Skip to main content

La Juventus vive un momento complesso e delicato, caratterizzato da risultati altalenanti e difficoltà nel ritrovare la solidità e il carattere che per anni hanno contraddistinto il club. A mettere in discussione la gestione attuale è un grande ex, Ciro Ferrara, che in un’intervista recente ha espresso forti dubbi sulla comunicazione di Thiago Motta, l’allenatore subentrato a Massimiliano Allegri.

Secondo Ferrara, la comunicazione dell’allenatore è uno dei punti deboli della squadra. L’ex difensore della Juventus e della Nazionale italiana ha sottolineato come le dichiarazioni di Motta, specie quelle che riguardano l’approccio alla vittoria, rischino di confondere l’ambiente e i tifosi, storicamente abituati a una mentalità orientata esclusivamente al successo.

“La vittoria non deve essere un’ossessione”? Una frase che divide

Durante l’intervista, Ferrara si è soffermato su una delle dichiarazioni più discusse di Thiago Motta: “La vittoria non deve essere un’ossessione.” Per Ferrara, questa affermazione è lontana anni luce dal DNA storico della Juventus, una società che ha sempre fatto della vittoria il proprio obiettivo primario, anche nei momenti più difficili.

“La prima cosa che ti viene detta quando arrivi alla Juventus,” ha spiegato Ferrara, “è che devi vincere. Non importa come, ma devi vincere. Quando perdi, ti prendi le critiche, ma l’obiettivo non cambia mai.” Ferrara ha evidenziato come questa mentalità fosse radicata anche durante i periodi di transizione che lui stesso ha vissuto da calciatore.

La rottura con Danilo: un colpo alla leadership

Un altro aspetto che Ferrara ha criticato è la gestione interna dello spogliatoio, con particolare riferimento alla rottura con Danilo, uno dei giocatori più esperti e leader indiscussi della squadra. Secondo le indiscrezioni, Danilo sarebbe prossimo a lasciare il club per approdare alla squadra allenata da Antonio Conte, portando via con sé una figura cruciale per l’equilibrio del gruppo.

Per Ferrara, questa perdita rappresenta un colpo significativo alla leadership della squadra: “I leader sono coloro che conoscono meglio l’ambiente Juventus, che hanno esperienza e sono un punto di riferimento per i compagni. Danilo era uno di questi, e perderlo significa togliere una pedina fondamentale.”

Il rischio, ha sottolineato l’ex difensore, è che lo spogliatoio perda ulteriormente quella solidità che è sempre stata una delle principali caratteristiche della Juventus. In passato, la squadra poteva contare su figure di grande carisma, come lo stesso Ferrara, Alessandro Del Piero e Gianluigi Buffon, capaci di guidare il gruppo nei momenti più difficili.

La figura di Thiago Motta e il confronto con il passato

Thiago Motta è stato scelto per dare un nuovo volto alla Juventus, ma le aspettative intorno al suo lavoro si sono rivelate un’arma a doppio taglio. Ferrara ha tracciato un parallelo con le precedenti gestioni tecniche, evidenziando come anche allenatori come Maurizio Sarri siano stati chiamati per offrire un gioco più spettacolare, salvo poi tornare a privilegiare i risultati.

“Allegri è stato mandato via per inseguire il bel gioco,” ha dichiarato Ferrara, “ma alla Juventus non conta giocare bene, conta vincere.” Questa pressione, amplificata dai media e dalla storia del club, rappresenta una sfida immensa per Motta, che deve far fronte a una serie di richieste: riportare la squadra in Champions, lottare per lo scudetto, conquistare un trofeo e, nel frattempo, proporre un gioco convincente.

Thiago Motta, secondo Ferrara, deve lavorare soprattutto sulla comunicazione, facendo capire ai tifosi e ai giocatori che la Juventus punta sempre al massimo, senza compromessi. In caso contrario, il rischio è quello di perdere la propria identità e di vivere una stagione al di sotto delle aspettative.