Hugo Maradona è sempre stato noto come il fratello del più celebre Diego, ma ha avuto una discreta carriera da giocatore e adesso proverà la strada della politica
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Maradona sindaco di Napoli. Forse un po’ esagerato, visto che ovviamente non stiamo parlando di Diego, scomparso a 60 anni lo scorso 25 novembre, ma di suo fratello minore Hugo. Inoltre, ancora non si parla realmente di sindaco, ma magari un posto nella prossima giunta comunale del capoluogo campano potrebbe saltar fuori.
Hugo Hernan Maradona, infatti, dopo una carriera discreta come calciatore oggi torna agli onori delle cronache per una candidatura alle prossime amministrative a Napoli come capolista dell’associazione Napoli Capitale.
La carriera di Hugo Maradona
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Hugo Hernán Maradona, detto El Turco, è nato a Lanus il 9 maggio del 1969, nove anni più giovane di Diego e destro di piede, invece che mancino. Il ruolo in campo, invece, è lo stesso del più celebre parente, e negli anni giovanili in tanti scommettono che pure il talento sia lo stesso: nella primavera del 1985 gioca con la maglia dell’Argentina i Mondiali U16 in Cina, segnando una doppietta nel 4-2 al Congo, con tanto di gol su punizione all’incrocio dei pali. Diego sentenzia: “Diventerà anche più forte di me“.
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Hugo debutta in Primera Division con l’Argentinos Juniors così come aveva fatto il fratello maggiore, che convince anche il ct Bilardo a convocare El Turquito per fare in modo che, frequentando il gruppo della Nazionale, possa maturare prima. È sempre il Pibe de Oro a fargli da sponsor, persuadendo il presidente Ferlaino a portarlo al Napoli, dopo due stagioni da 19 presenze e 1 gol all’Argentinos Juniors, perpoi parcheggiarlo in prestito altrove a causa del limite di stranieri.
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A occuparsi delle trattative è Luciano Moggi, direttore generale dei partenopei, ma le cose sono più difficili del previsto. Il Pisa neopromosso, per voce del suo vulcanico presidente Romeo Anconetani, rifiuta con uno sdegnato: «No, grazie!» Per il Pescara, anch’esso neopromosso, è il tecnico Giovanni Galeone a dire: «Cedete pure Pagano al Napoli, ma non fatevi appioppare Hugo Maradona, per carità!» Alla fine è Costantino Rozzi, istrionico presidente dell’Ascoli, ad accettare di mettere sotto contratto l’argentino per la stagione 1987/1988, facendone il più giovane calciatore straniero del dopoguerra del club marchigiano.
Toccata e fuga in Italia
Ilario Castagner, allenatore dell’Ascoli, durante la preparazione si sbilancia: «Possiede un ottimo controllo che gli permette dribbling strettissimi e rapidi. Arriva in area in ottime condizioni per il tiro a rete. Sa dare bene anche la palla ai compagni, passaggi millimetrici e smarcanti. E non è male nemmeno il tiro: secco e preciso». Sembra l’inizio di una favola, ma Hugo Maradona debutta in panchina. Gioca in tutto 13 partite (una al San Paolo contro Diego), tre sole volte come titolare indossando la maglia numero 10, ma senza lasciare traccia.
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Castagner gli preferisce il più prosaico Paolo Giovannelli; l’Ascoli riesce comunque a salvarsi dalla retrocessione grazie ai gol di Walter Casagrande e tutta l’Italia si rende conto che Maradonino è inadeguato per la Serie A. Un quotidiano dell’epoca scrive: “Il baby Maradona si è installato in un appartamento con un’amica napoletana. Ha diciotto anni, la faccia imberbe, una tecnica semi-squisita che sciorina sin dal debutto, ma nessuna voglia di soffrire“.
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Così nell’estate del 1988 il Napoli riesce a spedirlo in Spagna, al Rayo Vallecano in Segunda DivisiOn. In terra iberica colleziona in tutto 35 presenze siglando 6 reti, contribuendo alla promozione della terza squadra di Madrid in Liga e dicendo a El Pais una frase aneddotica: “Non siamo attori. Gli attori si vestono, si truccano. Noi entriamo in battaglia senza inganni. Il pubblico paga per lo spettacolo. Al teatro gli attori non perdono. Il pubblico esce contento. Questo è il rischio del calciatore. Se perde, la gente può tirarlo giù dal piedistallo”. A fine stagione finisce in Austria al Rapid Vienna (6 sole presenze e nessun gol) dove chiude la sua avventura europea anche per mancanza di adattamento al rigido inverno austriaco.
Il giro del mondo
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Nel 1990, a 21 anni, la carriera di Hugo Maradona è già in declino. Va a giocare un anno in Venezuela nel Deportivo Italia, poi passa al Progreso di Montevideo nella Primera Division uruguayana, senza mai scendere in campo. Decide quindi di tentare la fortuna in un altro continente e nel 1992 atterra in Giappone per giocare in un campionato non ancora professionistico e a dimensione regionale, col PJM Futures di Shizuoka.
Diventa subito un idolo, ma l’anno dopo nasce la J-League e la sua squadra si ritrova in seconda serie; passa così al Fukuoka Blux e ottiene l’immediata promozione, mentre il club cambia nome di Avispa Fukuoka. Poi va a giocare nel Consadole Sapporo, conquista un’altra promozione e disputa una bela annata in J-League, prima di decidere di cambiare nuovamente aria: lo attende il Nord America, con un contratto nel Toronto Italia, nel campionato professionistico canadese. A fine millennio torna in Argentina, per chiudere la carriera con l’Almirante Brown de Arrecifes in Segunda Division.
Hugo Maradona in politica
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È invece notizia di questi giorni che Hugo Maradona entrerà in politica a Napoli, città dove si è da tempo trasferito a vivere, occupandosi di progetti legati ai giovani e all’accesso allo sport. Si presenterà alle comunali del 3 e 4 ottobre come capolista di Napoli Capitale, l’associazione di Enzo Rivellini (politico napoletano iscritto a Fratelli d’Italia) che supporta la candidatura a sindaco di Catello Maresca per il centrodestra.
Il nostro progetto civico sostenuto dal centrodestra è composto da persone che si mettono al servizio della città. Hugo #Maradona è da anni impegnato nel sociale per offrire ai ragazzi opportunità che non siano la strada e la malavita. Benvenuto in squadra, Hugo!#senzapaura pic.twitter.com/QsgwJViQVA
— Catello Maresca (@MarescaCatello) August 3, 2021
Un altro ambiente, quindi, in cui Hugo è diverso da Diego, che era invece notoriamente comunista e amico personale di politici come Fidel Castro e Hugo Chavez. Ad ogni modo, il giovane Maradona è ancora in attesa della cittadinanza italiana, di cui ha fatto richiesta qualche anno fa e a cui ha diritto per matrimonio.
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