Razzismo e intolleranza: Greg Clarke ha dato le dimissioni da presidente della Football Association, in seguito all’ennesimo scandalo che lo ha coinvolto
La sosta delle nazionali, in Inghilterra, è propedeutica per grandi cambiamenti. È infatti notizia delle ultime ore il comunicato tramite il quale Greg Clarke, ormai ex presidente della Football Association, ha annunciato le proprie immediate e irrevocabili dimissioni. Tale decisione è scaturita di recente ed è figlia delle polemiche che hanno investito lo stesso Clarke, accusato di razzismo e misoginia a causa di alcune frasi decisamente evitabili.
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Nello specifico, avrebbero fatto scalpore alcune sue dichiarazioni riguardo gli atleti di colore, i gay e il calcio femminile. Un mix letale, che ha portato Clarke al centro del fuoco incrociato di un’opinione pubblica pronta a divorarlo. In tempi di Black Lives Matter, campagne contro l’intolleranza portate avanti da una grossa fetta di esponenti del calcio locale e lavoro di sensibilizzazione da parte della federazione, le parole di Clarke risuonano fuori luogo. Da qui la decisione di dimettersi.
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Greg Clarke e le scuse in parlamento
Convocato direttamente al parlamento britannico per le sue dichiarazioni, Greg Clarke è stato obbligato a scusarsi in mondovisione. Il parlamentare Kevin Brennan, dopo l’audizione, lo ha direttamente incalzato e, a quel punto, l’ex presidente della FA non ha potuto fare altro che fare ammenda: “Le mie parole sono gravi e hanno danneggiato tutte le parti in causa del gioco che amiamo”, ha detto, aggiungendo le scuse verso “chi gioca, chi guarda, chi arbitra e chi amministra il calcio”.
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Prima di presentarsi davanti alla politica britannica, Greg Clarke aveva comunque pubblicato un comunicato nel quale annunciava ufficialmente le proprie dimissioni: “Sono profondamente addolorato per ciò che ho detto e per tutte quelle persone che si sono sentite offese” si legge nel testo, alla fine del quale viene specificato come la FA, che da Clarke ha preso subito le distanze, sia già alla ricerca di un suo sostituto.
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Nello specifico Greg Clarke, durante una call con il DCMS (Dipartimento di cultura, media e sport), aveva apostrofato gli atleti di colore con il termine ‘calciatori colorati’. Sempre lui si era poi riferito al fatto che nella FA erano impiegati più sudasiatici che afrocaraibici, semplicemente perché questi ultimi ‘hanno priorità di carriera differenti’. Inoltre, parlando di omosessualità nello sport, ha definito ‘scelta di vita’ il fatto che possano esserci dei calciatori gay.
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Infine, come se non bastasse, Clarke ha anche affermato che, parlando con molti conoscenti allenatori, il calcio femminile ha un problema legato al fatto che le donne non amano incassare pallonate forti. Insomma, una serie di luoghi comuni e intolleranza che, in Inghilterra, non sono passati sotto silenzio. Il resto è roba recente: prima le dimissioni, poi le scuse in attesa di capire se, contro di lui, verrà mossa qualche azione.
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Le reazioni degli inglesi
L’organizzazione Kick It Out ha definito ‘spazzatura’ gli stereotipi di Greg Clarke riguardo le donne e gli asiatici, seguita a ruota da Show Racism the Red Card, che tramite un comunicato ha voluto rimarcare il peso che certe parole e determinati concetti possono avere nella vita di tutti i giorni. Per il Ministro dello Sport, Nigel Huddlestone, si tratta di ‘commenti inappropriati e dimissioni inevitabili’, mentre il predecessore di Clarke, David Bernstein, ha detto che nel 2020 certi concetti dovrebbero ormai essere superati.
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Anche tra i calciatori la reazione è stata abbastanza forte. L’ex attaccante del Charlton, Darren Bent, ha usato il termine ‘orribile’ per definire le dichiarazioni di cui sopra. Anton Ferdinand, ironicamente, ha dichiarato: “Questo è il classico esempio di come ci sia bisogno di istruzione a tutti i livelli”. E infine Julian Knight, presidente del comitato di selezione del DCMS, solleva dubbi sulla Football Association: “Non è la prima volta che la FA evidenzia questi problemi. Ci fa dubitare del loro impegno per la diversità”.
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I precedenti di Clarke
Tre anni fa, Greg Clarke fu ripreso dal parlamento per aver definito ‘pasticcio’ il razzismo istituzionale. Ma, a quanto pare, la lezione non è stata imparata. Proprio per evitare situazioni come questa, la FA decise di lanciare un nuovo codice della diversità con l’obiettivo di affrontare finalmente la disuguaglianza razziale nel gioco.
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Ma, con le recenti dichiarazioni, l’impegno dell’ente governativo per la diversità è stato nuovamente messo in discussione. Nel 2018, il gruppo di sostenitori LGBT “Pride in Football” ha dichiarato di essere ‘scioccato’ dopo che Clarke ha firmato un memorandum d’intesa con la FA del Qatar, paese in cui l’omosessualità è illegale, facendo poi marcia indietro durante lo scorso mese di luglio.
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Il tutto, con il progetto Big Picture – che prevederebbe una forte revisione del calcio inglese – sullo sfondo. A molti non piace e, anche per questo, le recenti dichiarazioni di Clarke suonano (anche) come un pretesto per farlo fuori. Ma l’impressione è che, su quest’ultima situazione, difficilmente verrà fatta chiarezza.
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