Il Verona ha completamente cambiato marcia dall’arrivo in panchina del croato, sfoderando grandi prestazioni soprattutto in zona gol.
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Bologna Verona del 13 settembre scorso è stata un punto di svolta per il club scaligero ma un po’ anche per tutta questa stagione di Serie A, almeno fino a questo punto. La sconfitta al Dall’Ara, la terza nelle prime tre partite, segnò la fine dell’esperienza gialloblu di Eusebio Di Francesco, ma anche la resurrezione dell’Hellas.
Nelle cinque partite consecutive, la squadra ha raccolto 8 punti, perdendo solo nell’ultima giornata a San Siro col Milan, ma soprattutto andando in gol con una facilità impressionante, superiore a qualsiasi altra squadra del campionato nello stesso periodo. E oggi, la sfida di Bologna rimane l’unica occasione in cui i veneti non hanno trovato la via della rete.
La rivoluzione di Tudor
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Tutto sembra passare innanzitutto da Igor Tudor, 41enne allenatore croato con una lunga esperienza da giocatore in Serie A (Juventus e Siena, tra il 1998 e il 2007), chiamato a sostituire Di Francesco. Una scelta coraggiosa da parte del presidente Setti, dato che Tudor era ricordato soprattutto per esperienze poco proficue sulla panchina dell’Udinese, tra il 2018 e il 2019.
Ma è un tecnico più esperto di quanto la sua età non direbbe: quella dell’Hellas Verona è già la sua settima avventura da allenatore di prima squadra, dopo una carriera che lo ha già visto all’opera in Croazia, Grecia e Turchia, oltre ad aver fatto da vice di Igor Stimac in Nazionale e, più di recente, di Andrea Pirlo alla Juventus.
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Tudor ha saputo rilanciare una squadra rimasta orfana in corso d’opera del suo leader offensivo Mattia Zaccagni (autore di una doppietta all’esordio stagionale contro il Sassuolo, prima di essere ceduto alla Lazio), ricostruita attorno a un tridente offensivo molto variabile, in cui Caprari, Lasagna, Simeone e Kalinic si alternano di frequente, mentre resta come punto di riferimento Antonin Barak.
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L’attacco migliore della Serie A
A livello realizzativo, le 14 reti segnate dal Verona di Tudor ne fanno la prima del campionato, tenendo conto solo di queste ultime cinque giornate. Ma anche sommando i tre gol del periodo Di Francesco, l’Hellas risulta a sorpresa quinto in questa classifica, dietro al terzetto di testa (Napoli, Inter, Milan) e alla Lazio.
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Un deciso cambiamento rispetto alle due precedenti stagioni agli ordini di Ivan Juric, quando gli scaligeri, pur affermandosi in entrambi i casi come una delle rivelazioni del torneo, avevano brillato più per la fase difensiva che per quella offensiva. In entrambi i casi, infatti, il Verona aveva avuto il 15° attacco a fine stagione, segnando rispettivamente 47 e 46 gol. Ciò significa che quest’anno la squadra ha già realizzato oltre un terzo delle reti delle due stagioni passate, ma in circa un quinto del campionato.
Con 3 gol a testa, sono Caprari, Kalinic e Barak a guidare la classifica marcatori del club, al momento, ma un dato significativo è quello che riguarda il recupero di Giovanni Simeone, già arrivato a 2 gol e 3 assist, dopo l’ultima deludente annata al Cagliari (corredata appena da 6 gol e 2 assist). Numeri che il Cholito ha iniziato a mettere assieme proprio dall’arrivo di Tudor.
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E se da un lato assistiamo alla conferma di Davide Faraoni (2 gol e 1 assist, sulla scia di quanto fatto l’anno scorso, quando ne totalizzò rispettivamente 4 e 6), la grande rivelazione di questo inizio di campionato del Verona è il 20enne Ivan Ilic, che dopo le buone promesse della scorsa annata si sta affermando ora come uno dei leader della squadra, con 1 gol e 3 assist. E anche per lui vale la cura Tudor, che gli ha dato un ruolo più centrale soprattutto in fase offensiva.
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