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Come funziona la goal line technology, la tecnologia di porta che ha praticamente cancellato i goal fantasma dal calcio professionistico? Ecco la spiegazione.

Se ne sta parlando oggi perché la UEFA ha annunciato che questa sera, durante Benfica Juventus di Champions League, il sistema non sarà attivo a causa di un problema tecnico dello stadio Da Luz di Lisbona (ma, come spiegato qui, sarà sostituito adeguatamente da altre tecnologie: quindi non c’è rischio concreto di gol fantasma).

A dieci anni dalla sua introduzione nel mondo del calcio, la goal line technology si è imposta come una piccola rivoluzione, praticamente cancellando i gol/non gol che in passato si erano presentati con una certa frequenza (il più celebre, quello convalidato all’Inghilterra nella finale mondiale del 1966 contro la Germania, decisivo per la conquista del primo e finora unico Mondiale dei Three Lions).

Breve storia della goal line technology nel calcio

Sistemi simili esistevano già nel tennis e nel cricket, quando nel 2011 la FIFA ha iniziato la sperimentazione nel calcio di quattro diversi tipi di tecnologie di porta (Hawk-Eye. GoalRef, Cairos e Goalminder). Poi, nel marzo 2012 l’IFBA, noto anche come International Board, ha approvato il passaggio alla fase successiva di test, che ha portato il sistema a essere messo alla prova prima in match amichevoli e poi in incontri del campionato danese.

A luglio 2012 è arrivato il definitivo via libera alla goal line technology nel calcio, che così è stata utilizzata a pieno titolo nel Mondiale per club in dicembre, disputatosi in Giappone. Successivamente, la tecnologia di porta si è estesa rapidamente alle principali competizioni del calcio mondiale: nel 2013 nella Confederations Cup e poi, nella stagione successiva, in Premier League.

Nel 2014 ha fatto il suo esordio ai Mondiali, che hanno segnato il momento decisivo nella proliferazione dei sistemi di goal line technology nel mondo del pallone. A partire dall’annata 2015/2016, questa innovazione è stata utilizzata in Bundesliga, Ligue 1 e Serie A, e dal 2016 è stata estesa alle competizioni europee per club, agli Europei per nazionali e alla Copa America.

Come funziona la goal line technology

La goal line technology si basa generalmente su un sistema composto da 7 telecamere per ogni porta (il che significa che in ogni stadio che la implementa ci sono 14 telecamere dedicate alla verifica del gol).

Attraverso un sensore inserito nel pallone, queste telecamere seguono i suoi movimenti e ne trinagolano la posizione, utilizzando più punti di vista per assicurare la massima precisione di giudizio. Nel caso in cui il pallone supera la linea di porta, viene inviato un messaggio al ricevitore che l’arbitro indossa sul proprio polso, avvertendolo che la rete è regolare.

Il margine d’errore della goal line technology, secondo le stime, è di 0,5 centimetri (mezzo centimetro, quindi), ma ovviamente non implica che il sistema sia assolutamente infallibile. Lo dimostra il caso di Aston Villa-Sheffiled United del 17 giugno 2020, quando il sistema Hawk-Eye non ravvisò un gol in favore della squadra ospite.

L’azienda produttrice spiegò che il problema, in quel caso, era stato una serie di casi fortuiti nel posizionamento dei giocatori e nella dinamica dell’azione, che avevano impedito alla goal line technology di ravvisare la rete perché tutte e sette le telecamere coinvolte avevano la visuale ostruita: “Un tale livello di ostruzione non era mai stato visto prima nelle 9000 partite nelle quali il sistema è stato utilizzato“. Va però aggiunto che, data la situazione, sarebbe stato impossibile anche per arbitro e assistenti accorgersi della validità del gol in presa diretta, per cui questo è un tipico caso limite.

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