimane (sconfitto 3-0 a Leverkusen, 3-2 a Bochum, 2-0 in casa col Dortmund, 3-2 ad Heidenheim), e rischiano di perdere anche il secondo posto in Bundesliga, oggi in condivisione con lo Stoccarda. Ma tutto questo è solo la punta dell’iceberg, perché negli ultimi tempi la società tedesca – a lungo indicata come un modello manageriale, a livello sportivo ed economico – sembra non farne più una giusta.

Thomas Tuchel ha già annunciato che non resterà sulla panchina del Bayern nella prossima stagione, ed era sembrato che addirittura al suo posto sarebbe potuto tornare Julian Nagelsmann (che però ha poi rinnovato fino al 2026 come ct della Germania). Ma a ben vedere è da tempo che il club bavarese non riesce a trovare un allenatore adatto alle sue ambizioni. A voler essere severi, questo problema va avanti almeno dall’addio di Guardiola, nell’estate del 2016. Arrivò Ancelotti, ma dopo poco più di due stagioni venne esonerato a causa di dissidi nello spogliatoio. Dopo aver puntato su Heynckess come traghettatore, si scelse di ripartire da un tecnico giovane come Niko Kovac, che però durò poco più di una stagione. Il nuovo traghettatore, Hansi Flick, centrò un incredibile successo nella Champions League, ma non seppe confermarsi l’anno dopo. Il nuovo nome, nell’estate 2021, fu Nagelsmann, ma pure lui non ha avuto fortuna.

In queste otto annate non sono certo mancati gli investimenti importanti, anzi sono anche cresciuti di molto rispetto al passato. Dal 2019 il Bayern Monaco ha iniziato a spendere grosse cifre sul mercato per giocatori che non sempre hanno dimostrato di valerle: Lucas Hernandez è costato 80 milioni, Dayot Upamecano 42,5, De Ligt 67, Mané 32. La scorsa estate, sono stati acquistati Kim Min-jae (50 milioni) ed Harry Kane (95), e a gennaio si è aggiunto Boey (30), ma invece che rinforzarsi la squadra sempre essersi indebolita. Nello stesso periodo, i bavaresi hanno perso Alaba, Sule, Lewandowski e anche un giovane talento come Zirkzee, nel quale non hanno creduto abbastanza.

La confusione manageriale del Bayern Monaco: anche la dirigenza è nel caos

La nuova direzione del Bayern sembra dovuta principalmente a Herbert Hainer, eletto presidente del club alla fine del 2019 e destinato a restare in carica fino al 2025. Ma in realtà è tutto il comparto dirigenziale ad accusare dei problemi: lo scorso maggio, l’amministratore delegato Oliver Kahn e il direttore sportivo Hasan Salihamidzic erano stati sollevati, in quanto ritenuti responsabili della stagione deludente del Bayern. Al loro posto sono stati chiamati Jan-Christian Dreesen, già nell’organigramma bavarese, e soprattutto l’austriaco Christoph Freund, ex direttore sportivo del Salisburgo. Il tempo a loro disposizione per cambiare le cose è stato poco, essendo in carica da meno di un anno, ma al momento il Bayern Monaco è ancora più evidentemente in una rotta discendente.

Oltre a questo, al Bayern Monaco in questi anni è venuto a mancare anche lo storico apporto del suo settore giovanile. Nella squadra che vinse la Champions League nel 2013 c’erano sei giocatori del vivaio tra i più utilizzati da Heynckes, mentre in quella che tornò sul tetto d’Europa nel 2020 erano scesi ad appena due, entrambi già presenti sette anni prima. Oggi, solo Thomas Muller e Jamal Musiala sono prodotti del settore giovanile bavarese, con il primo che spegnerà 35 anni a settembre. Musiala è l’unico talento sbocciato al Bayern nell’ultimo decennio: un dato significativo, per una squadra che nel frattempo ha aumentato, come detto, le spese per gli acquisti esterni.

Sul fronte giovanile, qualche buona speranza per il futuro non manca. Tillman, Stanisic, Pavlovic e, più in prospettiva, Arijon Ibrahimovic, sono sicuramente nomi da tenere d’occhio. Ma la situazione generale dimostra che oggi il modello del Bayern Monaco è decisamente in crisi. L’ennesima conferma arriva sul fronte allenatore: dopo aver bruciato tanti nomi importanti, negli ultimi mesi il Bayern ha ricevuto il prima di Xabi Alonso e poi di Nagelsmann. La successione alla panchina di Tuchel è ancora un rebus.

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