Le critiche ad Handanovic, numeri alla mano, non sono totalmente fondate: cosa dicono le statistiche del portiere sloveno
Samir Handanovic è sul banco degli imputati. Ancora una volta, verrebbe da dire, visto che da almeno tre stagioni il numero uno dell’Inter viene continuamente messo in discussione da una nutrita fetta di tifosi e, in parte, anche dai media che ogni tre per due caldeggiano il suo avvicendamento. Il gol preso contro lo Spezia ha amplificato il malumore, con lo sloveno che di fatto ha regalato un gol ai liguri.
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Il tiro di Farias era leggibile ma non è la prima volta di quest’anno in cui Handanovic sbaglia completamente un intervento, spesso per colpa di una reazione tardiva che lo porta a tuffarsi con qualche secondo di ritardo, permettendo al tiro di indirizzarsi in porta e diventare imparabile. Della sua sostituzione si è parlato tanto, ma lo sloveno ha un contratto fino al 2022.
L’Inter cerca un erede
Trovare l’erede di Handanovic, tuttavia, non sarà affatto semplice, perché il numero uno nerazzurro è un portiere che all’Inter ha scritto un pezzo di storia recente, con l’aggiunta del quasi Scudetto conquistato in questa stagione. È costato qualche punto, certo, ma va detto anche che in passato ha salvato molte volte la squadra. Come capita spesso, è tempo di capire quando fermarsi.
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C’è però anche una considerazione, tanto banale quanto logica, riguardo al suo sostituto, che deve essere almeno di pari livello. Ci si scordi, per esempio, dei giovani alla Radu, non in gradi di scalzare il capitano anche oggi che è in parabola discendente. Per comprare un portiere forte, ergo, servono soldi. Quelli, per dire, che l’Udinese chiede per Musso o il Cagliari esige per Cragno, il tutto all’interno di un mercato che – conti alla mano – andrà fatto in maniera particolarmente equilibrata.
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I numeri di Handanovic
Ma Handanovic è davvero uno dei peggiori portieri della Serie A, come sostengono molti suoi detrattori? I numeri, come sempre, aiutano a contestualizzare. Cominciamo col dire che la squadra che gli gioca davanti conta e, non solo ma anche per questo, è il secondo portiere titolare meno battuto del massimo campionato dopo Szczesny.
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Questo fattore incide anche sulla media delle reti subite a partita, solo 0.91 ogni novanta minuti, dietro al napoletano Ospina. Per quanto riguarda la percentuale dei tiri parati, Handanovic gira poco sotto il 74%, il che significa neutralizzare circa sette tiri e mezzo ogni dieci. E, se da una parte è vero che poche volte gli avversari inquadrano lo specchio, dall’altra è paradossalmente più complicato restare sul pezzo quando subisci pochi tiri, perché non sempre la concentrazione si mantiene alta.
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Lo sloveno è poi il primatista nella classifica della porta inviolata, mantenuta per quasi il 38% delle volte. Questi numeri dicono, in primis, che quindi Handanovic può anche essere in declino (come testimonia qualche errore di troppo), ma il contesto generale di alto livello non prevede la sua sostituzione come una priorità. Va però detto che, dalla prossima stagione, la squadra è chiamata a fare il salto di qualità in Europa, dove non è permesso speculare. In tal senso, vanno sì fatte delle riflessioni.
Handanovic in Europa
Molto interessanti sono anche le comparazioni tra Handanovic e il portieri appartenenti ai club dei cinque massimi campionati europei. Per quanto riguarda la percentuale di parate a partita, lo sloveno occupa la venticinquesima posizione, già alta di suo e comprensiva – non solo, ma anche – di portieri che hanno giocato pochissime partite, le cui valutazioni sono quindi relative.
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Davanti a lui, per quanto riguarda la Serie A, ci sono solo David Ospina, Lukasz Skorupski e Mattia Perin, in una classifica comandata Thibaut Courtois del Real Madrid, seguito da Jan Oblak dell’Atletico Madrid e Mike Maignan del Lille, quest’ultimo nome molto buono da tenere in considerazione per il prossimo futuro.
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Maignan comanda la graduatoria dei gol subiti a partita, poco più di mezzo, nella quale Handanovic è dodicesimo. Sul piatto, infine, va messo anche in fatto che a breve compirà 37 anni, quindi tutto sommato il suo lo sta ancora facendo. Se poi l’Inter potesse intervenire in entrata non inficiando il lavoro sugli altri reparti, ancora meglio, ma a quel punto l’ex Udinese dovrà accettare almeno una stagione in panchina, rinunciando alla fascia. Anche dal punto di vista dirigenziale, andranno fatte scelte pesanti.
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