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Dopo un tira e molla durato qualche settimana, finalmente il sogno del Cagliari è diventato realtà: Diego Godin è un giocatore rossoblù. Contratto fino al 2023 per l’ex difensore di Atletico Madrid e Inter, che rafforza il particolare legame tra il capoluogo sardo e l’Uruguay. Tra gli stranieri della storia rossoblù, infatti, molti vengono dal piccolo stato sudamericano che, pur dovendo fronteggiare vicini scomodi come Argentina e Brasile, ha spesso fatto la voce grossa a livello calcistico.

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Daniel Fonseca, il castoro con il vizio del gol

La storia d’amore tra il Cagliari e l’Uruguay esplode nell’estate del ’90. Il club rossoblù, fresco di ritorno in Serie A dopo 7 anni, decide occupare i tre posti della rosa riservati agli stranieri con altrettanti giocatori uruguayani. Tra questi Daniel Fonseca, attaccante proveniente dal Nacional Montevideo.

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Dopo un inizio di stagione difficoltoso “El Castor”, così chiamato per i suoi denti sproporzionati, si scatena nel girone di ritorno. Determinanti infatti i suoi gol nelle vittorie contro Pisa e Parma, ma soprattutto la doppietta che vale il 2-2 contro la Sampdoria poi vincitrice dello scudetto. Le reti alla fine saranno 8, tutte o quasi determinanti per la salvezza del Cagliari. L’anno successivo migliora di un gol il suo score, per poi passare al Napoli e vivere altre brillanti stagioni in Italia con Roma e Juventus.

Enzo Francescoli, la stella che incantò Cagliari e Zidane

Ogni squadra poteva permettersi un campione: questa era la Serie A a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, non a caso definito il campionato più bello del mondo. Il Cagliari edizione 1990/91 non fa eccezione, riuscendo ad assicurarsi Enzo Francescoli. Si tratta di un centrocampista offensivo dalle doti tecniche sublimi, che in carriera ha vinto tre edizioni della Copa America con l’Uruguay e trofei in serie con River Plate e Olympique Marsiglia.

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Pur essendo dunque un campione affermato, si cala nella realtà cagliaritana come il più umile dei gregari. In rossoblù segna con meno frequenza rispetto al passato, ma risulta un micidiale assist man illuminando la manovra offensiva con passaggi continui e calibrati. Con le sue giocate aiuta il Cagliari a rimanere in Serie A per tre annate consecutive centrando addirittura, nella stagione 1992/93, la qualificazione alla Coppa Uefa. Un campione straordinario, non a caso eletto a idolo assoluto da un certo Zinedine Zidane (che delirava per lui quando giocava nel Marsiglia).

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Oscar Herrera, factotum della mediana e genero di Godin

Nella stagione 1990/91, il terzetto uruguayano del Cagliari viene completato da Oscar José Herrera. Si tratta di un centrocampista che, oltre a possedere ottime doti fisiche e tecniche, sa destreggiarsi al meglio in ogni zona del campo. Una qualità che lo renderebbe un giocatore molto importante nel calcio moderno ma che, all’inizio degli anni ’90, non gli consentì di trovare una collocazione precisa sul rettangolo verde pagando dazio sul piano del minutaggio.

Herrera resta al Cagliari per cinque stagioni, stabilendo un forte legame con la sardegna e incidendo a suo modo sull’arrivo dell’ultimo della dinastia degli uruguayani. Godin, infatti, è sposato con sua figlia Sofia – avuta durante l’esperienza al Cagliari – e pare che questo abbia inciso non poco sulla decisione del “Flaco” di vestire il rossoblù.

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Fabian O’Neill, talento sfacciato affogato nell’alcol

La tradizione degli uruguayani al Cagliari non termina certo con gli addii di Fonseca, Francescoli ed Herrera. Nell’estate ’95 arriva infatti dal Nacional Montevideo Fabian O’Neill: centrocampista dal dribbling ubriacante e dalla testa sbarazzina. Una sorta di “Gascoigne del Rio de la Plata”, che ci mette poco a far innamorare il pubblico cagliaritano.

In sardegna gioca cinque stagioni, incantando con le sue giocate sublimi e provocatorie e guadagnandosi così la chiamata della Juventus. Quello rimane il punto più alto della sua carriera, che poi sarà una continua discesa proseguita dopo il ritiro tra alcol e cifre enormi sperperate in scommesse. Ciò non toglie nulla alla magia del suo calcio, riconosciuto anche da un fuoriclasse assoluto come Zidane (che ha definito O’Neill “Il calciatore più talentuoso mai visto”).

Diego Lopez, icona in campo e in panchina

La carrellata degli uruguayani che hanno fatto la storia del Cagliari non può che terminare con Diego Lopez: quinto più presente nella storia rossoblù con 314 apparizioni. Arrivato nel 1998 dal Racing Santander, il difensore resta in sardegna fino al 2010 e diventa l’assoluta bandiera del club cagliaritano. Una fantastica storia d’amore, che continua anche dopo che Lopez appende le scarpette al chiodo.

L’uruguayano entra nel vivaio del Cagliari nel 2011 e, dopo aver allenato Giovanissimi e Primavera, nell’ottobre del 2012 diventa il tecnico della prima squadra in coppia con Ivo Pulga. Il duo prende una formazione col morale sotto i tacchi e la conduce alla salvezza con 6 turni d’anticipo. Stessa situazione nel campionato 2017/18, iniziato con Massimo Rastelli al timone e concluso con una salvezza targata Diego Lopez. Un simbolo totale, da cui magari potrebbe raccogliere il testimone proprio il connazionale Godin.

di Paolo Lora Lamia

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