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Il 24 settembre 1967 nasceva Igor Protti, iconico bomber di provincia capace di vincere la classifica marcatori nei tre campionati professionistici italiani.

È chiamato lo Zar, è una leggenda in diversi club minori italiani – Bari e Livorno su tutti – e, nonostante abbia accarezzato il calcio di alto livello alla Lazio, Igor Protti resta una figura legata alla provincia. Non è stato, come spesso si pensa, il primo a vincere la classifica cannonieri in Serie A, B e C1, perché fu anticipato di un anno da Dario Hubner, ma la sua storia ha molto altro da raccontare.

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Igor Protti, da Rimini a Bari

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La carriera di Protti inizia sedicenne nella sua Rimini, all’epoca in Serie C1, e lo porta subito a segnalarsi come un attaccante promettente, valendogli il primo trasferimento al Livorno. A fine anni Ottanta esplode, segnando prima 9 reti con gli amaranto, e poi 10, sempre nella terza serie, durante un prestito alla Virescit Bergamo. Da qui, fa il salto in Serie B con la maglia del Messina, attraversando in un colpo solo tutta la penisola.

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Le ottime prestazioni in B lo portano a Bari, città di cui anni dopo diventerà cittadino onorario. Gli inizi, però, non sono poi così incoraggianti: Protti segna poco, e il suo contributo alla promozione in A del 1993-94 è di appena 6 reti; anche la prima stagione nella massima serie è abbastanza anonima, con 28 presenze e 7 gol.

 

Nel 1995-96, vive però una stagione eccezionale, in tutti i sensi: inizia a segnare a raffica, mentre fa pure da chioccia al talentino Nicola Ventola; per contro, il club di Matarrese stenta, e dopo dodici giornate caccia Giuseppe Materazzi per sostituirlo con Eugenio Fascetti, che però non ruscirà a dare la scossa alla squadra. Mentre il Bari retrocede in Serie B, Protti si consacra capocannoniere della Serie A con 24 gol in 33 partite: per la prima e finora unica volta nella storia, il miglior realizzatore del massimo campionato non riesce a salvare la propria squadra.

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Igor Protti: le promesse non mantenute

A 29 anni, Protti conquista la grande occasione della sia vita, trasferendosi per 7 miliardi di lire alla Lazio di Zeman, a giocare accanto a campioni come Marchegiani, Nesta, Nedved, Casiraghi e Signori. Proprio con questi due deve fare squadra nell’attacco a tre del boemo, ma le cose non vanno bene e, quando Zeman viene rimpiazzato da Zoff, il suo minutaggio cala. Appena 7 gol in 27 partite – nonostante una tripletta rifilata alla Reggiana – e Protti viene prestato al Napoli.

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Nonostante alcuni buoni giocatori come Rossitto, Bellucci e soprattutto Ayala, il Napoli è una squadra in piena crisi finanziaria e rivoluzionata rispetto alla passata stagione. Cambiano quattro allenatori, ma nessuno riesce a risollevarla, e alla fine le tocca la retrocessione. Protti, dopo appena 4 reti in Serie A e 2 in Coppa Italia, torna alla Lazio, che poi lo scarica alla Reggiana, in B. A 31 anni, smebra già sul viale del tramonto.

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Igor Protti: la rinascita a Livorno

8 reti non bastano a salvare la Reggiana: in due stagioni, Protti è passato dal lottare per lo scudetto al giocare in Serie C1. Accetta così di tornare a Livorno, ora presieduto dall’ex-patron del Genoa Aldo Spinelli, dove le sue qualità e la sua esperienza possono essere preziose. Alla prima annata, segna 11 reti, ma già dalla seconda raggiunge quota 20, portando i toscani ai playoff. Improvvisamente, Igor Protti torna a essere la macchina da gol che era sembrato in quella strana stagione a Bari.

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Nel 2002, con 27 gol in 31 partite, conquista la promozione e diventa capocannoniere del torneo. Il Livorno sostituisce il tecnico Jaconi con il giovane Roberto Donadoni, che dà spazio a giovani come Amelia e Chiellini accanto a giocatori esperti come Protti e Gennaro Ruotolo. Segnando 23 reti, il romagnolo garantisce una comoda salvezza gli amaranto, ma soprattutto conquista un’altra classifica marcatori, la terza in tre diverse categorie professionistice. Nella stagione successiva, in coppia con Cristiano Lucarelli e sotto la guida tecnica di Walter Mazzarri, Igor Protti aggiungerà altri 24 gol al suo curriculum, portando il Livorno alla promozione in Serie A.

Igor Protti: oltre il campo

Nel 2005, dopo aver salvato il Livorno, annuncia il ritiro dal calcio. La sua carriera proseguirà in Toscana come dirigente, prima al Tuttocuoio di San Miniato, e poi ovviamente al Livorno. Ma Igor Protti è noto anche per il suo impegno artistico e per il sociale: testimonial dell’Unicef fin da giocatore, e spesso attivo nella benficenza, si è destreggiato anche come attore, anche se sempre collegato a progetti sociali. Nel 2009 ha recitato in una versione narrata della Bohéme di Puccini al Teatro I 4 Mori di Livorno, e successivamente ha collaborato con una compagnia teatrale livornese che lavora con ragazzi portatori di handicap fisico. Un campione non solo dentro il campo.

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