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Adesso Gnonto è sulla bocca di tutti, ma qualche anno fa in Inghilterra ci avevano avvisato. Nessun club italiano ha avuto l’idea di puntarci. 

Da due giorni in Italia non si parla d’altro. E questo non è necessariamente una cosa positiva. Lo scopriremo solo con il tempo. Per adesso Wilfried Gnonto si gode il momento di gloria dopo l’ottimo ingresso a Bologna contro la Germania e l’assist per il gol di Pellegrini. La giocata è di pregevolissima fattura: il dribbling di tecnica e forza, la palla precisa in mezzo solo da buttare in rete.

Tutte qualità che a questa Nazionale servono, e che solo Federico Chiesa ad oggi può garantire. Potrebbe esser stato questo uno dei motivi che ha spinto Roberto Mancini a convoncarlo: il filo conduttore fra il vecchio e il nuovo ciclo della Nazionale è il modulo, il 4-3-3, e per farlo nel migliore dei modi servono determinate caratteristiche delle ali. Gnonto le ha, e ha anche tanta voglia di metterle in mostra oltre i confini della Svizzera, il campionato che gli ha dato una possibilità mentre in Italia ci si perdeva dietro la minestra riscaldata di turno.

Ora lo vogliono tutti

Pensateci un attimo. Immediatamente dopo Italia-Germania, il telefono dell’agente di Gnonto, Claudio Vigorelli, è scoppiato di telefonate, stando alle indiscrezioni di mercato riportate dagli esperti. Mezza Serie A, e non solo, ha chiesto informazioni sul ragazzo. Ora, la domanda è: c’erano bisogno di 20′ di partita in diretta su Rai 1 per scoprire le qualità di questo ragazzo?

Evidentemente sì, ed è una conferma dell’inefficienza del sistema di scouting di tutte le squadre del nostro campionato, a parte qualche eccezione. E lo stesso discorso è applicabile anche per quanto sta accadendo a livello mediatico: da qualche giorno per la stampa Gnonto è passato da assoluto sconosciuto – che ci siamo fatti fregare – a “L’uomo della provvidenza” per il futuro della Nazionale. Da zero a cento. Da niente a tutto. Dal bianco al nero. Inaccettabile. E anche fuori luogo.

Gnonto fra i 60 migliori giovani al mondo

Ma mentre l’Italia oggi scopre ed elogia il giovane Gnonto sbalordita, in altre parti d’Europa non è una sorpresa. Era il 2020 quando “The Guardian“, uno dei più importanti giornali d’Inghilterra, pubblicò la lunga e minuziosa lista dei 60 migliori giovani talenti del calcio Mondiale. Si presero in considerazione soltanto i ragazzi nati nel 2003. E fra Florian Wirtz, Jamal Musiala e Ilaix Moriba indovinate chi c’è?

Esatto, proprio lui, proprio Wilfried Gnonto, il quale all’epoca aveva da pochi mesi firmato un contratto da professionista, il primo in carriera, allo Zurigo. Aveva rifiutato quello dell’Inter, dopo 8 anni nel settore giovanile. Come potete notare nll’immagine sottostante, ci sono anche Casadei – fresco Campione d’Italia Primavera con l’Inter – e Miretti, utilizzato da Allegri quest’anno per le ultime e le più inutili partite della stagione.

gnonto

Ma perché Gnonto rifiutò l’Inter? Molto semplice. Da ragazzo intelligente qual è (studente modello e amante del Latino), ha subito capito quale sarebbe stato il suo destino se avesse accettato la proposta interista: qualche prestito qua e la in Serie C o B e, forse, dopo diversi anni, l’esordio in A con i nerazzurri e pochi altri minuti giocati.

A quest’età bisogna giocare. Mi sono preso il rischio. L’Inter è casa mia ma ad un certo punto bisogna prendere decisioni difficili“, disse lui stesso qualche mese dopo il trasferimento. Invece lo Zurigo gli ha dato subito la possibilità di misurarsi fra i grandi e con continuità. Un classico caso di fuga di cervelli. Adesso i club italiani si sono attivati per riportarlo a casa, in particolare la Roma – ma non solo. In ritardo di qualche anno, come sempre. Non impareremo mai.

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