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Hachim Mastour è stato, da adolescente, uno dei calciatori più chiacchierati d’Europa; oggi è un centrocampista senza contratto con poche centinaia di minuti da professionista totalizzati in carriera

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A molti, specialmente ai più giovani, la notizia della rescissione tra Hachim Mastour e la Reggina potrebbe non sembrare una notizia degna di chissà quale nota. Ma la verità è che, sebbene oggi la sua fama sia molto più contenuta, sei anni fa il trequartista italo-marocchino era un giocatore sulla bocca di tutti.

Pare incredibile, vista l’impalpabile stagione appena conclusa, che con il ritorno in Serie B della Reggina poteva essere l’occasione del suo riscatto. Invece, dopo una manciata di anonimi minuti, Mastour era stato girato in prestito al Carpi in Serie C, raccogliendo appena 505 minuti di gioco e un gol.

Quando Mastour era una promessa

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Facciamo un salto indietro al 2012: Hachim Mastour non aveva nemmeno 14 anni ed era il gioiello del vivaio della Reggiana, quando su di lui piombarono Inter e Milan. Furono i rossoneri a spuntarla, assicurandosi per una cifra considerevole (500.000 euro) un centrocampista dalle spiccate doti offensive che, nonostante la giovane età, dimostrava capacità tecniche fuori dal comune.

Le prestazioni con le giovanili rossonere attirarano sul talento italo-marocchino importanti sponsor internazionali come Nike e Red Bull, che addirittura organizzò per lui una sfida di freestyle con Neymar. Nel maggio del 2014, Clarence Seedorf lo convocò per la prima volta nella squadra maggiore in vista dell’ultima di campionato contro il Sassuolo. Il suo nome venne catapultato sulle pagine della stampa nazionale, non solamente sportiva: anche Il Post gli dedicò un articolo.

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I suoi profili social furono inondati di fan, Marca dichiarò che il Real Madrid stava pensando di portarlo in Spagna a fare coppia sulla trequarti con l’altra promessa Martin Odegaard. Fabrizio Gabrielli scrisse un approfondito e appassionato elogio di Mastour su L’Ultimo Uomo, e pochi mesi dopo il nome del ragazzo emiliano apparve nella lista del Guardian dei 50 migliori giovani al mondo.

Oltre la Mastour-mania

Intorno alla metà degli anni Dieci, Hachim Mastour era diventato il calciatore minorenne più famoso d’Europa e in molti prevedevano per lui una carriera sfolgorante. “Non mi piace il circo attorno al ragazzo” dichiarò all’epoca Mino Raiola, mandando su tutte le furie Dario Paolillo, l’agente della promessa milanista. Raiola e Paolillo avevano già avuto degli scontri in merito alla procura di un altro giovane italiano, Gianluca Scamacca, e il primo sarebbe poi riuscito a strappare Mastour al secondo, ma le dichiarazioni sul clima mediatico attorno al ragazzo avevano comunque una base di verità.

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L’indubbio talento di Mastour stava generando aspettative spropositate rispetto a quanto visto in campo. In quel momento, il milanista non aveva ancora esordito tra i professionisti, e anche le prestazioni con gli Allievi rossoneri, al di là di certi numeri spettacolari che tirava fuori dagli scarpini, erano state poco incisive nell’ottica complessiva della squadra. Già Simone Gambino, autore di uno dei primi report approfonditi su Mastuour, pubblicato su Goal.com, metteva in evidenza come spesso fosse portato a “esagerare con i ‘tricks'”.

Promosso nella Primavera allenata prima da Filippo Inzaghi e poi da Cristian Brocchi – in cui giocavano anche Donnarumma, Calabria, Locatelli e Cutrone – aveva faticato più del previsto a trovare spazio da titolare. Quando Inzaghi era passato alla guida della prima squadra del Milan, lo aveva aggregato spesso alla prima squadra ma senza mai farlo esordire, e già nell’aprile 2015 sulla Gazzetta dello Sport si parlava dello scetticismo dei due allenatori verso il giocatore.

Mastour Grand Tour

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Nell’agosto 2015, il Milan decise di mandare il suo gioiello a fare esperienza al Malaga, dove a novembre ebbe finalmente la possibilità di giocare i suoi primi cinque minuti da professionista. La sua stagione in Andalusia, però, non andò oltre questo. Quello che sarebbe dovuto essere il tanto sospirato inizio della carriera di Hachim Mastour si rivelò invece, grossomodo, il capolinea: a 17 anni, la sua vita da fenomeno era finita, e iniziava quella da comprimario.

L’anno seguente giocò qualche spezzone di partita in Olanda nel PEC Zwolle, raccogliendo esclusivamente critiche dalla stampa locale. Nel 2017 rientrò nella Primavera del Milan, ma anche qui non trovò spazio, e a fine stagione il club rossonero decise di non rinnovargli il contratto. A quel punto si rivolse a Raiola, che gli trovò un ingaggio nel PAS Lamia, nel campionato greco, dove però giocò poche decine di minuti e a febbraio rescisse il contratto, tornando in Italia per riprendersi da un infortunio.

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A ottobre 2019, quando aveva firmato per la Reggina, in Serie C, il Guardian aggiornava il suo profilo con queste parole: “Da celebrità di Youtube a giocatore dimenticato – il termine originale è journeyman, che indica un atleta che cambia continuamente squadra – la carriera di Mastour è un monito per tutti i giovani talenti“.

 

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